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Andrea Montanari per “la Repubblica”
SILVANA CARCANO MARIO MANTOVANI
L’ex vice governatore lombardo e assessore alla Sanità Mario Mantovani di Forza Italia, arrestato lo scorso 13 ottobre e tornato libero per un vizio di forma il 14 aprile è tornato al Pirellone e in aula è scoppiata la bagarre.
Ha preteso di intervenire, ma il Movimento Cinque Stelle lo ha zittito. Bloccando per ore i lavori del Consiglio regionale della Lombardia con striscioni e cartelli e occupando l’Ufficio di presidenza. Bilancio finale, due espulsi tra i grillini.
«Vergognati e dimettiti», urlavano i 5 stelle a Mantovani. «Buffoni, bravo Mario», replicava dalla tribuna del pubblico una sparuta claque venuta da Arconate: il comune dell’hinterland milanese di cui Mantovani è stato sindaco per anni, che tra le altre cose ha concesso la cittadinanza onoraria alla madre di Silvio Berlusconi, Rosa Bossi.
Il volto provato, un inedito filo di barba, Mantovani ha ricevuto pubbliche strette di mano e abbracci di consiglieri del centrodestra e di qualche esponente del centrosinistra. Anche se dentro Forza Italia c’è chi ha tentato fino all’ultimo di convincerlo a rimanere a casa.
«È vergognoso che lui sia ancora qui», attacca il capogruppo grillino Gianmarco Corbetta.
«La sua presenza infanga l’immagine di una istituzione, la Lombardia, che già di suo non gode di una buona reputazione tra i cittadini lombardi a causa degli scandali». Mantovani, invece, non ha fatto una piega. Presa la parola, ha sostenuto di essere «estraneo» a tutte le accuse di concussione, corruzione e turbativa d’asta, di cui dovrà rispondere ai giudici di primo grado che si aprirà a Milano il prossimo 8 giugno.
«Non fuggo — ha aggiunto — ma affronterò una sfida, che è seconda solo alla morte, nei luoghi che mi sono stati affidati dagli elettori». Citando nel suo discorso Adenauer, Einstein e perfino Gramsci.
Pd e Patto civico di Umberto Ambrosoli hanno assistito al discorso sgomenti a quella che hanno poi definito una «brutta pagina della storia del Consiglio regionale lombardo». Ancora più duro il presidente del Consiglio regionale lombardo Raffaele Cattaneo dell’Ncd: «È dai tempi del peggior squadrismo fascista che non si vedeva una cosa così». Roberto Maroni non c’era perché in missione a Barcellona.
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