DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
La caccia al partigiano coraggioso è partita alla Casa Bianca, questione di ore, ma forse se avesse fatto un vero spoils system, se non si fosse fidato della gente che gli proponeva la vecchia guardia repubblicana, ora tanti nemici in casa il presidente non li avrebbe. Lezione che vale in tutto il mondo, anche in Italia.
DONALD TRUMP NELLA REDAZIONE DEL NEW YORK TIMES
Negli Stati Uniti, passato Labor Day finita l'estate, è partita la grande caccia non solo per le prossime elezioni di midterm, ma per la composizione della Corte Suprema e perfino già per le elezioni presidenziali del 2020. Ci si gioca la pelle.
Fino a che punto è pronta la stampa in armi contro Donald Trump a disconoscere la propria storia e tradizioni, infangandosi a forza di fonti anonime non verificate e persino editoriali in bottiglia, pur di sconfiggerlo? Fatto. Fino a che punto quella élite di burocrati e tecnocrati in armi contro Trump indipendentemente dal partito di appartenenza, anzi entusiasticamente trasversale, e’ pronta a svelarsi - il deep state - rischiando l'accusa naturale e legittima di alto tradimento e il definitivo allontanamento dall'opinione popolare? Fatto.
Un bell'editoriale del New York Times nel quale un funzionario di alto grado dello staff della Casa Bianca rivela non solo fastidio e avversione per il suo presidente, nonostante lavori per lui, ma l'esistenza di un'attività organizzata per contrastarne le decisioni o almeno neutralizzarne gli effetti. Boicottaggio alla Casa Bianca, roba da far tremare le capitali di tutto il mondo.
Chi è il coraggioso e audace funzionario? Qui la patacca si rivela in tutto il suo sbrilluccichio, perché l'editoriale è anonimo, il New York Times si è deciso a pubblicarlo ugualmente in deroga alla propria tradizione e soprattutto all'etica del giornalismo, perché è necessario preservare la sicurezza del partigiano.
donald trump nell ufficio ovale casa bianca
Seguono stupore generale, un certo qual imbarazzo anche tra gli altri giornali resistenti, che però seguono e cavalcano l'emergenza nazionale. Segue legittima incazzatura del presidente e richiesta che il sedizioso venga allo scoperto e riveli la propria identità, cosa sulla quale la Casa Bianca sta attivamente investigando.
Il presidente parla di sicurezza del Paese e di alto tradimento, con piena ragione. Dello scetticismo anche in campo democratico e’ buon esempio il sondaggista e analista di fenomeni politici, Nate Silver, che pure con il Times collabora, e che liquida l’ anonimo personaggio con un Tweet sprezzante “L'obiettivo vero dell'autore sembrerebbe quello di essere riconosciuto, così da assicurarsi un bell'anticipo su un libro da scrivere [sui segreti della Casa Bianca]"
E proprio un libro, quello in uscita di Bob Woodward, l'altro braccio del Watergate insieme a Carl Bernstein, tutti e due resuscitati in odio a Donald Trump, è al lancio in questi giorni, ed è tutto composto di voci dal sen fuggite della Casa Bianca e di dichiarazioni di odio, disprezzo, insulto all'indirizzo del presidente da parte di membri del suo governo, tutte apparentemente senza una prova, tutte smentite dai coinvolti, tra i quali John Mattis e John Kelly, che parlano di pura invenzione.
Gliene importa qualcosa agli americani? Non avranno fabbricato un boomerang quelli che tramano contro la presidenza? Di sicuro non si parla d'altro a Washington e magari in qualche altra capitale liberal, a New York, a Los Angeles, a Boston. A Chicago no, hanno altri problemi, devono tentare di salvare la città dal degrado, dalla violenza e dalla criminalità in cui la lascia il sindaco obamiano Rahm Emanuel, che ha annunciato che non intende più candidarsi.
