gentiloni montecitorio

MONTECITORIO SEMBRA UN FUNERALE: GIURA IL GOVERNO GENTILONI (UN SOLO APPLAUSO) - AULA SEMIVUOTA: DISERTANO I DEPUTATI DI ALA, M5S, LEGA E ALCUNI DEI RAPPRESENTANTI DI FORZA ITALIA E FDI - “IL GOVERNO DURA FINCHE’ HA LA FIDUCIA”

 

Raffaella Cagnazzo per il Corriere della Sera

 

gentiloni montecitoriogentiloni montecitorio

Primi passi del nuovo governo di Paolo Gentiloni «nel quadro della maggioranza del governo precedente che non è venuta meno». Così il presidente del Consiglio si è presentato alla Camera per le dichiarazioni programmatiche sul nuovo governo. In un’Aula divisa: con i deputati di Ala, di Lega e del Movimento 5 Stelle che hanno disertato l’Emiciclo. M5S e Lega hanno anche annunciato l’Aventino per il voto di fiducia.

 

«GOVERNO DURA FINO A QUANDO HA LA FIDUCIA»

 

gentiloni montecitoriogentiloni montecitorio

«Il governo che si presenta a ricevere la fiducia è un governo di responsabilità, garante della stabilità delle nostre Istituzioni. E intende concentrare tutte le proprie energie sulle sfide dell’Italia e i problemi degli italiani»: inizia così il suo discorso alla camera il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni. Il premier rivendica il governo precedente e spiega: «I compiti di un governo sono definiti dalla Costituzione e il suo profilo politico è iscritto nel quadro della maggioranza del governo precedente che non è venuta meno. Per qualcuno è un limite, io lo rivendico; rivendico il grande lavoro fatto alle spalle ed i risultati ottenuti di aver rimesso in moto il paese» ha detto il neo-premier ricordando che il governo nasce da una crisi scaturita dalle dimissioni di Renzi, «scelta che non era obbligata ma era stata ampiamente annunciata da Renzi. Averla compiuta è stata un atto di coerenza cui non solo noi della maggioranza ma tutti gli italiani che hanno a cuore la dignità della politica dovrebbero salutare con rispetto».

gentiloni aula montecitoriogentiloni aula montecitorio

 

I TEMI E L’AGENDA DI GOVERNO: «ATTENTI A BANCHE E CLASSE MEDIA»

 

Poi il primo ministro ha passato in rassegna alcuni temi di priorità per l’agenda del governo: la questione migranti, la delicata gestione della crisi delle banche («Il sistema è solido e contribuisce alla ripresa. Siamo pronti a intervenire per garantire la stabilità degli istituti e i risparmi dei cittadini» ha sottolineato Gentiloni), ma anche i problemi del mezzogiorno («Dobbiamo fare molto di più sul Mezzogiorno. La decisione di formare un ministero apposito non deve far pensare a vecchie logiche del passato. Anzi» la precisazione del premier) e i problemi della classe media su cui Gentiloni si è soffermato. «All’agenda vorrei aggiungere grandi questioni su cui finora a mio avviso non abbiamo dato risposte pienamente sufficiente - ha detto l’ex ministro degli Esteri - Innanzitutto i problemi che riguardano la parte più disagiata della nostra classe media, partite iva e lavoro dipendente, che devono essere al centro dei nostri sforzi per far ripartire la nostra economia. Proprio perché non vogliamo rinunciare a una società aperta e digitale vogliamo porre al centro coloro che da queste dinamiche si sentono sconfitti».

gentiloni montecitoriogentiloni montecitorio

 

«SOLLECITEREMO L’INTESA SULLA LEGGE ELETTORALE»

 

Nell’elenco dei temi citati da Paolo Gentiloni anche gli impegni internazionali e con gli alleati e il confronto sulla nuova legge elettorale. «Prenderà corpo tra le forze parlamentari un confronto sulla legge elettorale per la necessaria armonizzazione delle norme tra Camera e Senato, confronto nel quale il governo non sarà attore protagonista, spetta a voi la responsabilità di promuovere e provare a cercare intese efficaci. Certo non staremo alla finestra cercheremo di facilitare e sollecitare l’intesa» ha precisato il premier parlando della riforma.

gentiloni boschigentiloni boschi

 

LA RICHIESTA DI FIDUCIA: «RAPPRESENTIAMO I CITTADINI»

 

«Il governo non si rivolgerà a quelli del sì contro quelli del no, si rivolge alla maggioranza e rispetta le opposizioni. La politica e il parlamento sono il luogo del confronto dialettico, non dell’odio e della post verità. Chi rappresenta i cittadini deve diffondere sicurezza, non odio e paura. Questo chiede il Governo e anche su questo chiede la fiducia» ha poi concluso Gentiloni interrotto da un solo applauso durante il suo discorso programmatico.

tre grazie di gentiloni: boschi, madia, lorenzintre grazie di gentiloni: boschi, madia, lorenzin

 

LE REAZIONI

 

«Non è un nuovo governo, è un governo vecchio, quindi non do un giudizio positivo» sottolinea il governatore lombardo Roberto Maroni, auspicando «che si vada ad elezioni presto perché il quarto governo non eletto dal popolo è troppo anche per l’Italia». Chiede le elezioni quanto prima anche Gianfranco Rotondi, segretario nazionale di Rivoluzione Cristiana: « Il Pd scarica sull’Italia le sue beghe, varando un governo congressuale e tenendo il Paese in balia dei capricci dei mandarini democratici. È giusto andare al voto prima possibile e il centrodestra deve prepararsi con serietà, senza attendere che ci sia la legge elettorale». «È un governo che nasce già morto, incapace, dalle parole di Gentiloni, di fare la benché minima autocritica» il commento di Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera. Ferma opposizione annuncia Raffaele Fitto, leader dei Conservatori e Riformisti: «Il Pd mostra di non comprendere affatto il Paese: questi minuetti nel palazzo sono la cosa più lontana da un ceto medio e medio-basso che è preoccupato e arrabbiato».

gentiloni aula montecitoriogentiloni aula montecitorio

 

L’AVENTINO DI M5S E LEGA

 

Confermano la propria opposizione al nuovo governo Movimento 5 Stelle e Lega Nord. M5S conferma l’Aventino al momento del voto di fiducia. Per i pentastellati interverrà in aula la capogruppo Giulia Grillo per la dichiarazione di voto. Quindi gli esponenti del M5S usciranno dall’Aula e non parteciperanno alla votazione. Stessa decisione anche per la Lega. I deputati del Carroccio hanno annunciato che parteciperanno al dibattito e alle dichiarazioni, ma resteranno fuori dall’emiciclo di Montecitorio al momento della votazione.