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“MATTEO RICCI FACEVA FINTA DI NON VEDERE GLI AFFIDAMENTI ILLECITI" - LE ACCUSE CHE HANNO PORTATO L’EX SINDACO DI PESARO, CANDIDATO GOVERNATORE NELLE MARCHE PER IL "CAMPO LARGO", A ESSERE INDAGATO PER CONCORSO IN CORRUZIONE – SECONDO I PM, RICCI AVREBBE CHIUSO PIÙ DI UN OCCHIO SULLE MALEFATTE DI ALCUNI PERSONAGGI A LUI VICINI, DAVANTI A SVARIATE IRREGOLARITÀ “NELLA REALIZZAZIONE DI OPERE ED EVENTI PUBBLICI DEL COMUNE” GRAZIE A CUI OTTENEVA “POPOLARITA’ E CONSENSO” - AL CENTRO DELL'INCHIESTA CI SONO AFFIDAMENTI PER CIRCA 600MILA EURO PER UN CASCO GIGANTE DI VALENTINO ROSSI (55MILA EURO), UN MURALES DEDICATO ALLA SENATRICE A VITA LILIANA SEGRE E 14 TOTEM PROMOZIONALI PER LA CANDIDATURA DI PESARO A CAPITALE DELLA CULTURA 2024 - IL RUOLO DEL SUO BRACCIO DESTRO MASSIMILIANO SANTINI...
matteo ricci annuncia di aver ricevuto l avviso di garanzia 3
1 – “UN ACCORDO PER AVERE IL CONSENSO" ECCO LE ACCUSE DEI PM ALL'EX SINDACO
Irene Famà per “la Stampa” - Estratti
Matteo Ricci, candidato nelle Marche per il centrosinistra, sindaco di Pesaro dal 30 maggio 2019 al 24 giugno 2024, avrebbe chiuso più di un occhio davanti alle malefatte di alcuni personaggi a lui vicini, davanti a svariate irregolarità «nella realizzazione di opere ed eventi pubblici del Comune». Come mai? Per fare bella figura davanti alla cittadinanza.
Perché così «l'immagine dell'azione amministrativa e politica» del primo cittadino era di «efficacia ed efficienza». Perché così cresceva in «popolarità e consenso». Ne è convinta la procura di Pesaro che l'ha indagato per concorso in corruzione insieme ad altre ventitré persone: l'ex capo di gabinetto e poi collaboratore Franco Arceci, funzionari del municipio e i vertici di due partecipate del comune che sarebbero state utilizzate per aggirare le procedure di evidenza pubblica degli incarichi.
L'inchiesta ruota intorno a due associazioni culturali, «Opera Maestra» e «Stella Polare», che secondo i magistrati sarebbero state «costruite ad hoc» per raggirare le norme di rotazione degli affidamenti diretti e per «aggiudicarsi affidamenti e contributi». Ricci, sostengono gli inquirenti, sapeva e non ha detto nulla.
I lavori, in fondo, quelle realtà li facevano. E pure bene. Poco importava, quindi, se gli affidamenti avvenivano in maniera spavalda e qualcuno si intascava pure qualche euro. La procura parla di una sorta di accordo.
matteo ricci casco valentino rossi
Personaggio chiave, secondo i magistrati, è Massimiliano Santini, scelto all'epoca proprio da Ricci per occuparsi di comunicazione social, iniziative ed eventi.
«Della sua nomina e della sua azione», si legge negli atti, «era stato dato ampio risalto». Era lui, secondo la ricostruzione degli investigatori della guardia di finanza e della squadra mobile di Pesaro, a dover individuare i soggetti che dovevano realizzazione opere pubbliche di natura artistica lavori di manutenzione straordinaria. Che in larga parte, è scritto nei documenti della procura, andavano proprio a quelle due associazioni di cui era presidente un altro indagato, Stefano Esposto.
Al centro dell'inchiesta ci sono affidamenti per un totale di circa 600mila euro. Alcuni esempi: un casco gigante di Valentino Rossi realizzato in piazza D'Annunzio da Opera Maestra come capo progetto per 55mila euro, un murales dedicato alla senatrice a vita Liliana Segre, iniziative di accoglienza e promozione turistica. E ancora.
Quattordici totem promozionali per la candidatura di Pesaro a Capitale della Cultura 2024. Pesaro, quell'anno, ottenne la "corona". Ma, questa la tesi dei magistrati, parte della sponsorizzazione sarebbe stata affidata con procedure scorrette.