L'idea è quella di dipingere una capitale del Paese e una sede della Presidenza in completo sfascio. Da una parte un Comandante in Capo iracondo, autoritario, privo di valori morali, a tratti in preda a demenza senile, infatuato di tutti i dittatori del mondo; dall'altra un gruppo di responsabili ed eroici funzionari che si provano in tutti i modi leciti e non leciti anche a costo di nasconderli documenti e notizie a contrastarne la follia.
Lavorano “to stop”, per fermare il presidente. Ecco a voi il “deep state” con buona pace dei giornalisti che in questi anni hanno detto che si trattava di un'invenzione della destra. Ecco la burocrazia che dalla elezione di Barack Obama in avanti aveva creduto di aver vinto per sempre e che ritiene Donald Trump un corpo estraneo.
Prendiamo brani dell'editoriale anonimo, che in certi punti sembra scritto da una persona a dir poco ingenua, con contraddizioni marchiane.
“Non è solo che il procuratore speciale incomba. O che il paese sia aspramente diviso sulla guida di Trump, o nemmeno che il suo partito possa perdere la Camera a favore dell'opposizione. Il dilemma che lui non comprende è che molti dei funzionari nella sua amministrazione stanno lavorando accuratamente dall'interno per fermare parte della sua agenda e le sue peggiori inclinazioni. Io lo so perché sono uno di loro”.
Qui cominciano le palesi contraddizioni di cui vi parlavo:
“ Per essere chiari la nostra non è la popolare resistenza della sinistra. Noi vogliamo che l'amministrazione abbia successo e pensiamo che molte delle sue politiche abbiano già reso l'America più sicura e più prospera”.
E allora di che stiamo parlando?
“La radice del problema è la immoralità del presidente, chiunque lavori con lui sa che non è legato a nessuno principio che guidi le sue decisioni. Sebbene sia stato eletto come repubblicano il presidente mostra scarsa affinità agli ideali da sempre coltivati dai conservatori: libertà di pensiero, libertà di mercato, libertà dei popoli. Aggiungete la continua affermazione che la stampa sia nemica del popolo. Gli impulsi del presidente Trump sono contro il commercio e antidemocratici”.
I buoni risultati dell'economia e della politica estera, la fiducia degli elettori, come si spiegano?
“Non equivocate, ci sono elementi brillanti che la copertura negativa quasi incessante di questa Amministrazione dimentica di sottolineare: la deregulation riuscita, una storica riforma delle tasse, una difesa di nuovo forte, e molte altre cose”.
Di nuovo, di che stiamo parlando?
“Ma questi successi sono arrivati nonostante, non per merito dello stile di comando del presidente che è improvvisato, aggressivo, inefficace”.
Segue l'elenco noto della presunta debolezza di Donald Trump nei confronti dei comportamenti dei russi, ai quali non avrebbe voluto comminare sanzioni, né cacciare le spie; l'inutilità’ dell'incontro con il dittatore della Corea del Nord. E il carattere insopportabile, il disprezzo ostentato per i collaboratori, i dossier che non vengono mai letti, gli improvvisi scoppi d ‘ira, Insomma tutto l'armamentario che porterebbe invocare il venticinquesimo emendamento della costituzione, ovvero la rimozione d'autorità di un presidente fuori di testa.
L'anonimo funzionario rassicura gli americani a questo punto: non è quello che vogliamo, vogliamo solo contenere i danni e dimostrare agli elettori che ci sono degli adulti alla Casa Bianca. L'editoriale si conclude con una lunga citazione delle virtù del da poco defunto John McCain, e una sorta di appello agli americani a ribellarsi allo stato delle cose.
Ma a che cosa dovrebbero ribellarsi gli americani? Donald Trump ha provveduto a far stilare un elenco puntiglioso quanto veritiero.
Quasi 4 milioni di posti di lavoro creati negli ultimi due anni. 400.000 solo nel manifatturiero, che è tornato a crescere alla velocità di 30 anni fa. Nell'ultimo quadrimestre crescita economica + 4,2% disoccupazione al minimo storico dopo 49 anni, così per la disoccupazione di afroamericani, di ispanici, di donne, di giovane; “lowest rate ever recorded” per i primi due, più basso in 65 anni per le donne, in 100 anni per i giovani’.
