DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di P.Bre. per “la Repubblica”
oleksiy reznikov ministro della difesa ucraino
[…] Il ministro della Difesa ucraino, Oleksiy Reznikov, è stato deposto ieri dall’Ufficio della presidenza. È il primo pezzo da novanta a cadere nel governo dall’inizio dell’invasione: paga gli scandali che hanno travolto il suo ministero, dall’appalto di Natale a prezzi gonfiati sui pranzi dei soldati ai giubbotti antiproiettile scadenti.
Scandali in cui non è indagato, ma per cui sono scattate le manette per l’ex vice Vyacheslav Shapovalov, responsabile per gli appalti gonfiati; e per Bohdan Khmelnytskyi, ex direttore del Dipartimento degli appalti, che si sarebbe messo in tasca cento milioni di grivne per concedere il via libera ai giubbotti antiproiettile di scarsa qualità.
Al posto di Reznikov va un riluttante Kyrylo Budanov, che aveva lasciato intendere di non essere felice di lasciare l’ufficio di capo dei servizi segreti per un ruolo prettamente politico. […] La mossa apre ora una giostra politica, un rimpasto alla vigilia di una fase decisiva del conflitto in cui, ha ribadito ieri Zelensky, «le battaglie sono durissime nel Donbass e la situazione è molto difficile».
Reznikov, che mantiene la fiducia del presidente nonostante la pessima gestione dello scandalo, dovrebbe diventare ministro delle Industrie strategiche […] Al posto di Budanov, capo della Sbu diventerebbe Vasyl Malyuk, mentre agli Interni — dopo la morte del ministro Denys Monastyrsky e del suo vice Eugene Yenin nel disastro in elicottero di Brovary — secondo Arakhamia verrà confermato Ihor Klymenko, che ne ha preso l’interim.
L’impressione dei commentatori è che sia solo una nuova tappa del processo in corso che potrebbe presto riguardare diversi altri ministri a rischio, in prima fila quelli di Sport, Energia e Giustizia. Ma c’è persino il primo ministro tra i nomi più gettonati di un prossimo rimpasto: sarebbe destinato a una sede diplomatica all’estero. […]
Il livello di corruzione svelato dalle inchieste giornalistiche ha portato alle dimissioni di viceministri e alti magistrati, di governatori e di una lunga serie di dirigenti. Le inchieste proseguono, e gli americani hanno stretto la morsa dei controlli: il Congresso ha stanziato oltre 113 miliardi di dollari in aiuti, ma vuole verificare che non finiscano erosi da tangenti e truffe. […]
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