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Subito dopo la notizia dell'indagine a carico del ministro dell'Interno Matteo Salvini per sequestro di persona, arresto illegale e abuso d'ufficio per il caso Diciotti, su Twitter alcuni utenti hanno ripubblicato il tweet del 2016 in cui Luigi Di Maio chiedeva le dimissioni dell'allora ministro dell'Interno Angelino Alfano indagato per abuso d'ufficio.
2. IL POST DI MARIA ELENA BOSCHI SU FACEBOOK
Questo è il giustizialismo cinque stelle che ha manganellato tanti innocenti e io ne so qualcosa. Con i loro avversari sono violenti, con i loro alleati come salvini silenziosi. Di Maio ha una doppia morale ma nessuna dignità
3. LA TELEFONATA DI DI MAIO AL MINISTRO DELL' INTERNO:DECIDITI, I MIEI NON LI TENGO
Alessandro Trocino per il Corriere della Sera
A un certo punto della giornata, il vicepremier Luigi Di Maio alza il telefono e chiama l' altro vicepremier, Matteo Salvini: «Matteo ora basta, trova una soluzione. I miei non li tengo più, hai visto cosa sta succedendo?».
Succede che da giorni la base del Movimento è in fermento e, dopo l' esternazione del presidente della Camera Roberto Fico, si moltiplicano gli appelli a una soluzione umanitaria della questione della nave Diciotti. Ed è anche grazie alla pressione congiunta di Di Maio e del premier Giuseppe Conte se in serata si sblocca la situazione.
Lo stesso Salvini non vedeva vie d' uscita e sapeva di non poter tirare ancora la corda.
Quindi si appiglia al primo spiraglio, le dichiarazioni del premier albanese, e dà il via libera.
Intanto Di Maio fa sapere, a soluzione trovata, che il merito della soluzione è ascrivibile alle pressioni del premier Conte.
In realtà, Di Maio è sostanzialmente in sintonia con Salvini e condivide la linea dura sulla questione migranti, che paga in termini di consensi elettorali, anche in vista delle Europee. Ma sa anche che deve smarcarsi, perché il Movimento ha sensibilità diverse. Di qui la doppia strategia. Sul fronte interno il leader dei 5 Stelle tiene le truppe, almeno fino a quando Fico decide di uscire allo scoperto.
Esternazione molto sgradita, come fa notare in un' altra telefonata al presidente della Camera, lo stesso Di Maio. Non serve il mezzo rimprovero, sia perché ormai Fico ha un' autonomia e un ruolo istituzionale, sia perché si moltiplicano le uscite di politici legati al presidente. L' ultimo, durissimo, è di Luigi Gallo, l' uomo più vicino a Fico. Che spiega come la linea di Salvini serva a «alimentare l' odio e il rancore» e inquadrato l' atteggiamento del leader leghista nell' ambito di «una lunga campagna elettorale fino alle Europee».
Segnali di opposizione chiara e frontale alla linea dura di Salvini. E che vanno a intercettare un malumore crescente da parte della Guardia Costiera. Tanto che il ministro Elisabetta Trenta si sente in dovere di ricordare di avere candidato al Nobel per la Pace la Marina e chi «ha partecipato al salvataggio di vite umane». Non è un caso che lo stesso Salvini ritenga necessario, dopo giorni di silenzio, esprimere «ringraziamento e sostegno» alla Guardia Costiera.
Ma c' è un ulteriore passo che fa capire come il Movimento non voglia rompere affatto con Salvini, ma voglia mantenere un profilo autonomo. È la dichiarazione congiunta dei capigruppo, che rispondono a Di Maio, con la quale, in modo del tutto inusuale, definiscono l' incontro tra Salvini e Orbán «esclusivamente politico e non istituzionale o governativo». Un modo per prendere le distanze. Nota che all' inizio si era pensato di far fare al premier Conte, per poi cambiare rotta per evitare di alzare i toni.
GIUSEPPE CONTE LUIGI DI MAIO MATTEO SALVINI
Comunque sia, la decisione finisce per essere un cedimento alla linea di Fico, visto che fu lo stesso presidente della Camera a ricordare che il presidente dell' Ungheria doveva partecipare alla redistribuzione europea dei migranti.
Il timore dei 5 Stelle è che l' incontro a due finisse per impegnare il governo in un pericoloso patto politico tra i due Paesi con il quale si sceglieva, invece della solidarietà europea, il no unilaterale ai migranti. Che questo sia l' approdo finale di Salvini, lo ha reso chiaro lui stesso nei giorni scorsi riferendosi al «no way» australiano e lodando incessantemente Orbán.
Ma i vertici dei 5 Stelle non vogliono, o non possono, seguire il leader della Lega su una strada troppo sbilanciata a destra. E non vogliono seguire a tutti i costi le sorti di Salvini. A maggior ragione, dopo la notizia che Salvini è stato indagato dalla magistratura. Per questo non ne chiedono le dimissioni, appigliandosi al codice etico dei ministri (diversamente da come fecero con il ministro Alfano), ma sottolineano il «rispetto della magistratura».
4.DI MAIO
Il ministro Matteo Salvini vada avanti perchè non ha violato il codice etico del contratto e dei Cinque stelle. Il Governo si assume la responsabilità politica delle scelte fatte sul caso della nave Diciotti ma c'è "pieno rispetto" per l'azione della magistratura per cui non dobbiamo "attaccare" i pm che indagano. Lo ha detto il vicepremier Luigi Di Maio in un lungo video su Facebook. "Non facciamo piombare di nuovo questo Paese negli scontri tra procure, pm e politica", è l'appello del vicepremier.
diciotti migrantinave diciotti
MARIA ELENA BOSCHI MARIA ELENA BOSCHI AL MARE
MOAVERO DI MAIO SALVINI CONTE MATTARELLAsalvini di maiosalvini di maioMATTEO SALVINI LUIGI DI MAIOnave diciottimigranti a bordo della diciotti
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