1. SUDARIO MONTI, IL “GRANDE PERDENTE” DI SUCCESSO, PROVOCA IL SUICIDIO (POLITICO) DI PIERFURBY E COSTRINGE ALL’UMILIAZIONE DELL’ESILIO DA ONOREVOLE DI GIANFRY FINI 2. L’”ITALIA FUTURA” SOGNATA DAL PROFESSORE E DALLO SMONTEZEMOLATO DA SOLA ALLA CAMERA NON RAGGIUNGE IL QUORUM (10%). PER SUPERARE LA QUOTA DI SBARRAMENTO L’UDC SI E’ SVENATA FINO ALL’ULTIMA GOCCIA DI SANGUE, ANEMICO DEL VOTO CATTOLICO 3. UN FLOP SENZA PRECEDENTI PER IL SUPPONENTE PREMIER VOLTAGABBANA CHE HA TRADITO LA FIDUCIA DEL CAPO DELLO STATO, DEL SOMMO EUGENIO SCALFARI E DEI PARTITI (BERSANI-CASINI-BERLUSCONI) CHE L’HANNO SOSTENUTO “A GRATIS” IN PARLAMENTO 4. IL TUTTO SOTTO GLI OCCHI COMPIACENTI E FANFARE CAZZULLE DEI GIORNALONI EDITI DAI POTERI MARCI USCITI CON LE OSSA ROTTE DALLA COMPETIZIONE ELETTORALE (MONTI CHI?)

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DAGOREPORT
Neppure il grido di Beppe Grillo: "arrendetevi!" e i sondaggi sparagnini riguardo al risultato prossimo della sua lista civica avevano smontato l'orgoglio smisurato del professor Mario Monti alla vigilia del voto.

Dopo aver annunciato, settembre 2012, che mai avrebbe corso per le prossime elezioni avendo ricevuto l'investitura di senatore a vita da Re Napolitano, il Grande Perdente (radicale e di successo) in gennaio si promuoveva spavaldo tra le rovine del Paese - bombardato dall'Imu e costretto a fare i conti (tirare la cinghia) con un anno di governo fallimentare -, "con la sicurezza di un sonnambulo". Una frase attribuita da alcuni addirittura a Hitler.

Già, l'alterigia del Pavone bocconiano messo a coltura nella serra dei Poteri marci - e adulato fino alla nausea dai suoi giornaloni dal fiato corto (di copie) -, non mostrava davvero segni di cedimenti di fronte alla Caporetto che lo attendeva dentro le urne.

Nelle sue apparizioni televisive l'anziano professore, oltre ad annoiare l'uditore con le sue litanie dottorali puntate contro i partititi che l'aveva tenuto in piedi in Parlamento (Ds,Pdl e UdC), cullava la sua testa imbiancata da cui si poteva percepire il rumore di un salvadanaio vuoto (d'idee).

Il Grande Perdente, il "tecnico" che poterà al suicidio (politico) Pierfurby Casini e all'esilio (parlamentare) Gianfranco Fini, all'improvviso era diventato la metafora del "manico di scopa" brillantemente elaborata da Jonathan Swift nel Settecento. Un ramo secco sfrondato dalle sue foglie di boria e privo di linfa vitale.

"Quell'umile bastone, che giace inglorioso e negletto in un canto (...) è oggi il rovescio di ciò che fu un tempo: un albero capovolto, i rami per terra, le radici per l'aria", annotava arguto lo scrittore e politico irlandese. Ecco restituirci a distanza di secoli, la migliore allegoria di un Rigor Mortis "ridotto a un mozzicone di legno" (da bruciare) una volta finito nelle mani degli elettori.

L'emblema di una creatura (politica) "alla rovescia", convinta alla pari dello scaltro disertore Luca Montezemolo e delle sue Dame del Fai (da te) col doppio cognome, che spettasse all'Italia futura un ruolo di ramazza per ripulire i polverosi angolini di casa in cui si nascondevano pure la corruzione. Ma quest'opera di finto lindore, per dirla ancora con le parole di Swift, ha "sollevato nubi di polvere anche là dove l'aria era tersa". O tale si annunciava all'orizzonte.

Tant'è che le nuvole dell'ingovernabilità si allungano minacciose sul Paese proprio in nome della presunta stabilità pro Monti propugnata dal "Corriere della Sera" di Flebuccio de Bortoli, dalla "Stampa" di Mariopio Calabresi e dal "Sole24Ore" di Robusto Napolitano.
Il polverone provocato dalla scesa in campo del premier (dimissionario) con una propria lista dopo aver promesso il contrario, ha proiettato un'ombra grigia sull'operato dello stesso Capo dello Stato, che non davvero può chiudere in bellezza il suo settennato.
Rigor Mortis doveva essere l'arbitro imparziale delle elezioni e non un suo protagonista, seppure nel ruolo del Grande Perdente di successo.

Anche se, per la prima volta, non c'è stato alcun "effetto Palazzo Chigi" di traino sul risultato a "una cifra" (8,3% alla Camera e 9,13% al Senato) racimolato dalla Lista del Superbone-tecnico. E senza l'ultima goccia di sangue versata nelle urne dall'UdC di Pierfurby Casini (608.199 voti pari all'1,78%) mai Mr. Imu e Don Riccardi avrebbero superato la fatidica quota di sbarramento del 10 per cento.

Il che conferma anche quanto aveva osservato Dagospia sul presunto (scarso) potenziale del voto cattolico. Cioè è andata come avevamo previsto: l'incenso nell'urna profuma meno del 2%. E il tutto si è consumato dopo aver brigato con la Curia vaticana e messo a repentaglio la stessa neutralità della Comunità di Sant'Egidio, guidata dal monticiano di risulta, Andrea Riccardi.

La nuova aggregazione di centro (Monti-Casini-Fini) alla Camera si è fermata sotto i due milioni di consensi (10,54%). Di cui, quasi la metà, sono stati raccolti nel Nord-Ovest. E soprattutto nelle sue grandi città (Milano-Torino). A svenarsi per il Candidato-Perdente sono stati pure gli ex simpatizzanti della Margherita nel Trentino-Alto Adige (Lorenzo Dellai). Le altre vittime illustri dell'illusionismo mediatico che ha accompagnato l'azione dello Scilipoti dell'Italia futura verso una sconfitta annunciata.

E con quanta superbia e spavalderia il Manico di Scopa della Bocconi, ha preso per il bavero del pigiama oltre a Bella Napoli pure il fondatore di "Repubblica", Eugenio Scalfari.
Il voto dell'altro giorno l'ha ridotto, però, a un tizzone inutilizzabile. E la sua agenda, avuta in dono dal fido giuslavorista à la carte, Pietro Ichino, è buona soltanto per accendere altri fuochi (fatui) per i Poteri marci.

Sempre gli stessi Lor Signori (dei debiti) che negli ultimi vent'anni hanno scommesso (perdendo sempre) sul partito dell'antipolitica.
Già. Il dio Saturno che divora i suoi figli nella speranza che essi possano soppiantarli. E intanto i Grilli cantano sono le finestre del Palazzo (assediato) e i Gabibbo alle vongole friggono di rabbia nelle loro padelle (bucate) di via Solferino.

 

 

 

 

MARIO MONTI CON IL CANE ALLE INVASIONI BARBARICHE GRILLO BEPPE giorgio napolitano beppe grillo porte Gianfranco Fini PIERFURBY CASINI Luca Cordero di Montezemolo Ferruccio De Bortoli MARIO CALABRESI E GIORGIO NAPOLITANO PRIMA PAGINA CELEBRAZIONI 150 ITALIA