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DI MAIO SULL AEREO PER PECHINO
Maria Gabriella Giannice per l'ANSA) - Luigi Di Maio supera le maglie del Jobs Acts con due mosse. La prima, reintroducendo, via decreto, la cassa integrazione per i lavoratori delle aziende che cessano l'attività o sono in fallimento scongiurando migliaia di licenziamenti. La seconda con il superamento temporale dei tre anni di ammortizzatori sociali, imposto da uno dei decreti attuativi della riforma del lavoro targata Renzi con una serie di proroghe ad aziendam.
Qui in gioco ci sono, nell'immediato, 30.000 lavoratori metalmeccanici e nel medio periodo 189.000 dipendenti da aziende in crisi. Le due misure sono state annunciate dal ministro del lavoro e dello sviluppo economico e vicepremier ai sindacati metalmeccanici di Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm-Uil durante il tavolo convocato oggi. Ma queste non sono che preludio "di una riorganizzazione generale delle misure di sostegno al reddito che sarà realizzato in legge di bilancio" spiegherà Di Maio al termine della riunione. Nella legge di Bilancio il Governo "metterà fine alle distorsioni che il job acts ha generato in questi anni" ha aggiunto.
Ma per arrivare al varo della legge di Bilancio bisogna aspettare fine anno, troppo tardi per tanti lavoratori e quindi era necessario procedere d'urgenza per "assicurare la copertura della cassa integrazione per i lavoratori che oggi restano scoperti da ammortizzatori" ha detto ancora. La misura più urgente, cioè la reintroduzione della cig per cessata attività, è stata inserita nel decreto 'urgenze' prossimo alla firma del Presidente della Repubblica e all'entrata in vigore. "Poi caso per caso, cioè azienda per azienda, con provvedimenti ad hoc, sarà prolungata la cassa integrazione e anche i contratti di solidarietà per quelle industrie che devono completare il percorso di ristrutturazione" spiega Rocco Palombella, segretario generale della Uilm. Nell'immediato si tratta di almeno 30.000 metalmeccanici, che rischiavano il licenziamento al 31 dicembre di quest'anno, cifra che sale a 189.000 lavoratori se si tiene conto delle aziende coinvolte in stati di crisi in tutti i settori industriali.
"Si tratta di prime misure per affrontare l'emergenza" commenta il segretario generale della Fiom Francesca Re David. Mentre il segretario generale della Fim-Cisl Marco Bentivogli giudica "positivo che queste iniziative rientrino anche nel confronto più ampio che si avvierà da lunedì 1 ottobre con Cgil-Cisl-Uil" sempre sugli ammortizzatori sociali. Ammortizzatori che dovrebbero entrare, come annunciato dal Ministro, in un quadro generale di "misure di sostegno al reddito".
Ma è qui che i sindacati ci tengono a mettere alcuni paletti: cassa integrazione e contratti di solidarietà sono strumenti - avvertono - che devono sostenere "lo sviluppo industriale e l'innovazione del Paese" non sono assistenza. Insomma che nessuno confonda la cassa integrazione e i contratti di solidarietà (sacrifici che i lavoratori accettano in costanza di lavoro e con l'obiettivo di rilanciare le aziende) con il reddito di cittadinanza o con la Naspi (cioè l'assegno di disoccupazione). "La NASPI che non va assolutamente utilizzato per fare cassa per altri provvedimenti, come il reddito di cittadinanza che ha altre finalità" avverte Bentivogli.
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