MARINE LE PEN LA DICE TUTTA: “LA CATASTROFE IN LIBIA HA UN SOLO COLPEVOLE: SARKOZY, CONSIGLIATO DA BERNARD-HENRI LEVY E CON IL SOSTEGNO DEI SOCIALISTI. ERA MEGLIO LASCIARE GHEDDAFI AL POTERE”

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Anais Ginori per “la Repubblica”

 

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«La catastrofe che vediamo oggi in Libia ha un solo colpevole: Nicolas Sarkozy». Per Marine Le Pen è già il momento di prendersi la rivincita sulla sinistra al potere senza più maggioranza, costretta a governare a colpi di forzature parlamentari — «Una clamorosa ammissione di debolezza» — e sul suo rivale passato e probabilmente futuro, l’attuale presidente dell’Ump che quando era all’Eliseo lanciò la guerra contro il regime di Tripoli.

 

La leader del Front National ha presentato le liste per le elezioni provinciali di fine marzo, convinta di provocare un nuovo terremoto politico. Nella sede del partito a Nanterre, Le Pen torna a calcare la scena dopo l’eclisse seguita agli attentati e all’unità nazionale dalla quale si era chiamata fuori. All’Italia che s’interroga su un eventuale intervento in Libia lancia un messaggio: «È interesse di tutti non partecipare a questa guerra».

 

Se lei fosse al governo, cosa farebbe?

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«La Francia non deve impegnarsi nel conflitto libico. È la comunità internazionale che deve intervenire, tagliando i flussi di finanziamento all’Is. Sappiamo che questi terroristi vendono del petrolio, incassano decine di milioni di euro. Inoltre, continuano a ricevere armamenti. Dobbiamo chiederci: chi li finanzia, chi li arma?».

 

Qual è la sua risposta?

«Alcuni Paesi con i quali abbiamo relazioni diplomatiche hanno un atteggiamento ambiguo nei confronti dell’Is, per esempio la Turchia. Non possiamo restare alleati con Paesi che sono compiacenti con l’Is, per non dire complici».

 

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Nel 2011 la Francia ha guidato l’intervento contro il regime di Tripoli. È stato un errore?

«Non è stata la Francia ma il presidente di allora, Sarkozy, consigliato da Bernard-Henri Levy, e con il sostegno del partito socialista. L’intervento di quattro anni fa ha provocato degli squilibri geopolitici di cui vediamo oggi le conseguenze. È stato un gigantesco errore strategico da parte di Sarkozy, e di chi l’ha appoggiato».

 

Era meglio lasciare Gheddafi al potere?

«Probabilmente sì, anche se è triste ammetterlo. Lo posso dire serenamente perché noi non avevamo nessun legame con il regime di Gheddafi, diversamente da Sarkozy. Il regime libico era autoritario, ma laico. Riusciva a tenere insieme le diverse minoranze e a controllare i flussi migratori. La geopolitica è la scelta del meno peggio. Gheddafi era meno peggio dei fondamentalisti islamici che vogliono prendere il potere, imponendo la Sharia e trasformando la Libia in un avamposto per lanciare la conquista del terrorismo in Europa».

SARKOTHON IL GIOCO CON GHEDDAFI CHE FINANZIA SARKOZY SARKOTHON IL GIOCO CON GHEDDAFI CHE FINANZIA SARKOZY

 

Dopo il nuovo attacco a Copenaghen, che ricalca gli attentati parigini, quale dovrebbe essere la reazione dell’Europa?

«L’Unione europea è in parte colpevole di questa situazione perché ha aperto le frontiere, imponendoci un’immigrazione di massa. In questi anni, i governi hanno lasciato che si sviluppassero divisioni comunitarie, il vivaio dal quale provengono i fondamentalisti islamici. Per difenderci da nuovi attacchi serve una politica radicalmente diversa, non iniziative risibili come il sito lanciato dal governo francese stop jihadisme , le giornate della laicità o della fratellanza. Non è con i buoni sentimenti che combatteremo il terrorismo».

manifestazione a parigi   sarkozy e hollande  manifestazione a parigi sarkozy e hollande

 

Cosa propone il Front National?

«Quattro direttrici: rivedere le nostre alleanze internazionali, blocco dell’immigrazione e sospensione di Schengen, lotta contro le divisioni comunitarie e qualsiasi violazione della laicità, aumento dei mezzi per esercito, polizia, servizi segreti abbandonando l’austerity imposta dall’Ue che minaccia la nostra sicurezza».

 

Lei parla di blocco dell’immigrazione per combattere il terrorismo. Ma i fratelli Kouachi e Coulibaly erano francesi, così come Omar El Hussein era danese.

Bernard Henry LevyBernard Henry Levy

«Le frontiere aperte permettono alle armi di circolare liberamente. Coulibaly è andato a comprare kalashnikov in Belgio e la sua compagna, Hayat Boumeddiene, è potuta andare indisturbata in Spagna per poi proseguire verso la Siria. Le frontiere permettono il controllo, la protezione del nostro territorio. Se non sospendiamo Schengen, continueremo la caccia ai terroristi con gli occhi bendati».

 

L’aumento dell’antisemitismo la preoccupa?

«Certo che mi preoccupa. Ma il governo si accontenta solo di belle parole. Per lottare contro l’antisemitismo bisogna combattere il fondamentalismo islamico che ne è il carburante. Valls e Hollande per ora non si occupano delle cause. E aggiungo che il governo avrebbe dovuto rispondere molto fermamente a Benjamin Netanyahu, dicendogli che la casa degli ebrei francesi è la Francia, è la loro nazione, la loro patria».

 

 

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