DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Emilia Patta per ''Il Sole 24 Ore''
I sottosegretari del governo Renzi saranno tutti confermati: al massimo ci sarà un nuovo ingresso. La linea concordata tra Palazzo Chigi e Largo del Nazareno resta quella della continuità, visto che dopo le dimissioni di Matteo Renzi da Palazzo Chigi non si è potuto fare quel governo di responsabilità nazionale proposto dal Pd a causa del rifiuto delle altre forze politiche.
E in queste ore il pressing di Denis Verdini per ottenere almeno due sottosegretari nel segno di Ala (oltre alla conferma del viceministro all' Economia Enrico Zanetti, ex di Scelta civica che comunque dovrebbe restare a Via XX settembre) non sembra aver prodotto risultati. Nessun incontro dell' ex plenipotenziario di Silvio Berlusconi con membri del governo, né Luca Lotti né tantomeno con il premier Paolo Gentiloni. Il quale vuole tenere la porta ben chiusa.
Al massimo un nuovo ingresso, dunque, nel Consiglio dei ministri che domani mattina avrà il compito di completare la squadra di governo. Anche perché l' intenzione di Gentiloni è quella di non aumentare il numero dei membri dell' esecutivo, e il solo a lasciare Palazzo Chigi per andare ad aiutare Renzi al partito sembra essere Tommaso Nannicini.
Il quale, oltre a riprendere il suo lavoro di docente alla Bocconi di Milano, avrà il compito di seguire la stesura del programma del Pd in vista delle prossime elezioni politiche che il segretario immagina entro giugno. Potrebbe essere proprio un sostituto di Nannicini come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio il nuovo membro del governo, andando così ad affiancare Maria Elena Boschi insieme a Sandro Gozi, al quale resterebbe la delega agli Affari europei.
Tuttavia la delega di Nannicini, uno dei "Renzi boys" più vicini all' ex premier durante i suoi ultimi mesi a Palazzo Chigi, era piuttosto ampia al momento della sua nomina nel gennaio scorso, prevedendo le valutazioni strategiche nella elaborazione e nella realizzazione delle politiche pubbliche in materia economica e sociale, anche in riferimento alle azioni da intraprendere in tema di ricerca scientifica e tecnologica.
Al gruppo di lavoro che ha accompagnato Nannicini in questi mesi (la policy unit) ha collaborato una decina di professionisti, docenti universitari e tecnici provenienti da varie amministrazioni. E nei pochi mesi di operatività ha sfornato diverse misure entrate nella Legge di bilancio, a partire dal pacchetto previdenza, con l' attivazione di sei nuovi canali di uscita anticipata dal mercato del lavoro, e dal riconoscimento di un aiuto economico aggiuntivo alle pensioni basse. Si tratta insomma di quell' idea di "cabina di regia" che Renzi ha provato a insediare a Palazzo Chigi negli ultimi tempi e che con il trasloco di Nannicini al partito dovrebbe scemare.
luca lotti maria elena boschi al quirinale
Se ci sarà un nuovo sottosegretario alla Presidenza del Consiglio potrà semmai avere la delega ai servizi segreti, ora nelle mani dello stesso premier. Va poi considerato che due nuovi ministri, Lotti allo Sport e Claudio De Vincenti al Sud, portano con sé le deleghe che avevano come sottosegretari a Palazzo Chigi (il primo al Cipe e all' Editoria e il secondo ai Fondi Ue). Per il resto, la squadra di Pier Carlo Padoan a Via XX Settembre resta immutata. Al netto della pur sempre possibile uscita del viceministro Zanetti se la trattativa con Verdini dovesse chiudersi con una rottura netta.
Anche sul fronte Pd, oltre all' arrivo di Nannicini, non dovrebbero esserci rivoluzioni. E comunque si tratta di un puzzle che Renzi, in questi giorni in Val Gardena per una vacanza sulla neve con la famiglia, completerà solo a gennaio. I vertici di Largo del Nazareno non saranno cambiati, a cominciare dal vicesegretario Lorenzo Guerini (ma anche l' altra vicesegretaria, la governatrice del Friuli Venezia Giulia Debora Serracchiani, dovrebbe restare al suo posto).
Il segretario sta pensando però a nuovi innesti, a partire dall' ex sindaco di Torino Piero Fassino e dal ministro dell' Agricoltura Maurizio Martina, per una conduzione politica più "collegiale". Possibile poi l' arrivo in segreteria di alcuni sindaci-simbolo come quello di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà o quello di Ercolano Ciro Bonaiuto, in omaggio alla necessità di un rinnovamento della classe politica locale del Pd. Soprattutto al Sud.
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