montanari salvini di maio

SI È SVEGLIATO PURE MONTANARI – IL CRITICO D’ARTE SCRIVE AL 'FATTO': “IL M5S HA FATTO UN PESSIMO AFFARE AD ANDARE AL GOVERNO CON SALVINI” – “LA PAURA DI FINIRE COME IL PD O LEU HA SPINTO A UN’AUTOCASTRAZIONE CHE HA LASCIATO POTENTI SOLO I LANZALONE DI TURNO. UN’ALLEGORIA DELLA SOSTITUZIONE DELLA DEMOCRAZIA CON LA CONSORTERIA”

Tomaso Montanari per il Fatto Quotidiano

 

TOMASO MONTANARI

Caro direttore, sono tra coloro che, ogni giorno di più, si convincono che il Movimento 5 Stelle abbia fatto un pessimo affare ad andare al governo con la Lega di Salvini. Ho già indicato le ragioni morali, culturali e politiche: vorrei qua riflettere sulle modalità attraverso le quali ha preso forma questa fatale decisione.

 

Perché queste modalità sono le stesse che hanno portato un Luca Lanzalone ad avere un ruolo centrale nella vita del Movimento (con la scrittura dello Statuto), nel governo della città di Roma (con la guida dell' Acea) e poi un qualche ruolo (tuttora non chiaro) nella stessa genesi di questo governo.

 

Al netto di speculazioni e ipotesi, risulta con certezza che Luigi Di Maio gli abbia affidato l' interlocuzione con la sinistra del Partito democratico (dove certo non avrebbe avuto gran materia per far danno, si potrebbe amaramente ironizzare). Tutto ciò non grazie ad amicizie personali, ma al buon lavoro che Lanzalone avrebbe compiuto come consulente legale della giunta Nogarin a Livorno.

SALVINI DI MAIO

 

Il finale tragicomico del Lanzalone in manette (tragico per l' inemendabilità dell' Italia, comico per le grida di "onestà" che in perfetta buona fede hanno accompagnato una simile parabola) getta ora su questa traiettoria una luce sinistra. Ma non è questo il punto. Il punto è la democrazia.

 

anna falcone tomaso montanari

Molto si è discusso (e giustamente) dell' assenza di democrazia all' interno del Movimento: ma oggi si raccolgono i frutti di quella assenza. E non sul piano ideale, ma su quello pratico. Perché in assenza di una vera dinamica democratica interna, la selezione della classe dirigente interna, e dunque di un possibile ceto di governo, non può che essere affidata a dinamiche che nel migliore dei casi appaiono non solo arbitrarie, ma puramente casuali, spesso oltre il limite del ridicolo. L' illusione che il posto della democrazia possa essere preso da competenza+onestà si è drammaticamente infranta sugli scogli prima del governo di Roma, poi di quello nazionale.

luigi di maio matteo salvini

 

E se l' esilissima figura di Conte capo del governo sottoposto ai suoi due vice è il simbolo massimo di questo fallimento nella selezione di una classe dirigente, l' ascesa fulminea e la rovinosa caduta di Lanzalone rischiano di rappresentarne la norma. Quanti altri casi analoghi, infatti, covano sotto la cenere, in attesa di venire scoperti? Quanti altri Lanzalone hanno già approfittato della totale scalabilità del treno a 5 Stelle?

TOMASO MONTANARI

 

Un treno che, rinunciando al gioco democratico con cui diventare, attraverso il consenso, capostazione, controllore o capotreno, si espone alla possibilità che ogni passeggero prenda i comandi del locomotore e lo dirotti verso i propri fini. D' altra parte, è proprio il rigetto di ogni dinamica democratica ad aver spinto Di Maio nel tunnel dal quale ora il Movimento non può uscire senza un bagno di sangue elettorale (avendo ormai perso per sempre i voti di sinistra e rischiando di cedere una gran parte di quelli di destra al vero capo del governo, Salvini).

 

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Perché in un partito democratico la leadership dovrebbe essere sempre contendibile: e invece la designazione dall' alto con cui Di Maio è stato unto si è dovuta bilanciare con la bizzarra trovata del mandato unico e irripetibile. Un' unicità che lo ha spinto ad andare al governo col diavolo, pur di farlo subito: salvo scoprire che il diavolo, come sempre, ti chiede in cambio l' anima.

 

Il Partito democratico o Liberi e Uguali (per non parlare di Forza Italia) sono fulgidi esempi di non-democrazia di fatto. Ma la scelta di eludere il problema per paura di finire così, ha spinto a una sorta di autocastrazione che ha lasciato potenti solo i Lanzalone di turno. E che poi i Lanzalone scrivano nientemeno che lo Statuto del Movimento è una sorta di allegoria della sostituzione della democrazia con la consorteria. La lezione che i 5 stelle dovrebbe imparare è dura, e assai ben nota: la democrazia è il sistema peggiore che abbiamo. Tranne tutti gli altri.

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