DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
In Transatlantico, il lussuoso corridoio di Montecitorio, può accadere di tutto. Anche che Luca Zaia e Vincenzo De Luca si incontrino e si fermino per uno scambio di battute. A iniziare il governatore del Veneto che ricorda a quello della Campania che qualcosa in comune hanno: "Siamo entrambi autonomisti". Dal canto suo però l'esponente del Partito democratico non rimane in silenzio, anzi, riporta il discorso all'attualità: il voto del presidente della Repubblica. "Hai votato?" si informa De Luca. "Certo", lo tranquillizza Zaia.
LUCA ZAIA E LA DAMIGIANA AL POSTO DELL'INSALATIERA - FOTO PUBBLICATA DAL GIORNALE DI VICENZA
"Ti fotograferò e ti ricatterò a vita. Candidare Casellati è stata un'intuizione luminosa e comunque Cassese è un'altra intuizione luminosa...", dice secondo De Luca in riferimento ai contatti, poi smentiti, tra Matteo Salvini e l'ex giudice della Corte costituzionale. Ma non è finita qui, perché il dem compara Cassese a "Cernenko, quando lo tenevano in piedi con la stecca".
Il tutto mentre De Luca fa il gesto del braccio sorretto dalla mano (Cernenko fu eletto segretario del Partito comunista dell'Unione sovietica, nel 1984 dopo la morte di Andropov, che era già malato). I due comunque ribadiscono di andare d'accordo su tutto. Di sicuro sulle misure contro il Covid e, in particolare, sulla scuola. "È il caos totale" confermano.
E infatti qualche settimana fa, a ridosso del ritorno a scuola dopo le vacanze natalizie, i due si erano trovati a combattere la stessa battaglia: il rinvio della riapertura degli istituti. "Nessuno aspira a tenere chiuse le scuole. Sarebbe una sconfitta per tutti, per ragioni ideali e pratiche, perché conosciamo bene le difficoltà che vivono le famiglie con ragazzi e bambini a casa.
Ma ci vuole l’onestà intellettuale di avvisare i cittadini: se i dati epidemiologici dovessero peggiorare, l’ipotesi dello slittamento della data del ritorno in classe è sul tavolo e andrà valutata con attenzione dalle autorità scientifiche", diceva il leghista mentre il dem gli faceva eco: "La Dad? Adesso chiudere le scuole sarebbe la scelta più utile per la salute e la formazione". Ma non solo. Perché stando ai retroscena riportati nei giorni più concitati per la politica italiana, sia De Luca che Zaia avrebbero lamentato i tempi troppo lunghi del voto arrivando a minacciare di alzare i tacchi e tornare nelle rispettive Regioni.
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