È “NATO” NU’ CRIATUR! LA MERKEL VUOLE PIAZZARE LO SCIALBO SOCIALISTA NORVEGESE STOLTENBERG ALLA NATO PER NON CEDERE AL PSE LA POLTRONA DELLA COMMISSIONE EUROPEA

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Il piano per le riforme, l'impegno a rispettare i parametri, la maglia di Mario Gomez. Di motivi per andarsene soddisfatta dal vertice con Matteo Renzi, la cancelliera Angela Merkel ne aveva diversi. Tra i tanti, uno cui la signora attribuisce grande valore strategico: riaprire i giochi per la nomina del prossimo segretario generale della Nato. Ed è qui che la Merkel ha trovato nel premier italiano la più gradita delle sponde.

Per la successione - in agenda a luglio - dell'uscente Anders Fogh Rasmussen l'unica candidatura ufficiale al momento sul tavolo è quella dell'italiano Franco Frattini. Il punto è che quella poltrona serve alla Merkel come variabile per influenzare la partita delle partite: quella della prossima Commissione europea. Qui i giochi sembrano fatti, col socialista Martin Schulz che suggellerà l'atteso miglior risultato di sempre del Pse (c'è chi pronostica addirittura il sorpasso sul Ppe) ascendendo alla presidenza.

Uno scenario da cui la Merkel ha - per motivi sia domestici che continentali - tutto da perdere, e che la debolissima candidatura dell'evergreen Jean Claude Juncker non ha i mezzi per scongiurare. Ed è qui che entra in gioco la Nato, dove - ragiona la Cancelliera - basterebbe mettere un segretario generale socialista per scompaginare in un colpo solo l'euro-Cencelli e il corpaccione del Pse.

Affinché il riscaldamento a bordo campo dell'ex primo ministro norvegese Jens Stoltemberg possa iniziare, alla Merkel serviva però che si realizzasse una congiuntura astrale sull'asse Washington-Roma.

La parte americana è stata facile: l'amministrazione Obama non vede di buon occhio una Commissione europea a guida socialista (e guida di quello stesso Schulz che aveva fatto sobbalzare sulla sedia mezza Casa Bianca invocando lo stop al multimiliardario accordo commerciale Usa-Ue a titolo di rappresaglia per lo scandalo Nsa), un segretario generale della Nato politicamente debole (la Norvegia è tra i pesi piuma dell'Alleanza) fa sempre comodo ed un esponente di un Paese ostile alla Russia è ora come ora un valore aggiunto. Per questo, da Washington è stato fatto sapere a Berlino di non avere contrarietà al tentativo.

Più complessa doveva essere la triangolazione con Roma: che interesse potrà mai avere un premier italiano e solo nominalmente socialista a danneggiare una candidatura italiana onde favorirne una socialista? E invece col Rottam'attore è filato tutto liscio: il duo Renzi-Mogherini non ha mosso obiezioni, e l'unico tangibile intervento in tal senso è risultata essere l'operazione di complemento consistita nell'aver fatto filtrare l'inserimento (di cui ad ora non sussistono conferme) del nome di Enrico Letta nel toto-Nato.

Per il resto, disco verde alla signora Merkel ed anzi palpabile soddisfazione da parte italiana per avere sancito in modo tanto plastico l'ingresso del Pd nel Pse (nessuno sa se a Renzi sia stato illustrato anche il ricasco dell'operazione Nato sulla partita per la Commissione, tuttavia).

Tutto in discesa, dunque? Non è detto. Il piano della Cancelliera ha ancora due ostacoli davanti a sé. Il primo è la contrarietà dei Paesi mediterranei - Francia e Turchia in testa - che non hanno attenzione di accettare come segretario generale il terzo nordeuropeo di fila (prima del danese Rasmussen c'era stato l'olandese Jaap de Hoop Scheffer).

L'altro è il Quirinale: la questione Nato è tra quelle che Giorgio Napolitano segue da più vicino, ed il capo dello Stato (che peraltro raccontano già virante sull'irritato per via della gestione non esattamente professionale da parte del governo della faccenda F-35) non è tipo da lasciarsi sfilare dalle mani le pratiche che gli stanno a cuore.

 

schulz martin official portrait RENZI E MERKEL A BERLINOCAMERON, MERKEL, RENZIAntonio Marini e Franco Frattini RENZI E NAPOLITANO AL GIURAMENTO