DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
Maria Giovanna Maglie per Dagospia
"The first thing [President Obama] could do is say radical Islam if it is," Trump said Thursday night. La polemica nell'America alle presidenziali torna subito sul terrorismo, e la cronaca tremenda lavora per le intemerate di Donald Trump, le sue opinioni durissime su immigrazione e controlli alle frontiere coincidono con le ansie e i timori degli elettori. Anche questa settimana si chiude bene per lui, domani presenta il ticket, martedì tutti a Cleveland.
“Cominci col chiamare le cose con il loro nome il presidente Obama, sarebbe già un sollievo, per combattere un nemico gli devi dare il nome che gli spetta, e si chiama terrorismo islamico, figlio dell'Islam radicale. E' sempre lo stesso, a Orlando, a San Bernardino, a Parigi, al World Trade Center, questa volta a Nizza, è l'Islam radicale il nostro nemico. Poi chiuda le frontiere, non li lasci entrare nel nostro Paese senza sapere chi sono e che vengono a fare.
Ne basta uno per fare danno e noi ne lasciamo entrare a migliaia. Dobbiamo essere duri, io sono il candidato che vuole far tornare i confini, una nazione è grande se difende ii suoi confini. Hillary Clinton è debole e incapace, con le sue stupide scelte politiche ha creato Isis. E' molto triste, non finisce mai, e noi non facciamo niente per fermarli,siamo deboli, siamo governati da deboli”
Donald Trump è ospite di Greta Van Susteren, famoso avvocato conservatore, figlia del braccio destro di mcCarthy, che cominciò la carriera tv con il processo a OJ Simpson, e ora fa il giornalista politico, quando arriva la notizia di Nizza. Doveva parlare d'altro, ma dice subito che la conferenza stampa di oggi, venerdì, per presentare il candidato che ha scelto come vice presidente, Mike Pence, è rinviata in segno di lutto; poi soavemente affonda la lama nella grande enorme paura che gli americani ormai nutrono per il pericolo del terrorismo in casa.
La materia c'è, perché tra il 2001 e il 2013 sono entrati per restare un milione e mezzo di immigrati musulmani; se eletta presidente, la Clinton nei prossimi quattro anni darebbe il permesso ad almeno 65mila solo profughi siriani ogni anno, più circa 150mila dal resto del Medioriente. Già è un numero enorme, ma siccome questi rifugiati otterrebbero la green card, potrebbero far arrivare le rispettive famiglie, con un effetto moltiplicatore fino a dieci milioni in quattro anni (dice la campagna Trump).
Perciò da una parte c'è un candidato che vuole chiudere le frontiere, dall'altra una che intende dar asilo permanente a fino a un milione di immigrati dal Medio Oriente nel suo primo mandato, senza contare un milione e mezzo di illegali già nel Paese ai quali è stato promessa la regolarizzazione nonostante una sentenza avversa recente della Corte Suprema che Obama proprio non si aspettava e che Hillary intende rovesciare se da presidente si potrà scegliere il nono e ora mancante giudice della Corte.
Bene, secondo un sondaggio di Rasmussen le elettrici si oppongono al piano Clinton con un margine di 21 a 1, margine che scende ma resiste al 17 a 1 tra gli elettori democratici dei due sessi. Addirittura l'85 per cento dei neri è contrario.
Ma nella piattaforma programmatica che si va preparando per la convention democratica di Filadelfia il piano immigrazione è immutato, troppi gli interessi economici che lo tengono in piedi Solo che rischia di costare carissimo. Il piano, a dire il vero, è condiviso dallo speaker della camera, il repubblicano Paul Ryan, ed è stata la ragione principale della sua opposizione a Trump. Ryan ha sfidato anche il suo distretto in Wisconsin su questo tema scottante, lui pro immigrazione islamica e votandola, sette elettori repubblicani su dieci contrari.
Il dato nazionale è anche più sfavorevole: 92 per cento ei repubblicani e 83 per cento degli elettori tutti chiedono che i tassi di immigrazione siano congelati o almeno drasticamente ridotti. Il che, accompagnato dalle stragi nel mondo, ci fa tornare a Trump, che ieri sera ha steso la sua piattaforma anti terrorismo in modo secco ed efficace.
''Fanno schiave le donne e uccidono i gay, io non li voglio nel nostro Paese.
L'immigrazione è un privilegio e noi non dovremmo lasciar entrare nessuno che non sostenga le nostre comunità.
Ci spieghi Hillary Clinton perché crede di dover aumentare l'immigrazione da tali pericolose nazioni senza un sistema efficace per schedare quelli che facciamo entrare.
Ci spieghi Hillary Clinton perché dovremmo ammettere nel nostro Paese coloro che sostengono violenze di ogni genere contro gli omosessuali americani
Ci spieghi come pagherà un piano che costerà centinaia di miliardi di dollari fino a compimento.
Non sarebbe meglio destinare questo denaro a ricostruire l'America ed assistere i poveri?
L'America ha già ammesso un numero di immigranti grande almeno quattro volte più di qualsiasi altro Paese, continuiamo a farlo senza veri controlli. Non c'è da sorprendersi s ei salari del lavoratori sono diminuiti.
donald trump e il progetto del muro con il messico
Che la mettiamo come questione di sicurezza nazionale o di sicurezza finanziaria, non possiamo permetterci di continuare così. Abbiamo un debito di 19mila miliardi di dollari, non abbiamo più opzioni. Tutte le nostre comunità di tutte le provenienze sono in attesa di una qualche misura che dia loro sollievo. Questo non è un atto di offesa contro nessuno, è un atto di difesa”.
Alle prese con il doppio problema di valutare gli effetti di un vice presidente che era tra i nemici di Trump come Pence, e la consapevolezza che il terrorismo internazionale non rispetterà né l'estate né le elezioni americane, Hillary Clinton ha rilasciato un comunicato molto di circostanza. Alla domanda sul nome da dare alla Cosa, se l'è cavata con:” Sono le azioni del jaidismo radicale che usa l'Islam per plagiare persone fragili”. Non un granché.
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