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(TMNews) - Maria Alekhina, una delle Pussy Riot che sta scontando in una colonia penale la condanna a due anni di carcere, ha ricevuto minacce in carcere e chiede "l'attenzione e il sostegno della Comunità internazionale e delle organizzazioni russe per la difesa dei diritti". L'appello della ragazza, consegnato ai familiari durante una conversazione telefonica, è stato rilanciato dai legali che la seguono ed è rimbalzato subito sui siti e i blog russi.
Maria, una delle due esponenti del gruppo punk condannate per aver inscenato una "preghiera" contro Putin nella Cattedrale moscovita di Cristo il Salvatore, si trova da due settimane nella colonia penale della regione di Perm e domani doveva essere trasferita dall'area "di quarantena" dei nuovi detenuti in un settore comune: il 21 novembre, però, ha chiesto di non essere messa assieme ad altre detenute e ora si trova in isolamento.
"Alekhina si trova in un posto sicuro, dove non rischia niente, in una struttura con celle che si trova nel settore d'isolamento - ha precisato l'ufficio stampa del sistema penitenziario russo al quotidiano Komsomolskaya Pravda - qui la condannata può restare tutto il tempo che vuole, se si sente in pericolo". Insomma, Maria non è in isolamento come misura di punizione, è la spiegazione, ma isolata perché si sente minacciata.
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LA PUSSY RIOT NADEZHDA NEL CARCERE IN MORDOVIA jpeg
LE PUSSY RIOT
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