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MELONI, TAJANI, SALVINI: ALLEATI LACERO-CONFUSI – MENTRE LA SORA GIORGIA VIENE ISOLATA IN EUROPA, SPEDITA ALL’OPPOSIZIONE DA MACRON E SCHOLZ, SALVINI ESONDA DENUNCIANDO IL “COLPO DI STATO” DEGLI EUROPOTERI – E QUEL MERLUZZONE DI TAJANI, CHE E’ NEL PPE E SOSTENEVA URSULA, E’ COSTRETTO A PRENDERE LE DISTANZE DAL LEGHISTA: “COLPO DI STATO? NON È IL MIO LINGUAGGIO” - TAJANI RICONOSCE A MELONI DI AVER “TENUTO CONTO DELLA POSIZIONE DI FORZA ITALIA CON L’ASTENSIONE SU VON DER LEYEN” - UNA MOSSA CHE IN REALTÀ LA DUCETTA SPERA DI USARE PER NEGOZIARE UNA VICEPRESIDENZA DI PESO PER L’ITALIA…

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Estratto dell’articolo di Enrico Marro per il “Corriere della Sera”

 

La Lega arrabbiatissima, Forza Italia che media, le opposizioni che attaccano Giorgia Meloni. Il giorno dopo che la premier, «isolata in Europa», ha votato nel Consiglio di Bruxelles contro le designazioni del socialista António Costa a presidente del Consiglio d’Europa e della liberale Kaja Kallas ad Alto rappresentante per la politica estera e si è astenuta sulla scelta di riconfermare la popolare Ursula von der Leyen a capo della commissione Ue, la maggioranza appare divisa offrendo il fianco al centrosinistra.

 

ANTONIO TAJANI - URSULA VON DER LEYEN - MANFRED WEBER - DONALD TUSK

Il leader della Lega, Matteo Salvini, posta un video su X dove parla di «ennesimo gesto di arroganza e mancanza di rispetto per i cittadini che hanno chiesto il cambiamento, mentre i burocrati europei hanno riconfermato von der Leyen in una squadra con la sinistra e i socialisti che hanno fatto tanti danni in questi 5 anni».

 

Apocalittica la conclusione: «È un colpo di Stato e la democrazia ci impone di reagire con tutti i mezzi possibili». Impostazione, questa, che non può essere condivisa dall’altro vicepresidente del Consiglio e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, perché FI aderisce al Partito popolare europeo che, in quanto vincitore delle elezioni, ha voluto la riconferma di von der Leyen.

 

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«Colpo di Stato? Non è il mio linguaggio — dice Tajani —. È emersa una netta distinzione tra i rapporti tra partiti e tra Paesi, quindi non c’è stato nessun isolamento dell’Italia», in quanto, sembra dire il nostro ministro degli Esteri, Meloni ha partecipato al Consiglio europeo che ha preso le decisioni e ha espresso le posizioni del nostro Paese già anticipate in Parlamento.

 

«Poi — continua Tajani — per quanto riguarda le scelte di tipo politico, anche io non ho condiviso il metodo», alludendo ai «caminetti» tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e il presidente francese Emmanuel Macron che hanno chiuso l’accordo sulle nomine alle spalle dell’Italia.

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Ma Tajani riconosce a Meloni di aver «tenuto conto della nostra posizione (cioè di Forza Italia, ndr) con l’astensione su von der Leyen», anziché bocciare anche questa designazione. Una mossa che in realtà la premier ha deciso soprattutto per negoziare con la presidente della commissione una vicepresidenza di peso per l’Italia (probabilmente il ministro Raffaele Fitto). […]

 

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