giorgia meloni

“MELONI FA LA BULLA DELLA GARBATELLA” – LA PENTASTELLATA MAIORINO INFILZA LA DUCETTA CHE AL SENATO HA VISSUTO UNA GIORNATA SULL’ORLO DI UNA CRISI DI NERVI TRA FACCETTE (NERE) E SBROCCATE RAUCHE – LA SORA GIORGIA DIFENDE IL SUO RAPPORTO CON MUSK TIRANDO UNA BORDATA AI DEM: “NON PRENDO ORDINI DA LUI. IL PD E’ DIVENTATO SOVRANISTA, PROTEGGE LA SOVRANITÀ NAZIONALE DALLE INGERENZE STRANIERE: LA CONSIDERO UNA GRANDISSIMA IMPRESA DI ELON, ANCHE PIÙ DI ESSERE ARRIVATO SULLA LUNA” – POI RIGETTA LE ACCUSE RENZIANE SU MILEI E SULL’ACCORDO PER IL MERCOSUR: “SONO AMICA DEL PRESIDENTE ARGENTINO MA NON MI FACCIO CRESCERE LE BASETTE” - VIDEO

 

 

Francesco Malfetano per il Messaggero - Estratti

 

giorgia meloni al senato

«A beautiful day». Letteralmente, una bella giornata. Difficile dire se alla fine sia andata davvero così, ma tant'è. La scritta è sull'astuccio arancione da cui Giorgia Meloni, ieri, ha sfilato a più riprese penne e matite per prendere appunti ascoltando al Senato le repliche degli eletti alle sue comunicazioni pre-Consiglio europeo.

 

E mentre lo fa, specie quando prendono la parola i senatori del M5s o quando tocca a Matteo Renzi, non è che la giornata sembri volgere realmente per il meglio. Al punto che, secondo il capogruppo di Iv Enrico Borghi, la premier si fa protagonista di «un vero show». Sgrana gli occhi, scuote la testa, si mette le mani nei capelli, ride e ribatte.

 

Il tutto con la verve consueta, ovviamente. Come quando torna a difendere il suo rapporto con Elon Musk rispondendo ad una domanda del senatore a vita Mario Monti.

elon musk giorgia meloni vignetta by osho

«Ho buoni rapporti con un sacco di gente» dice Meloni, garantendo «di non prendere ordini da nessuno». «Non so che film abbiate visto» rincara, prima di concentrare le sue stoccate sul Partito Democratico: «Sono felice, senatrice Malpezzi, vedo che siete sovranisti, difendete la sovranità nazionale dalle ingerenze straniere: la considero una grandissima impresa di Elon Musk, anche più di essere arrivato sulla Luna. Ero abituata quando chiedevate ingerenze di chiunque contro i vostri avversari politici».

 

giorgia meloni al senato

LE RISPOSTE Da qui in poi, a palazzo Madama, attacchi e momenti di ilarità si mischiano rapidamente. Seduta tra i ministri Matteo Salvini e Adolfo Urso prima, Paolo Zangrillo e Tommaso Foti poi, la premier ad esempio rigetta le accuse renziane di una certa confusione anche nei rapporti con il presidente argentino Javier Milei, specie sull'accordo per il Mercosur. «Che vuol dire sta con Milei?» si interroga Meloni.

 

«Penso che sia la persona giusta in quel contesto ma non penso che quello che dice sarebbe replicabile in Italia: lei era amico di Barak Obama e si metteva il cappotto come lui, io sono amica di Milei ma non mi faccio crescere le basette».

MILEONI - MEME BY EMILIANO CARLI

 

Tra le urla di scherno che rimbalzano da una parte all'altra dell'emiciclo e la campanella che il presidente del Senato Ignazio La Russa è costretto a far tintinnare più volte, Meloni prova anche a tendere una mano alle opposizioni sulla Manovra, dicendosi disponibile a mandarla al voto senza fiducia in presenza di un accordo con le forze politiche parlamentari. «So che la fiducia è stata posta in accordo con le opposizioni» spiega, ma «se ci fosse un accordo sui tempi senza voto di fiducia sarebbe preferibile, sarei contenta se ci mettessimo d'accordo di farlo senza voto di fiducia».

 

Dopo aver destinato tra gli applausi la propria solidarietà a Salvini per il processo OpenArms e aver rivendicato quanto sta facendo il governo in Europa per il settore automotive («Molti Paesi ci stanno seguendo su questa strategia»), la premier torna a scornarsi con il Partito democratico per l'indicazione di Raffaele Fitto a Commissario europeo. «Il Pd ha accettato che il commissario europeo italiano fosse preso in ostaggio per difendere il commissario spagnolo - le parole meloniane riferite al senatore Alfieri che a sua volta accusava la Lega di non aver sostenuto la candidatura di un esponente del governo - Avevo il dubbio che fosse così, oggi lei mi dà la certezza».

giorgia meloni al senato - foto lapresse

 

Lo scontro si sposta sulla lotta alla mafia. Meloni rivendica come sia il suo governo quello che ha «buttato fuori la mafia» dalla gestione dei migranti legali e da Caivano. «Inutile che fate "ooh", i camorristi dalle case occupate li abbiamo cacciati noi», risponde alle reazioni di disappunto delle opposizioni che al termine del suo intervento parleranno a vario titolo di «arroganza» perché è «in difficoltà» (come fa il capogruppo dem Francesco Boccia) e di una premier che fa «la bulla della Garbatella» (la vicepresidente dei 5S Alessandra Maiorino).

milei meloni atreju

 

Infine, prima che si passasse al voto della risoluzione della maggioranza approvata con 100 sì, 64 no e un astenuto, a chi chiedeva della situazione in Siria e del presunto scivolone diplomatico di aver inviato un nuovo ambasciatore nel Paese appena prima della caduta del regime di Assad Meloni ha opposto un cauto ottimismo.

alessandra maiorino

 

 

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Alessandra Maiorino

giorgia meloni al senato - foto lapressegiorgia meloni al senato - foto lapressegiorgia meloni al senato - foto lapresse