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An. Man. con un'analisi di Mario Platero per www.ilsole24ore.com
putin lukashenko poroshenko ashton
A due giorni dalla stretta di mano a Minsk fra il presidente ucraino Petro Poroshenko e l'omologo russo Vladimir Putin, che sembrava preludere a una distensione o come si è definita in questi mesi ad una de-escalation, i rapporti Russia-Ucraina si rifanno tesissimi. La città di Novoazovsk, sulla costa del mare di Azov a sud di Donetsk, dove è stato aperto un terzo fronte di guerra, è stata presa dalle truppe russe, riferiscono media ucraini.
L'allarme è confermato dalle autorità statunitensi e la denuncia della Nato: oltre mille soldati russi sono entrati in Ucraina. Secondo fonti americane, i militari sono equipaggiati con «armi pesanti». L'ambasciatore americano in Ucraina Geoffrey Pyatt ha accusato la Russia di essere «direttamente coinvolta» negli scontri tra ribelli e forze governative filo-russe a Est: la Russia - dice Pyatt - avrebbe inviato il più avveniristico sistema di difesa aerea, il «Panzir-S1», nell'Est Ucraina. Questo sistema antimissile è arrivato alle forze armate russe solo nel 2013: sistema definito dagli esperti del settore «miracoloso»: è capace di seguire fino a 20 bersagli contemporaneamente.
putin e poroshenko con ashton e nazarbayev
L'episodio segue lo sconfinamento di soldati russi catturati dagli ucraini: le foto sono state diffuse durante il vertice di Minsk e il governo russo si è affrettato a dire che i soldati avevano sconfinato «per sbaglio».
Novoazovsk, città di 11mila abitanti a 100 km a sud della roccaforte dei ribelli Donetsk, è a poca distanza dal confine russo. Negli ultimi giorni Kiev ha accusato Mosca di aver portato nel territorio ucraino ingenti mezzi militari. La Russia, dal canto suo, ha sempre smentito di essere presente sul terreno coi propri soldati e mezzi.
Il primo ministro ucraino Arseni Iatseniuk ha chiesto ai Paesi membri del Consiglio di sicurezza dell'Onu (di cui fa parte anche la Russia) di convocare una seduta straordinaria dopo gli ultimi avvenimenti nell'Ucraina sudorientale.
Poroshenko cancella la visita in Turchia a causa «dell'ingresso delle truppe russe in Ucraina», riferisce un comunicato stampa sul sito presidenziale. «Si è effettivamente verificata l'introduzione di truppe russe in Ucraina» dice. «Il mio posto oggi è a Kiev».
Il governo ucraino chiede ai suoi partner europei per convocare una riunione d'emergenza del Consiglio dell'Unione europea. «Siamo estremamente preoccupati dagli ultimi sviluppi» è finora il commento ufficiale di un portavoce dell'alto rappresentante Ue per la politica estera, Catherine Ashton.
LITUANIA IN SOCCORSO DI KIEV
La Lituania ha chiesto una riunione d'emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite per discutere «l'invasione» russa in Ucraina. «La Lituania condanna con forza l'evidente invasione del territorio dell'Ucraina da parte di forze armate della Federazione russa», ha affermato il ministero degli Esteri di Vilnius. Il paese baltico, inoltre, «suggerisce che la questione sia esaminata dal Consiglio di sicurezza dell'Onu il prima possibile».
novoazovsk confine tra russia e ucraina
VERTICE OSCE, LA RUSSIA NEGA PRESENZA DI SOLDATI RUSSI
i ribelli filorussi conquistano novoazovsk in ucraina
Intanto alle 13 si è riunito l'Osce in sessione straordinaria per discutere gli ultimi sviluppi della crisi, in particolare delle notizie di movimenti di truppe russe nell'est del Paese, comunica la rappresentanza Usa presso l'organizzazione sul suo account di twitter. La Russia nega ogni cosa: non ci sono soldati russi in Ucraina, ha affermato oggi l'ambasciatore di Mosca presso l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) Andrey Kelin. Poco prima Mosca si era limitata dire che non è in programma un nuovo incontro del presidente Putin con l'omologo Poroshenko, dopo quello di Minsk martedì scorso.
carri armati russi a novoazovsk in ucraina
«L'escalation della guerra in Ucraina in un conflitto aperto è ora probabile per la prima volta, dopo il fallimento della proposta tedesca di un cessate il fuoco», twitta Dmitri Trenin, considerato uno dei più attenti e autorevoli politologi russi.
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