DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
Buon 8 marzo a tutti.
Elezioni: nessun boom di donne, finora le elette meno di un terzo, batte l’Ansa. Ma va!
Saranno quasi sicuramente meno del numero presente nell'ultima legislatura quando nessuna pretenziosa legge di quote al 40% era stata ipocritamente predisposta, e se sfiorano il 30% è solo grazie al fatto che i 5 Stelle hanno giocato pulito.
Scommessa vinta: gli elenchi dei candidati così faticosamente compilati in tavoli di trattative segrete nascondevano un imbroglio che avrebbe portato in Parlamento meno donne di prima. Questo modesto sito lo aveva scritto all'inizio della campagna elettorale, e la notizia è stata ripresa da molti (senza citare mai, ovviamente).
Per ora sono 185 alla camera e 86 al Senato, potrebbero aumentare quando scatteranno i conteggi plurinominali, ma non ci credete troppo perché il meccanismo è diabolico e il Rosatellum solo a parole ha introdotto una specie di parità al 40% nelle candidature ma nei fatti l’ha impedita, ed è stata una decisione presa non soltanto dal PD, ma anche da altri partiti ufficialmente all'opposizione, vedi Forza Italia.
Oggi qualcuno lamenta la scarsa qualità dei candidati, l'altissimo numero di nominativi, porta borsette, procura trastulli, come la ragione di certi deludenti risultati. Qualcun altro ce l'ha con i nani da giardino che avrebbero circondato malamente un Cav sempre geniale ma ormai un po' stanco, un Renzi assai tracotante ma poco previdente nel capire che l'aria era proprio cambiata, una Quarta Gamba o una + Europa forniti più di sicumera che di un programma o di persone dalle facce interessanti e presentabili.
E’ vero probabilmente, non fosse che tutti fino all'apertura delle urne sono stati rigorosamente silenziosi e parlano tutti ora.
Nessuno ha parlato ad esempio dello scandalo di questo 40% farlocco. Infatti gli estensori del Rosatellum mentre si sono gonfiati il petto come dei tacchini sulla quasi raggiunta parità di genere, addirittura spacciando per buona la guasconeria secondo la quale il 40% avrebbe potuto essere di uomini e non di donne, hanno poi aggiunto alla norma tre simpatiche restrizioni: le pluricandidature, l'alternanza di genere, (‘n omo ‘na donna, ‘na donna ‘n omo, come direbbe Verdone)’ e l'obbligo del della neonata regola non per circoscrizione ma per l'intera Camera e per l'intero Senato.
Così hanno piazzato la stessa candidata in 5, anche 6 diversi collegi, facendola contare per 6, perché questo consente la pluricandidature, l'hanno messa in testa ma sotto ci hanno messo un uomo, perché così prevede l'alternanza di genere , l'hanno eletta com'è naturale in un solo posto, e gli altri cinque li hanno garantiti al prescelto di turno. Il quale il più delle volte era qualcuno non in grado di fare una campagna elettorale, e che una campagna elettorale così non l'ha proprio fatta. Tutti zitti naturalmente, uomini e soprattutto donne, complici di tale porcata. Probabilmente si occupavano di femminicidi, per dirla tutta piangevano la morta mentre fregavano la viva.
Si può obiettare che le quote rosa sono una forzatura , che poi alla fine l'elettore e’ libero di scegliere anche se ci sono molte donne candidate, Ma in questo caso non solo i legislatori hanno ostentato una emancipazione che nessuno aveva loro chiesto, ma è proprio il meccanismo del Rosatellum che alla fine consegna un numero inferiore di donne elette, non la libera scelta di chi vota.
Eccovi i dati, più o meno definitivi.
Al Senato la percentuale di donne si aggira attorno al 27 per cento. Il M5S, quello che si è comportato nel modo più corretto al momento delle candidature, ha 42 donne sul 112 eletti, poco al di sotto della soglia del 40 per cento. Il centrodestra ha 30 elette su 137 e il centrosinistra 13 su 59. Fatevi due conti. A Liberi e Uguali su 4 senatori una sola donna, l'ex-capogruppo di sinistra italiana Loredana De Petris.
mattarella grasso berlusconi renzi
Nell'altro ramo del Parlamento, la musica non cambia,con il 30 per cento circa di donne, e sono sempre i 5stelle ad avvicinarsi di piu' alla soglia prevista dalla "norma di genere" sulle candidature. Il gruppo grillino, ancora incompleto, presenta 82 donne su 222 eletti sicuri (circa il 37 per cento), mentre il centrodestra, su 260 seggi totali assegnati finora, elegge 67 donne (piu' o meno il 26 per cento). Il Pd, in attesa dei ripescaggi, ha 32 donne su 115 seggi assegnati (circa il 28 per cento). In linea Liberi e uguali ( ma secondo la Boldrini non si chiamava Libere e uguali?) con 4 donne su 14 seggi assegnati.
Non sarà illegale, è sicuramente illegittimo. Continuo a chiedermi se non potrebbe essere materia o far parte delle materie oggetto di un ricorso sulla costituzionalità della legge elettorale mostruosa alla quale ci hanno costretto, salvo raccontarci oggi che purtroppo gli italiani non hanno scelto una maggioranza sicura.
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