DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Giuseppe Salvaggiulo per “la Stampa”
marta cartabia sergio mattarella
Con una lettera non protocollare inviata al presidente dell'Anm, Giuseppe Santalucia, in occasione della presentazione della nuova versione digitale della rivista «La Magistratura», il presidente della Repubblica Sergio Mattarella traccia la strada del completamento della riforma della giustizia. Dopo le leggi delega sui processi penale e civile, la ministra della Giustizia Marta Cartabia è attesa al varco più impervio: il testo su carriere, organizzazione delle Procure, legge elettorale e funzionamento del Csm.
La carne viva delle toghe. E delle correnti. Dopo l'interlocutorio dossier della commissione di esperti, si attendono le proposte concrete e definitive della ministra. «Siamo ai limiti, spero che a novembre il disegno di legge possa essere discusso e votato dalla Camera», dice il vicepresidente del Csm, David Ermini. Le settimane passano e al ministero tutto tace, i segnali di insofferenza dei magistrati si moltiplicano. In questo contesto, Mattarella dà la linea: per garantire la «credibilità» della magistratura, la cui «indipendenza è elemento cardine della democrazia», non basta la «rigenerazione etica e culturale» pur invocata da due anni.
Servono «riforme profonde» da accogliere senza chiusure, «in un'interrelazione continua con il contesto socio-culturale e nel confronto costruttivo con le altre istituzioni». Il sottotesto - ma nemmeno tanto sotto - è un duplice messaggio alle toghe. Primo: la riforma va fatta, in pochi mesi e non di facciata, quindi prego astenersi da ostruzionismo e chiusure corporative.
Secondo: il Quirinale garantirà che non sia fatta contro la magistratura, piuttosto con il suo concorso, evitando quindi che si trasformi in una resa dei conti che ne ridimensioni il ruolo costituzionale. La circostanza non è casuale. Il capo dello Stato invoca «trasparenza e professionalità» e si compiace che la nuova rivista diventi «uno spazio di dibattito» sollecitando l'Anm, «lungi dal coltivare corporativismo autoreferenziale, a promuovere e sostenere il dialogo autentico» con istituzioni e società (il fermento nelle riviste delle toghe è interessante e destinato a crescere).
david ermini sergio mattarella al csm
Santalucia coglie e promette un dibattito «senza arroccamenti pregiudiziali, perché non amiamo slogan e trite formule», ferma la contrarietà ai referendum radical-leghisti. Tra le questioni più controverse e spinose, la legge elettorale del Csm. Per la ministra Cartabia è necessario approvarla «in tempo utile in vista del rinnovo del Csm» che scade a metà 2022. Precisazione non banale, a qualcuno (a Montecitorio e al Csm) votare con la legge attuale potrebbe non dispiacere. Si cambia, dunque, ma come? Sistema elettorale e alleanze tra correnti potrebbero provocare effetti dirompenti come per i partiti il passaggio al maggioritario del 1994.
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