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DAGOREPORT - SERVIZI E SERVIZIETTI: IL CASO ALMASRI E' UN “ATTACCO POLITICO” ALLA TRUMPIANA MELONI?…
VIZIO-NARIO D'ITALIA - ILVO DIAMANTI: PAPA FRANCESCO E’ L’UNICO CHE DA’ SPERANZA – GRILLO E RENZI, INVECE, INNESCANO SFIDUCIA – E PENSARE CHE DUE ANNI FA, MATTEO OCCUPAVA LA FIDUCIA NEL DOMANI… IN FONDO A TUTTI, SEMPRE LUI: BERLUSCONI - ACCANTO AI POLITICI E AI PARTITI, CHE NON PIACCIONO AGLI ITALIANI, C' È DONALD TRUMP
Ilvo Diamanti per La Repubblica
Le parole sono importanti. Servono a rappresentare la realtà. Ma anche a costruirla. Perché la realtà sociale non esisterebbe senza le nostre parole. Senza le nostre rappresentazioni. (L' eco del famoso saggio di Berger e Luckmann non è casuale). Per questo ci pare utile riproporre la "Mappa delle parole", come avviene ormai da 7 anni. Perché attraverso le parole è possibile ricostruire i significati, ma anche la prospettiva e la valutazione, del mondo intorno a noi. Così, anche quest' anno, abbiamo condotto un sondaggio (Demos- Coop) su un campione rappresentativo, particolarmente ampio.
Alle persone intervistate sono state proposte una quarantina di parole, che evocano diversi soggetti, eventi, valori; diverse persone e istituzioni del nostro tempo. Ci siamo concentrati, in particolare, sul contesto politico-sociale e mediale. In senso lato. In questo modo abbiamo cercato di combinare il tempo e il sentimento.
Ne emerge una Mappa suggestiva. In qualche misura, complessa. Ma chiara, nelle indicazioni di fondo. Appare definita in tre aree, tre regioni di significato, dai confini - e soprattutto dai contenuti - piuttosto precisi. Agli estremi si oppongono due contesti alternativi.
In alto a destra, c' è il ponte verso il Futuro condiviso. Dove insistono obiettivi attraenti e, appunto, condivisi. La promozione dell' ambiente e delle energie rinnovabili. Quindi: il lavoro. Perché è necessità "materiale", ma anche un "valore". Accanto al lavoro: la ripresa, da un lato, e la meritocrazia, dall' altro. Nel duplice auspicio: che il lavoro riprenda, insieme allo sviluppo; e che sia orientato dal - e al - "merito". Criterio universalista, oltre ogni raccomandazione e privilegio.
Più in basso, tre parole "pubbliche", ben incastrate fra loro. Popolo, democrazia. E l' Italia. Dunque: il governo del "demos". Il popolo sovrano e responsabile. Dotato di diritti e doveri. Limiti e poteri. Fonte di "democrazia", oltre ogni "populismo". In mezzo: l' Italia. Popolare e democratica. Più in alto, a dare senso a questa regione di significato: la speranza e il cuore. Sentimento e passione che guardano lontano. Trainati dal volontariato. Più sopra, Papa Francesco.
Nonostante tutto: l' unica figura, l' unica persona capace di suscitare passione. E speranza. Nello spazio opposto, si incontrano politica, politici e partiti. Senza distinzione. Lo sguardo degli italiani, in questa direzione, è pervaso da sfiducia, verso un passato che non passa. E non cambia. Leader, partiti e anti-partiti. Sono tutti là in fondo. Salvini e la Lega, poco sopra il PD. Vicino al M5s c' è FI. In fondo a tutti, come sempre, Silvio Berlusconi. L' Uomo Nuovo degli anni Novanta.
Il Capo. Oggi sfiora i confini dello spazio politico percepito dagli italiani. Quasi invisibile. Non lontano, incombe Beppe Grillo. Ieri, il Nuovo contro tutti. Oggi, a sua volta, ai margini. Non per insofferenza ma, piuttosto, per indifferenza. Accanto ai politici e ai partiti, che non piacciono agli italiani, c' è Donald Trump. Spinto alla presidenza degli Usa dal sostegno delle "aree periferiche".
Dall' inquietudine dei "ceti in declino". Per gli italiani: un politico come gli altri. Ma la novità più sorprendente, in mezzo a questo non-luogo semantico, è la presenza di Matteo Renzi. Solo due anni fa: campeggiava nello "spazio futuro". Alternativo a Berlusconi. Mentre oggi sta proprio accanto a Berlusconi. La speranza di ieri si è consumata in fretta. Come le sorti del suo PD. Il PDR. Confuso in mezzo agli altri partiti. "Legato" a FI. E, quindi, risucchiato nell' indifferenza, che è molto peggio dell' anti-politica.
Nella "terra di mezzo", tra il "futuro condiviso" e la "marcia verso il passato", si addensa una pluralità di parole che evocano contrasti e divisioni. Quasi un "Campo di battaglia". L' euro e la UE. Accanto alle "unioni gay". E al mito dell' Uomo Forte, che negli ultimi anni sembrava il marchio della "nuova" politica. Mentre oggi sta a metà fra passato e futuro. Incapace di "emozionare".
salvini allontanato da Montecitorio
Non per caso sia Renzi che Grillo, oggi, nella Mappa, stanno "sotto" i loro partiti: PD e M5s. All' opposto di qualche anno fa. A significare che oggi la personalizzazione non è più, necessariamente, una virtù.
Nel "Campo di battaglia" incontriamo l' immigrazione. Sul crinale fra accoglienza e integrazione. Fra "Ius soli" e respingimento. Le stesse ONG si sono istituzionalizzate. E oggi appaiono distanti dal volontariato.
Fra le parole che stanno "in mezzo", non per caso, ritroviamo i "media". Vecchi. Tv e giornali. Mentre la radio resiste, ai confini della "terra promessa". Sull' asse del futuro, i social media li sovrastano. Tuttavia, per costruire il consenso, i media, "tradizionali" restano centrali. La TV, per prima. Da ciò la questione evocata dalle parole del nostro tempo. Il futuro della democrazia.
Perché i soggetti tradizionali della "democrazia rappresentativa" partiti e politici - appaiono delegittimati. Isolati nella regione del "passato". Mentre la Democrazia digitale, "immediata" più che "diretta": è il futuro. Nella Mappa tracciata dagli italiani, si posiziona in alto. Eppure è spostata, anche se di poco, verso il quadrante della sfiducia. Meglio, della "prudenza". Come i social media.
Tra diffidenza e delusione. Gli italiani, per definire il futuro della democrazia, non usano parole rassicuranti.
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