Massimiliano Santini, si legge negli atti, si preoccupava di favorire questa o quella associazione. In particolare proprio «Opera Maestra» da cui avrebbe «ricevuto indebitamente» circa 107mila euro.
Di questi, più di 57mila sarebbero stati utilizzati per pagare «il geometra e il geologo» per lavori sulla sua proprietà immobiliare. E ancora. Per pagare le vacanze in montagna a lui e alla sua famiglia e ad altri ospiti «e il noleggio di attrezzature sciistiche, l'acquisto di un cellulare, di mobili di arredo» e così via. Anche Stefano Esposto, secondo la ricostruzione della procura, da questo «accordo» avrebbe ottenuto «utilità economiche, tramite dei bonifici bancari disposti dai conti correnti delle associazioni ai suoi conti correnti personali».
Operazioni finite sotto il faro della procura. E considerate illecite. Operazioni, si legge negli atti, che l'ex sindaco, attuale europarlamentare del Partito Democratico, conosceva bene.
matteo ricci alessandro onorato
(...)
2 - L'AFFIDOPOLI DI PESARO "RICCI GRAZIE AGLI EVENTI GUADAGNAVA CONSENSI"
Giuseppe Baldessarro per “la Repubblica” - Estratti
Matteo Ricci, da sindaco di Pesaro, incassava «popolarità e consenso». Le iniziative pubbliche dimostravano «efficienza ed efficacia dell'azione amministrativa». Tutto accadeva mentre il suo braccio destro e responsabile dei social e degli eventi, Massimiliano Santini, riceveva anche per sè decine di migliaia di euro. Soldi che arrivavano da Stefano Esposito, presidente di due associazioni ben introdotte in municipio, dove facevano incetta di incarichi pubblici, sempre senza gare.
Il cuore dell'inchiesta della procura di Pesaro, che vede Ricci indagato per concorso in corruzione, colpisce un triangolo di interessi che i magistrati definiscono «malati», un giro di soldi e contratti illeciti, che adesso fa vacillare la candidatura di Ricci a presidente della regione Marche. Per il procuratore Marco Mescolini, che coordina l'indagine (sono in tutto 24 gli indagati) assieme alla pm Maria Letizia Fucci il meccanismo era collaudato ed è andato avanti per anni.
Almeno fin quando Ricci, poi diventato europarlamentare, è restato alla guida della città.
L'allora sindaco in più occasioni avrebbe chiesto sostegno economiche e sponsorizzazioni per le manifestazioni pubbliche a imprenditori privati e persino alle banche. Denaro che si sommava ai finanziamenti pubblici. Dopo la richiesta di Ricci, la partita passava in mano a Santini che, da «collaboratore addetto alle attività di coordinamento della comunicazione social e delle iniziative e eventi», gestiva la fase successiva per conto del sindaco.
matteo ricci annuncia di aver ricevuto l avviso di garanzia 2
I soldi andavano poi a due associazioni, la "Opera Maestra" e la "Stella Polare", create ad hoc da Stefano Esposto per la realizzazione di eventi, istallazioni e opere di varia natura, affidate direttamente dall'amministrazione alle associazioni formalmente senza scopo di lucro.
Cosi per la procura sono stati realizzati i murales per la Segre e per i medici eroi del Covid, il "cascone per Valentino Rossi" e i totem per Pesaro "Capitale italiana della cultura", oltre a mostre e sagre varie.
In totale 509 mila euro arrivati sui conti delle associazioni con sede legale a casa di Esposto, ma senza dipendenti e senza neppure i soci, se non quelli formalmente indicati come soci fondatori.
Dai conti di "Opera Maestra" poi il denaro arrivava su quelli personali di Esposto e Santini. Gli investigatori di polizia e guardia di finanza hanno scoperto bonifici per 109 mila euro. L'associazione gli pagava «il geometra e il geologo per sistemare casa», le «vacanze in Italia e all'estero per lui, la sua famiglia e altri ospiti», il «noleggio per le attrezzature sciistiche», l'acquisto «del telefono cellulare» e persino «i mobili di casa». Santini, girava con la carta di credito della "Opera", in tasca.
Prendeva dove poteva, tanto che i pm lo accusano anche della sottrazione del computer portatile avuto in dotazione dal Comune di Pesaro.
Su questo la procura spiega che «ne ha denunciato lo smarrimento, dicendo di averlo perso il 13 luglio 2024, per poi collegarsi col wi-fi di casa il 26 luglio dello stesso anno e istallare l'antivirus del Comune».
matteo ricci annuncia di aver ricevuto l avviso di garanzia 1
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