meloni cazzullo

"GIORGIA MELONI NON HA BISOGNO DI UN NEMICO AL GIORNO, DEL VITTIMISMO PERENNE, DI QUESTA FEROCIA CON I SUOI AVVERSARI" - LA LEZIONE DI ALDO CAZZULLO ALLA PREMIER CHE, NON DOVENDOSI CONFRONTARE CON UN'OPPOSIZIONE SERIA, PUO' FARE QUELLO CHE VUOLE: "ESSERE GENEROSI NELLA VITTORIA È SEMPRE MEGLIO CHE SCAGLIARE LA SPADA DI BRENNO SULLA BILANCIA, GRIDANDO 'GUAI AI VINTI'"

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Lo dico al “Corriere della Sera” – Rubrica delle lettere ad Aldo Cazzullo

 

giorgia meloni fenix

Caro Aldo, Orbán ha ragione, la Salis ha aggredito un gruppo di avversari politici che non le avevano fatto nulla. Va processata secondo la legge ungherese.  

 

Deve andare in galera senza se e senza ma.

 

Non gli è stato chiesto da nessuno di andare in un Paese a infrangere le leggi locali sia un Paese democratico o non democratico. 

 

È un deputato, dia l’esempio e si difenda in tribunale. 

 

È un voto politico non solo personale. Va contrastato Orbán a ogni costo e anche in questa situazione così come lui ha contrastato e contrasta i valori europei. Non mi piace la situazione della Salis ma a questo punto non c’è altra scelta che schierarsi contro Orbán.

giorgia meloni a fenix 2

 

Risponde Aldo Cazzullo:

 

Cari lettori, che molti tra voi, in par ticolare coloro che hanno idee di destra, siano avversi alla Salis è normale. Mi colpisce di più l’atteggiamento del governo.

 

Giovanni Donzelli, uomo molto vicino alla Meloni, dice in sostanza che bisogna rimandare Ilaria Salis nelle carceri di Orbán; perché tutti sappiamo quale sarebbe l’esito del processo, chiaramente politico, che la attende. L’unico a esprimere perplessità è Antonio Tajani, il leader più ragionevole della maggioranza, che ci ricorda che Ilaria Salis non è certo una terrorista.

 

aldo cazzullo

Sinceramente non capisco. Giorgia Meloni ha il Paese in mano. Alle regionali vincerà il Veneto, vincerà la Calabria, probabilmente vincerà anche le Marche, nonostante il centrosinistra schieri un leader nazionale come Matteo Ricci.

 

Sbaglierò, ma non credo che il centrosinistra abbia grandi chances di vincere le elezioni politiche della primavera 2027: è troppo disunito, senza un leader riconosciuto, senza un progetto politico chiaro, con un’agenda molto distante dalla necessità delle persone, in particolare dei ceti popolari.

 

Proprio per questo, Giorgia Meloni non avrebbe bisogno di un nemico al giorno, di questo vittimismo perenne, di questa ferocia con i suoi avversari. Lungi da me paragonare il governo in carica, che ha ottenuto la maggioranza relativa dei consensi degli elettori italiani, al regime.

 

aldo cazzullo una giornata particolare

Ma siccome nel partito di maggioranza relativa abbondano gli estimatori del Duce, forse non suona estraneo alle loro orecchie il racconto di quello che accade dopo la conquista dell’Etiopia. Mussolini era all’apice del consenso. Giuseppe Bottai, il migliore uomo del fascismo, nonché l’unico che sapesse fare la guerra — come aveva dimostrato in Etiopia e come avrebbe dimostrato in Albania e nella legione straniera contro i nazisti —, andò da lui a suggerirgli di allentare le maglie della repressione.

 

giorgia meloni a fenix 1

Non si trattava di reintrodurre la democrazia e il multipartitismo, ma di aprire spazi di libertà, associazioni, università, un po’ come Bottai nel suo piccolo andava facendo con le riviste e i premi che promuoveva. Ma Mussolini da quell’orecchio non ci sentiva.

 

Rispose: «Sono fiero di te come fascista e come soldato; adesso vai a lavorare». Certo, il grande errore del Duce non fu non liberalizzare la società, fu allearsi con Hitler, scrivere le leggi razziali, trascinare il Paese nella Seconda guerra mondiale. Però insomma essere generosi nella vittoria è sempre meglio che scagliare la spada di Brenno sulla bilancia, gridando «guai ai vinti».