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IL MONDO BRUCIA E I PARLAMENTARI ITALIANI S’APPARECCHIANO IL MAXI PONTE – I LAVORI AL SENATO SONO FERMI DAL 24 APRILE AL 6 MAGGIO, ALLA CAMERA SONO PREVISTE SOLO DUE DISCUSSIONI GENERALI (SENZA VOTO) PER PERMETTERE AI DEPUTATI DI SCAVALLARE I DUE PONTI DELLA LIBERAZIONE E DELLA FESTA DEL LAVORO – GLI ONOREVOLI ORMAI SONO RIDOTTI A PIGIA-TASTI: IN ITALIA VIGE UN PREMIERATO DI FATTO (È IL GOVERNO CHE FA LE LEGGI, IL PARLAMENTO SI LIMITA A RATIFICARLE), PER COLPEVOLE NEGLIGENZA DELLE OPPOSIZIONI…
Estratto dell’articolo di Stefano Iannaccone per “Domani”
AULA DI PALAZZO MADAMA - SENATO
La quiete totale senza nemmeno una tempesta. Il mare della politica italiana è piatto con i protagonisti, fermi sulle loro zattere. E pazienza se all’orizzonte si scorgano gli scogli delle elezioni comunali e poi i referendum, e ancora più in lontananza si intravedano le nubi delle regionali.
La fotografia della politica italiana è quella dell’immobilismo, a destra, al centro, a sinistra. Ci sono i dazi di Donald Trump, la guerra in Ucraina, poi è arrivata la morte di papa Francesco e l’attenzione spostata sul conclave che inizierà il prossimo 7 maggio, che cannibalizzano – o anestetizzano in base ai punti di vista – il confronto politico. Finito sotto chiave.
giorgia meloni al senato foto lapresse
Il cortocircuito consegna al governo un premierato di fatto. Anche per la colpevole negligenza delle opposizioni. Per paradosso la «madre di tutte le riforme» (copyright Giorgia Meloni) è uscita dal calendario di maggio a Montecitorio, proprio mentre la quotidianità assegna poteri da premierato alla leader di Fratelli d’Italia. Il dibattito è tutto premier-centrico, Meloni-oriented.
[…] Lo spirito dei tempi della politica è il calendario dei lavori parlamentari, forgiato per onorare la Festa del lavoro con un primo maggio lungo dodici giorni al Senato. Al netto delle sfumature palazzo Madama sarà fermo dal 24 aprile al 6 maggio.
Nel dettaglio non è prevista alcuna seduta dell’aula, presieduta da Ignazio La Russa, mentre alcune commissioni hanno messo qualcosa in programma. Si tratta in gran parte di audizioni, da seguire a distanza, o di programmazione dei lavori da sbrigare con passo svelto. In ogni caso entro domani a ora di pranzo tutti a casa. Se ne riparla la prossima settimana per liquidare in fretta e furia il decreto Pa che scade il 13 maggio.
Per paradosso, poi, al Senato si dovrà andare spediti per esaminare una serie di decreti prossimi alla decadenza. Sarebbe bastato evitare maxi-ponti per dare più spazio, e dignità, ai confronti.
A Montecitorio, sotto la presidenza di Lorenzo Fontana, l’attesa del primo maggio è altrettanto gravida di voglia di riposare. In questo caso, senza alcuna ipocrisia, non c’è alcuna commissione convocata (solo Cultura ma giusto per depositare degli emendamenti a una proposta di legge in esame). In aula sono previste due discussioni generali.
Ma niente allarmi: non sono in agenda votazioni. I deputati possono sentirsi liberi di non presenziare, la diaria non è a rischio. Per informazioni sulla vivacità del palazzo, farsi un giro in Transatlantico.
Certo, venerdì 2 maggio sono state piazzate strategicamente le interpellanze urgenti, che impegnano a malapena una decina di parlamentari e qualche sottosegretario chiamato a rispondere.
Nei giorni scorsi più di qualcuno l’ha definita una «furbata» per riempire un minimo il calendario. Paradosso dei paradossi: a smuovere la piattezza del parlamento italiano sono serviti un re un papa. La visita di Carlo III e la morte di papa Francesco hanno portato il pienone. Due figure che sono estranee a un parlamento.
il discorso di re carlo in parlamento 3
re carlo con giorgia meloni foto lapresse
giorgia meloni ignazio la russa - foto lapresse
[…]
il discorso di re carlo in parlamento 1
lorenzo fontana giorgia meloni convegno sul premierato
ignazio la russa fonda il burraco friendly 8
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