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Alessandro Trocino per il "Corriere della sera"
luigi di maio a l'aria che tira 1
«Inutile fissare la data della firma per il Mes, se prima non si fanno le modifiche». La strategia di Luigi Di Maio - che si evince anche da questa frase detta ai suoi - è insistere e resistere. Di fronte alle dichiarazioni in arrivo dal presidente dell' Eurogruppo, secondo il quale «l' accordo sul Mes c' è già e non c' è nessuna ragione per cambiarlo», il ministro degli Esteri si chiude a riccio. Rilancia, più distensivo, sull' altro tema che provoca fibrillazioni, la prescrizione: «Sono sicuro che il Pd farà la scelta giusta e si andrà avanti».
meccanismo europeo di stabilita' 2
E prepara una strategia sul Mes, il fondo salva-Stati: una risoluzione di maggioranza che dia mandato ai negoziatori di «non assumere vincoli», e quindi di temporeggiare. O, in caso estremo, una risoluzione in solitaria dei 5 Stelle, che però potrebbe far precipitare lo scontro con il Pd.
LUIGI DI MAIO ROBERTO GUALTIERI
Mercoledì Giuseppe Conte tornerà in Aula in vista del Consiglio Ue del 12 e 13 dicembre. Il gelo tra Di Maio e il premier si è visto tutto l' altro giorno alla Camera, anche se ora si prova a recuperare. Alvise Maniero è uno dei deputati più battaglieri sul Mes, vicino a di Di Maio: «Se l' Europa ha fretta, domandiamoci perché. Noi non ce l' abbiamo. Se si vuole approvare una riforma svantaggiosa, non dobbiamo corrergli dietro».
E non importa se Conte e il ministro Gualtieri non sembrano del tutto convinti: «Abbiamo piena fiducia in Conte. Quanto al Pd, massimo rispetto per le loro opinioni. Ma ragioniamo su una cosa: se due terzi della maggioranza è contraria a questo accordo e un terzo è favorevole, che si fa? In un sistema democratico ci si ferma e ci si siede al tavolo a discutere. Non certo per far cadere il governo».
nicola morra foto di bacco (1)
Ma anche nel Movimento le posizioni sono differenziate e Di Maio si trova a gestire una situazione difficile interna. La questione del capogruppo è stata rinviata a data da destinarsi, dopo il fallito blitz di Di Maio che voleva imporre Francesco Silvestri. Si rincorrono voci di sedizioni, ma nessuno ha il coraggio o la forza di metterci la faccia. Al Senato la faccia ce la sta mettendo Nicola Morra, che ieri sera, per la seconda volta in un mese, ha convocato i parlamentari, come fosse un segretario ombra, «per discutere dell' identità del Movimento».
meccanismo europeo di stabilita'
Ma Morra, per ora, non riesce a smuovere la maggioranza dei parlamentari. Alla Camera tra le personalità più forti in dissenso ci sono Barbara Lezzi e Carla Ruocco, tra i pochi a esporsi finora.
Anche la vicenda delle Regionali è una piccola polveriera. Se in Emilia-Romagna, la scelta di correre da soli non è stata apertamente contestata, in Calabria la faccenda è diversa. Il candidato presentato dal coordinatore Paolo Parentela è Francesco Aiello.
Che però non ha fatto una grande impressione. In una call su Skype ha spiegato che «chiunque avrebbe vinto gli uninominali in Calabria al posto vostro», suscitando le legittime perplessità dei parlamentari, che si sono spesi per essere eletti. E ha anche detto, parlando della deputata che si è autocandidata, che «Dalila Nesci va messa a tacere». Affermazione che ha fatto indignare molti.
LUIGI DI MAIO INCONTRA BEPPE GRILLO A ROMA 2PIPPO CALLIPO
Federica Dieni ha proposto uno schema diverso: appoggiare insieme al Pd Pippo Callipo, che è appena sceso in campo. Ipotesi che potrebbe avere qualche chance, ma dovrebbe essere sottoposta a Rousseau.
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