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Emilio Randacio per "La Repubblica"
Il processo a carico della famiglia Marzotto, si dimezza. Otto indagati della presunta maxievasione da 71 milioni di euro, hanno infatti ottenuto il via libera al patteggiamento dai pm milanesi, Laura Pedio e Gaetano Ruta. Per cinque invece - tra cui il più noto rampollo di famiglia, Matteo Marzotto - a settembre sarà fissato il processo.
Un importante risultato, i magistrati lo hanno già ottenuto. Attraverso la società di cui sono soci tutti gli indagati, Icg (Internationale Capital Growth Luxembourg), il 24 aprile scorso sono stati versati all'Erario 56 milioni e 32 mila euro per chiudere definitivamente i conti con il fisco.
Grazie a questa mossa difensiva, la procura ha revocato gran parte dei numerosi sequestri preventivi scattati a novembre. Una vera e propria cittadella: immobili di lusso a Cortina, ma anche un intero castello con oltre 50 stanze a Trissino (Vicenza) - tutti beni appartenuti ai discendenti della storica famiglia veneta - , appartamenti nelle località più esclusive erano stati «sigillati», in attesa che l'inchiesta facesse il suo corso.
Al centro dell'inchiesta è finita la vendita del 2007 di uno dei brand di Marzotto, la Valentino Fashion Group, alla società lussemburghese ICG. L'operazione ha garantito agli azionisti una plusvalenza da 200 milioni di euro. Essendo la società lussemburghese, gli azionisti non hanno pagato alcuna tassa al governo italiano. Gli 007 del fisco, però, sulla dichiarazione dei redditi degli indagati del 2008, hanno contestato la reale operatività di Icg in Italia, avviando il contenzioso e trasmettendo anche gli atti alla procura milanese.
L'accusa, per tutti, è quella di omessa presentazione della dichiarazione dei redditi. A processo, oltre a Matteo Marzotto ci sarà la sorella Diamante, l'immobiliarista Massimo Caputi, il presidente del cda di ICG, Pierre Klany e Bart Zech, «amministratore di diritto» Icg.
Diversa strategia, invece, per Vittorio Marzotto, amministratore di fatto e diritto della società lussemburghese, insieme ad Andrea, Isabella e Rosanna Donà delle Rose, Margherita, Maria Rosaria e Cristiana Marzotto e Ferdinando Businaro. Per le loro posizioni i magistrati hanno dato il via libera a un patteggiamento a sei mesi di reclusione.
La pena, stando all'accordo, verrà convertita in pena pecuniaria che sarà triplicata in ragione delle possibilità economiche di ciascun imputato. Per uscire definitivamente dall'inchiesta, ora manca solo l'ultima decisione del gip Gianfranco Criscione.
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