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MILANO A LANTERNE ROSSE - LE PRIMARIE DEL CACTUS FANNO ESPLODERE LA GALASSIA DEL PD – CONSULTAZIONI BOOMERANG PER SALA NONOSTANTE IL “SOCCORSO GIALLO” DEI CINESI – MUORE COSI PRIMA DI NASCERE IL “PARTITO DELLA NAZIONE” E DAL “LABORATORIO CITTA” ARRIVANO I PRIMI MIASMI DI UNA LOTTA INTERNA SENZA ESCLUSIONI DI COLPI

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DAGONOTA

SALA  SALA

Oltre al flop di presenze (annunciate) le primarie del Pd milanese si stanno rivelando un boomerang per Pippone Sala e il centro-sinistra. Nulla di nuovo, insomma, sotto il cielo della politica renziana che insegue, e scimmiotta, modelli partecipativi altrui.

 

PISAPIA SALA BALZANIPISAPIA SALA BALZANI

Sistemi di partecipazione dal basso in cui, come negli Usa, si confrontano due solide e tradizionali forze elettorali: Democratici e Repubblicani. Qui da noi, invece, i partiti delle anime morte riescono a trasformare anche un Caucus dell’Iowa, (un candidato e un voto e, alla fine, il vincente se li becca tutti) in uno spinoso Cactus della Madonnina.

 

SALA BY BENNYSALA BY BENNY

Altro che notte di mezz’inverno per sognare il “partito città” immaginata dal Corrierone di Machete Fontana. A poche ore dallo scrutinio, i Chinatown boy’s di Pippo Sala scoprono che i suoi competitori, Francesca Balzani e Pierfrancesco Majorino, sono pieni di risentimenti nei suoi confronti e si mostrano riluttanti a cantare nel coro del candidato alla poltrona di Palazzo Marino. Per non parlare del sindaco uscente Giuliano Pisapia che pensa di rilanciare la sua lista arancione che cinque anni fa sconfisse Lady Mestizia Moratti.

 

Del resto sin dalla loro nascita le primarie del Cactus nel Pd si sono trasformate prima in rissa e poi in psicodramma nazionale. Adesso tutti citano il “caso” Liguria che regalò la presidenza della regione al forzista Giovanni Toti. Molti dimenticano che dopo essere stato battuto da Bersani nella scelta del segretario Pd, Renzi passò il resto della sua militanza politica a vedere come fottere il segretario in carica. Con i suoi che gridavano allo scandalo, e minacciano d’invalidare il voto, per quattro gatti di stranieri che avevano osato recarsi, “abusivamente”, alle urne.

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Nel Pd degli abusivi Bianco-Rosso-Verdini, oggi sono ben accetti i voti del “soccorso giallo”. I cinesi di via Sarpi (e dintorni) che hanno chiuso bottega per intraprendere la lunga marcia verso i seggi per onorare, a loro insaputa, il grande condottiero bianco Pippo Sala.

 

E dopo aver annunciato lunedì, in prima pagina e gongolanti, che dopo “una giornata di freddo e di pioggia” il “partito della nazione” aveva preso “l’aspetto di Beppe Sala”, il grande evento epocale della Milano-laboratorio non trova più spazio nella vetrina del giornale. L’implosione (prevista) nella galassia del Pd e fatta passare per un banale “mal di pancia”, è relegata nelle pagine di cronaca.

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“Il partito della nazione non nascerà qui”, tuona lo sconfitto Pierfrancesco Majorino. E alla domanda secca dell’intervistatore, Giangiacomo Schiavi, sul tema agitato dal suo direttore Machete Fontana, l’imprenditore Gianfelice Rocca non ha dubbi: “Improponibile”.

 

LUCIANO FONTANA LUCIANO FONTANA

Intanto la “sinistra” pensa a un suo candidato di sinistra alternativo all’ex manager Sala; Pisapia ragiona su come rilanciare la lista arancione. Così, come un boomerang le primarie-flop del Pd fanno danni sia partito sia nella redazione di via Solferino.  Una retromarcia penosa quella dell’ex giornalone di Poteri marciti.

 

Di cui non si è accorto il notista de “la Repubblica”. Forse sentitosi scavalcato dai rivali in edicola, Stefano Folli ricicla a sorpresa la favoletta della Milano “laboratorio politico”. Già, forse stanno davvero cambiando gli scenari della polita. Quello che non muta mai e il codismo della stampa di fronte all’ultimo potentino di turno.