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Estratto dell’articolo di Maurizio Tropeano per “La Stampa”
Alla fine il primo round del confronto tra Roma e Parigi sul rinvio dei lavori per la messa in sicurezza del Traforo del Monte Bianco è andato all'Italia: il tunnel autostradale resterà aperto fino al settembre del 2024.
Al ministero delle Infrastrutture, ma anche i vertici istituzionali delle regioni Valle d'Aosta e Piemonte sono convinti che questo rinvio possa essere il presupposto per l'apertura di un cantiere per scavare la seconda galleria. Difficile, però, che la Francia possa modificare la sua posizione contraria a questa ipotesi che comunque avrebbe tempi di realizzazione di almeno cinque anni. Questo però è il futuro.
Il presente, invece, è legato alla gestione di un'emergenza nata dopo la frana che il 27 agosto si è abbattuta sulle infrastrutture stradali e ferroviarie a pochi chilometri da Modane. Da quel giorno i collegamenti ferroviari tra i due paesi sono interrotti, e lo resteranno almeno fino alla metà del mese di novembre.
Da sabato il tunnel autostradale del Fréjus - fino ad ora era aperto alla circolazione dei veicoli leggeri - dovrebbe essere riaperto anche al transito dei mezzi pesanti e dei bus. Oggi il ministro dei trasporti francesi, Clément Beaune, dovrebbe scendere a Modane per annunciare la fine dei lavori di messa in sicurezza dell'autostrada delle Maurienne.
Il condizionale è d'obbligo perché si attende l'esito di un test di prova che avverrà nella notte tra venerdì e sabato quando saranno fatti passare una serie di convogli eccezionali. Dal mattina l'A43, quindi dovrebbe essere riaperta anche se nel tratto che corre sotto il versante franato sarà operativa solo una carreggiata, quella più lontana.
Sull'altra carreggiata invece saranno aggiunte una serie di misure di protezione. Dunque si procederà con un doppio senso di marcia e a velocità ridotta. Una limitazione che durerà fino a quando i 3000 metri cubi di versante che non sono precipitati a valle saranno stabilizzati o fatti cadere. […]
L'Italia in questa pausa di 12 mesi è intenzionata ad aprire il dossier della seconda canna al Bianco.
Ipotesi caldeggiata dalla regione Valle d'Aosta che ha trovato una sponda nella regione Piemonte e anche al Mit dove si sono messi al lavoro Matteo Salvini e il suo vice, Edoardo Rixi, e che il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, ha portato sui tavoli della diplomazia. Per scavare il nuovo tunnel serviranno tre anni di lavoro - per la messa in sicurezza ne servirebbero 18 con interruzioni annuali di quattro mesi - e due per farlo entrare in servizio.
Costo, circa un miliardo che la società di gestione dell'attuale traforo potrebbe mettere sul piatto senza incidere sul bilancio dei due stati. Tutto bene, allora? I tempi di realizzazione, almeno se si prende come modello il cantiere per la seconda galleria del Fréjus, sono tutti da verificare anche se si dovranno sottrarre i ritardi legati alla pandemia. […]
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