DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA…
Dalla rubrica delle lettere di “Repubblica”
mirella serri foto di bacco (1)
Caro Merlo, per gli oppositori della destra che avanza, il passato sembra che non passi. Sono trascorsi quasi 30 anni e il dibattito politico a sinistra lo capeggiano ancora i medesimi due navigatori di lunghissimo corso, Romano Prodi e Dario Franceschini. L’incapacità dei progressisti di risalire la china non sarà dovuta a questa sclerosi della leadership, all’inettitudine nell’individuare e promuovere nuovi maître à penser in sostituzione dei politici giurassici che non conoscono letargo?
Mirella Serri
Risposta di Francesco Merlo
In Europa, a sinistra, seppero uscire di scena Brandt e Schmidt in Germania, Blair in Inghilterra, Gonzales e Zapatero in Spagna, Hollande in Francia, Papandreu in Grecia, Soares in Portogallo… In Italia il dibattito sul campo largo, sulla coalizione, sull’ulivo, sul marciare uniti o separati è lo stesso del ’96. Carcerieri della sinistra imprigionata nel déjà vu, i maître à penser, pur in pose giovanilistiche (Franceschini ha l’ufficio in un’officina all’Esquilino), sono come l’antico professore della canzone di Natalino Otto: ancora si chiedono se è nato prima l’uovo (dell’unità) o la gallina (della divisione).
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