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LA SITUAZIONE È BRUTTA E PURE CONFUSA: SE BRUXELLES NON RICEVE DEGLI STATI DI AVANZAMENTO DEI LAVORI DEL PNRR, LA SECONDA RATA DA 25 MILIARDI RESTERÀ NATURA MORTA - A QUESTO PUNTO: O MARIOPIO SI DÀ UNA SVEGLIATA, SMETTE DI MEDIARE CON I PARTITI A CACCIA DEL CONSENSO PER TRASLOCARE AL QUIRINALE E RITORNA IL PREMIER DECISIONISTA DI DUE MESI FA O È MEGLIO CHE SMAMMI A FARE IL NONNO NEL SUO BUEN RETIRO IN UMBRIA - QUALCOSA SI MUOVE SUL COLLE. E NON SONO SCATOLONI. SE I NUMERI DELLA PANDEMIA PRENDONO IL VOLO, PARECCHI ESPONENTI DI PARTITI DIVERSI SONO PRONTI A FIRMARE UN APPELLO A MATTARELLA AFFINCHÉ PROLUNGHI LA PERMANENZA SUL COLLE PER UN ALTRO ANNO
DAGOREPORT
mario draghi ursula von der leyen
La situazione è brutta e pure confusa: se non vengono portati a Bruxelles degli stati di avanzamento del Pnrr, la seconda rata da circa 25 miliardi resterà natura morta. Le analisi delle grande banche, a partire da Jp Morgan, sono tutte allarmate per la situazione di stallo della politica italiana.
L’uscita pro-Quirinale di Draghi ha irritato tutti i partiti, indebolendo l’azione di governo. Oggi, sulla “Stampa”, perfino il mite Marcello Sorgi lo sbatte al muro. A questo punto: o Mariopio si dà una svegliata, smette di mediare su tutto per trovare il consenso necessario per traslocare al Quirinale e ritorna il premier decisionista di due mesi fa o è meglio che smammi a fare il nonno nel suo buen retiro in Umbria.
mario draghi ursula von der leyen 2
Il 12 gennaio si riunirà la segreteria del Pd, quindi il giorno dopo tocca alla direzione decidere il candidato. A seguire, il 14 si riunirà il centrodestra con Meloni, Salvini e metà di Forza Italia che non sanno come convincere Berlusconi a rinunciare ai sogni di gloria quirinalizia. Anche perché, una volta bocciato, il Banana non si trasformerà in king maker del centrodestra in quanto sia Meloni che Salvini si riprenderanno i loro voti e in mano a Silvio resteranno quelli di metà di forzisti fedeli che fanno capo a Tajani.
L’altra metà anti-berluscona di Forza Italia ha lanciato in campo, a mo’ di provocazione, il nome di Frattini, un tipino educato, ex maestro di sci, benvoluto da tutti che detesta da sempre il vice presidente del partito, Tajani. Intanto, Letta e Salvini si sono approcciati al telefono e hanno preso un appuntamento per il giorno dopo le loro direzioni.
Frattanto, qualcosa si muove sul Colle. E non sono scatoloni. Se i numeri della pandemia, come prefigurato dai virologi, prendono il volo e nella prossima settimana si innalzeranno a 400 mila contagiati giornalieri, parecchi esponenti di partiti diversi sarebbero pronti a firmare un appello a Sergio Mattarella affinché rimanga sul Colle per un altro anno. I segretari dei partiti seguiranno.
Con la permanenza della Mummia Sicula che l’ha nominato, Draghi avrebbe maggior autorevolezza a guidare l’esecutivo. Come si è augurato l’altro giorno Macron, ringraziandoli. Contemporaneamente, sul Colle, consiglieri vicinissimi a Mattarella si stanno adoperando per convincerlo a restare in carica fino al voto politico del 2023.
sergio mattarella emmanuel macron mario draghi
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