DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE…
Emanuele Buzzi per il "Corriere della Sera"
I contiani esultano, l'ala critica pure. La riunione dei grandi elettori Cinque Stelle (partecipano anche i delegati regionali) finisce così, sotto il segno dello scontro. E con una tensione palpabile, nonostante il dibattito non sia stato infiammato da interventi aspri così come si pensava alla vigilia. Il tema della riunione è il conferimento del pieno mandato a Giuseppe Conte a trattare per il capo dello Stato, lo stesso mandato - per intenderci - che Enrico Letta potrebbe chiedere ai dem. E lo scontro interno si gioca proprio su questo, sulla presenza o meno dei capigruppo nella trattativa.
Un punto che viene visto dai vertici come fondamentale. Prima parla il presidente M5S e dice di voler «ascoltare». Il suo discorso raccoglie di fatto tutti i punti pubblici toccati dal Movimento nelle ultime settimane: il dialogo con tutte le forze in campo, l'asse saldo con Pd e Leu, il no a Berlusconi come candidato («Irricevibile»).
«Non aspiriamo a fare i kingmaker costi quel che costi» dice Conte. E precisa: «Noi dimostreremo coi fatti che l'unico sicuro "ago della bilancia" in questa partita sarà proprio il M5S». Il leader poi puntualizza: «Non ritengo opportuno scendere nella valutazione di singoli nominativi», anche se precisa a chiare lettere: «Credo che gli italiani pretendano che il governo non perda nemmeno un giorno di lavoro per risolvere tutti questi problemi».
Conte poi ammette: «Ho instaurato un canale diretto con gli esponenti di centrodestra. Questo confronto (e in particolare con Salvini) è utile». Dopo Conte intervengono i capigruppo, con Davide Crippa che ricalca il discorso fatto martedì ai deputati sulla necessità di garantire il Pnrr. A seguire c'è una sequela di interventi tutti pro-Conte. Mauro Coltorti, Gianluca Ferrara, Angela Raffa, Maurizio Santangelo, Giorgio Fede, Marco Bella, Daniela Torto, Alessandra Maiorino, Davide Serritella, Agostino Santillo si schierano con il leader.
Primo Di Nicola chiede di puntare al Mattarella bis, Danilo Toninelli invoca un pronunciamento della rete. Tra i parlamentari, però, c'è malessere. «Questa è la solita claque», dice un grande elettore M5S. C'è chi parla di pressioni, messaggi durante l'assemblea per ribadire la centralità del ruolo di Conte. La tensione è palpabile. Intervengono poi alcuni esponenti - Vincenzo Presutto, Francesca Ruggiero, Luigi Iovino, Giuseppe Auddino, Orietta Vanin, Antonella Campagna e Marialuisa Faro - che chiedono la presenza di Mariolina Castellone e Crippa al fianco di Conte. Il timore - spiegano nel Movimento - è che «chi gestisce il gruppo venga informato a cose fatte».
Con la riunione ancora in corso, fonti dei vertici sottolineano come la larga maggioranza abbia riconosciuto pieno mandato a Conte. Parole che riaccendono lo scontro interno. «Quanto siamo coesi lo vedremo nell'urna», dice un Cinque Stelle. Il rischio - assicurano fonti interne al partito - è che il numero di defezioni per vari motivi possa toccare quota 70 (su oltre 230 grandi elettori). «Ci sono una trentina di malpancisti, una ventina di cani sciolti e in più ci saranno anche gli assenti per Covid», spiega un parlamentare .
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