3 milioni e 900mila americani nel giro di due anni sono fuori dall'assistenza con i buoni pasto, vuol dire che hanno di che sostentarsi. Vendite al dettaglio più 6% nell'ultimo anno. Firmato il più corposo pacchetto di tagli e riforme delle tasse della storia, in seguito ai quali sono tornati negli Stati Uniti 300 miliardi di dollari. Le piccole aziende hanno pagato le tasse più basse degli ultimi 80 anni. Il mese scorso la FDA ha approvato un numero record di medicinali generici, quindi a costo molto più basso, bloccando così anche gli aumenti delle case farmaceutiche.
Mi fermo qui, all'indice di fiducia degli americani al livello più alto dal 2000, quando finì la presidenza Clinton, in un periodo di tale benessere economico da impedire a furor di popolo l'impeachment del presidente.
Poi gli elettori americani si comportano con grande libertà di pensiero, e ancora una volta si sentiranno liberi, come in un periodo normale, di non confermare la maggioranza repubblicana totale, Camera e Senato oltre che presidenza, alle elezioni di midterm del prossimo novembre, scegliendo per la Camera candidati democratici. Non è detto ma. succede pressoché regolarmente, e solo la scarsa memoria dell'opinionista partigiano anonimo del New York Times può dipingere questa libera opzione come la conseguenza eccezionale di un cattivo presidente.
Magari avere la maggioranza alla Camera potrebbe costringere il Partito Democratico a tirare fuori una qualche agenda e a decidere che cosa vuole fare da grande.
bill clinton arrapato da ariana grande al funerale di aretha franklin 2
Per ora l'opposizione dei democratici e della palude SWAMP fanno solo un grande circo. Come ai funerali del senatore repubblicano ed eroe di guerra John McCain, che nel 2016 voto’ per Hillary Clinton. Non ha voluto Donald Trump alla cerimonia di addio ma i massimi onori ai quali aspirava glieli ha concessi proprio il presidente.
La figlia, che fa ora la opinionista televisiva anti Trump, ha tenuto una specie di comizio sui valori perduti dell'America che fu grande, e si commuovevano in prima fila Michelle e Barack Obama, che insulto e umilio’ elettoralmente il defunto nel 2008, insieme ai coniugi Bush jr, che sempre nel 2008 lascio’ una nazione così disorientata da consegnarsi agli Obama. Più o meno nelle stesse ore i Clinton salutavano Aretha Franklin in un altro funerale comizio anti Trump, nel quale l'ex presidente e la sua consorte aspirante presidente stavano accanto al razzista e fascista nero Louis Farrakhan.
A Washington alle audizioni di conferma del giudice della Corte Suprema Brett Kavanaugh, i senatori democratici consentono una cagnara di dimostranti, con scontri e arresti che impediscono qualsiasi dibattito serio. All’esterno giovanotti vengono ripresi mentre tirano fuori da borse piene di dollari il compenso per gli indignati attivisti; dentro non c'è niente da fare, non solo perché il giudice è, al pari dell'altro già indicato da Trump, Neil Gorsuch, un giurista di alta qualità, ma anche perché il senatore John Kyl, indicato dal governatore dell'Arizona per sostituire il defunto Mc Cain, è un leale sostenitore del presidente, votera’ per il giudice, e la maggioranza è assicurata. E allora la cagnara a che serve?
donald trump con brett kavanaugh e famiglia
Poi dicono che il circo lo fa Donald Trump alla Casa Bianca. Chiosa Jaime Manca Graziadei arguto osservatore su Facebook da Miami delle cose americane: “Ne manca solo una: che il NYTimes pubblichi una lettera di Barron Trump nella quale accusa il Padre di picchiare lui e la Madre, e poi le abbiamo viste tutte”. Chissà…
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