DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL…
Simona Brandolini per il “Corriere della Sera” - Estratti
De Luca filosofo. Tra l’altro ha una laurea a certificarlo. Poeta meno. Eppure ermetico quando si tratta del Pd. E citando Ignazio Silone: «Siamo come i cristiani assurdi. Per loro il Vangelo era testimonianza, per noi la politica è sacrificio, non mercato delle poltrone».
Il governo, come era prevedibile, ha impugnato la legge regionale che aprirebbe al terzo mandato di Vincenzo De Luca in Campania. Ora la parola passa alla Corte costituzionale. E i tempi della Consulta, in questa partita, sono fondamentali. Il presidente rompe il silenzio che dura da più di due settimane e orchestra una conferenza stampa-show nella sala De Sanctis di Palazzo Santa Lucia. Alle sue spalle due cartelloni con due frasi che restituiscono il mood della giornata. La prima: «Non abbiate paura… degli elettori» (altra citazione, questa volta dell’omelia di papa Giovanni Paolo II per l’inizio del Pontificato). La seconda: «La legge (non) è uguale per tutti». Nelle intenzioni i destinatari dei suoi strali sono l’esecutivo e Giorgia Meloni.
VINCENZO DE LUCA VS ELLY SCHLEIN - ILLUSTRAZIONE IL FATTO QUOTIDIANO
E quando si affronta il nodo politico del rapporto, ormai inesistente, con il Pd e Elly Schlein che a più riprese ha ribadito il netto no al terzo mandato e a De Luca candidato del centrosinistra, si rifugia nella filosofia (di Parmenide: «L’essere è, il non essere non è») e nella poesia (di Montale: «Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo. Noi non siamo in vendita»).
Partiamo dalle certezze.
Non c’è nessun passo indietro per ora: «La mia posizione non è cambiata di una virgola e non cambierà». Anzi quel «vado avanti» è ripetuto come un mantra. E la Regione si difenderà davanti alla Consulta, certi che, come è accaduto per l’Autonomia differenziata, l’iniziativa del governo «sarà smantellata». «Confesso — attacca — che ho un sentimento di orgoglio per l’attenzione a me dedicata. Il governo ha impugnato la legge campana. Pensare che Meloni in questo quadro abbia avuto tempo di interessarsi a noi, tra Trump e Musk, Milei e Orbán, Lollobrigida e Donzelli...
c’è soddisfazione.
Mi rimane solo qualche dubbio sui rapporti con Musk. Abbiamo sentito e visto abbracci e slinguazzamenti con uno che ha undici figli, fuma marijuana: si scambia per realismo politico l’assoluta mancanza di coerenza». Il governatore campano insiste: «La motivazione è di paura politica e mi è tornato alla mente l’appello di papa Wojtyla che è alle mie spalle: non abbiate paura, né degli elettori, né di De Luca.
Date ai cittadini la possibilità di decidere da chi essere governati. Perché quella del governo è una decisione contra personam , Meloni ha paura di me». Il ragionamento di De Luca parte sempre da un punto: «Luca Zaia sta già facendo il terzo mandato e nessuno ha detto nulla». Poi c’è il caso Piemonte: «A luglio del 2023 hanno approvato una legge che prevede che le disposizioni si applichino dopo la dodicesima legislatura, quindi sono previsti altri due mandati.
La nostra è molto più moderata (se ne prevede solo un altro, ndr ). Ma quella del Piemonte non è stata impugnata.
La legge dunque è uguale per tutti o per tutti tranne uno, cioè io?».
Annuncia che vuole intestarsi la battaglia contro «l’ipocrisia» del limite dei due mandati: «Non hanno limite di mandato deputati, senatori, premier, presidente della Repubblica. Dunque nessun vincolo per nessuno tranne che per uno». FdI insorge: «Un delirio di un uomo disperato». La Lega tace.
(…)
DE LUCA CONTRO ELLY & GIORGIA: “MI CANDIDO, ALTRO CHE DIMISSIONI”
Vincenzo Iurillo per "Il Fatto Quotidiano" - Estratti
VINCENZO DE LUCA GIORGIA MELONI - BAGNOLI NAPOLI
Ammanta di citazioni da intellettuale la decisione di asserragliarsi nel bunker di palazzo Santa Lucia, snocciolata tra un monologo intriso di polemica contro “l’ipocrisia della politica politicante che ha paura di dare la parola agli elettori”, e risposte ai limiti del nonsense. La forma è debordante, la sostanza è che Vincenzo De Luca non arretra di un centimetro. “La mia posizione non è cambiata di una virgola”. Altro che dimissioni. “Andremo avanti con ancora maggiore determinazione”. Dunque, si ricandiderà. “Devono essere i cittadini a decidere il loro futuro e quello dei politici”.
(…) Mentre per il Veneto “non parlate di terzo mandato, perché Zaia lo ha già finito... Allora la legge in Italia vale per tutti tranne uno, il signore che vi sta parlando”. In ogni caso lui si ricandiderà senza paura che la Consulta dia ragione a Meloni e annulli le elezioni: “Ci difenderemo, la sensazione è che finirà come sulla legge sull’autonomia che è stata smantellata”. E mentre per Zaia i mandati sono stati tre, per lui sarebbe solo “una legge sul secondo mandato in termini flessibili consentendo di completare il lavoro in corso”. Un secondo mandato-bis.
VINCENZO DE LUCA GIORGIA MELONI - BAGNOLI NAPOLI
(…)
Ce n’è ovviamente anche per il Pd di Elly Schlein, che ha chiuso al terzo mandato e gli ha fatto terra bruciata intorno, commissariando il partito in Campania con lo scopo di sterminare i cacicchi vicini a De Luca. “L’essere è, il non essere non è”, la fulminante citazione di Parmenide a una domanda sul suo partito. Per poi aggiungere: “Non siamo in vendita e non cederemo mai la dignità di Napoli e della Campania”.
Si ricandiderà, non lasciano dubbi le sue parole. Senza prima dimettersi, perché ci sono tante opere in corso, piscine, ospedali, le ha elencate e le vuole seguire passo passo. “Faremo una battaglia di libertà e di civiltà. Spiegheremo ai giovani cosa è la democrazia viva. Consideratemi uno di quelli che Ignazio Silone chiamava cristiani assurdi”. Ovvero “quelli per i quali il Vangelo non è una scrittura, ma una testimonianza di vita”.
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