DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Victor Erofeev per “Sette – Corriere della Sera” - Tradotto dal russo da Chiara Mariani
Nikolai Vasilyev ALLA FESTA NUDISTA A MOSCA
Nella nevosa Mosca di dicembre, alla vigilia del nuovo anno, con un ruggito spaventoso è esplosa una bomba sessuale. Le sue onde si sono diffuse in tutta la Russia. Non si tratta di una stella di Playboy, ma di un’azione collettiva del tutto spontanea di personaggi famosi del mondo pop e della televisione russa che simpatizzano per il Cremlino. Questo evento ha eclissato tutte le notizie su tutti i canali di informazione e, detto tra noi, si è rivelata addirittura peggiore dei droni ucraini che sono volati verso la capitale russa.
Anastasia Ivleeva, conduttrice televisiva ed ex caporedattrice di Playboy, ha invitato i suoi amici, per lo più musicisti, a una Festa Seminuda (questo il nome ufficiale) in occasione di una mostra fotografica erotica. Dicono che volesse solo mostrare ai suoi amici che era dimagrita in modo superbo. Alcuni sono arrivati con qualcosa addosso, altri senza niente. La maggior parte in biancheria intima trasparente. Un video finito sui social network ha suscitato un vero scandalo nell’ambiente patriottico filogovernativo. L’abbigliamento era davvero minimalista: un rapper indossava solo un calzino sopra il pene.
L’esplosione di questa bomba sessuale ha fatto crollare le facciate ingannevoli dei villaggi Potemkin di propaganda e ha traumatizzato ecclesiastici e asceti. Nel bel mezzo di una guerra, che secondo i propagandisti è sostenuta da tutti tranne che dai rinnegati andati all’estero, si comunicava l’indifferenza verso le azioni delle autorità. E l’indifferenza è apparsa come il motto inespresso di questo conflitto, incompatibile con l’intensità delle passioni militari.
La cultura pop russa, rappresentata dalle figure più famose come il cantante Philip Kirkorov, se n’è fregata delle esigenze belliche. La giornalista Ksenia Sobchak era in un abito trasparente: nel 2018 era la concorrente ufficiale di Putin alle elezioni presidenziali. Il disprezzo della cultura pop nei confronti dell’operazione militare infligge un colpo alle autorità ancora più grande di quello inferto dall’opposizione che sostiene che la guerra si regga sulla corruzione: mai la popolazione aveva neppure immaginato il denaro che si può ottenere al fronte combattendo oppure nelle retrovie, come risarcimento per la morte di un familiare. Per non parlare dell’iniziativa più esotica: il condono di pene, per omicidio o altri peccati gravi, concesso ai detenuti mobilitati. […]
Ma coloro che ricevono enormi somme di denaro per i loro concerti, viaggiano in tutto il paese e sono amici dei funzionari del Cremlino, si ribellano senza immaginare il significato e la portata della loro ribellione. Questa alienazione è quasi subconscia. Presentandosi a una festa in biancheria trasparente le nostre pop star volevano solo divertirsi ma ora il divertimento è contrario alle leggi della guerra.
Il fatto che la festa abbia suscitato uno scandalo così esagerato racconta la difficile sorte dell’erotismo in Russia. Tutte le dittature non amano l’erotismo e cercano di sigillarne il significato relegandolo nell’intrattenimento privato. Ma in Russia l’erotismo è parte di un ampio e irrisolto problema culturale. Sul piano sessuale è ancora divisa. È l’erede di una vivace cultura pagana, che con la sua libertà ha stupito gli stranieri, ma è anche il guardiano ortodosso dal volto di pietra che sopprime la libertà della vita erotica in nome della dittatura politica.
festa a tema nudista a mosca 1
Negli ultimi anni un gran numero di informatori e giornalisti governativi hanno fatto carriera combattendo il sesso, in particolare le sue varianti omosessuali. Ma la Rus’ pagana vive nel subconscio russo e emerge sotto forma di anarchia erotica. Il partito delle star seminude ha tagliato come un rasoio il monopolio del puritanesimo rivelando l’ipocrisia dei capisaldi del Cremlino.
È molto più difficile per le autorità combattere un eroe stupido che Navalny. Navalny è chiaro: il suo posto è in prigione, lontano al nord, dove in inverno ci sono meno 50 gradi. L’eroe pop invece è il subconscio delle autorità stesse che predicano che siamo migliori di tutti gli altri e che dobbiamo dare tutto allo Stato, compreso le nostre vite. Successivamente gli ospiti della festa in calze nere sexy hanno inscenato improbabili dichiarazioni di pentimento.
La padrona di casa è scoppiata in lacrime davanti alle telecamere. Invece Kirkorov, come da copione in Russia, ha detto che lui stava entrando in una stanza quando è finito in un’altra per sbaglio. Gli altri ne hanno seguito l’esempio.
nastja ivleeva e philipp kirkorov
Sono subito stati eliminati dai programmi della televisione statale di Capodanno e le grandi aziende li hanno rinnegati come testimonial. Le serate di gala (che spesso finiscono in orge) si svolgeranno senza di loro. Tuttavia, l’addetto stampa di Putin, Dmitry Peskov, abbraccia pubblicamente Kirkokov e poi chiede ai giornalisti di non fare domande sull’argomento. Anche Maria Zakharova, addetta stampa del Ministero degli Esteri russo, sembra pronta a mettere una buona parola per gli sfortunati cantanti. Ma tutto sarà deciso da una persona sola.
Putin sta affilando la sua ascia contro le pop star che gli hanno rovinato le vacanze di Capodanno? Pensa: ma questo è un problema. Prima la ribellione di Prigozhin, che grazie a Dio non c’è più. E ora cosa fare con questi idioti? Potrei mandarli tutti o in parte in prigione. Il popolo si lamenterà, ma lo sopporterà. In fondo ha sopportato la mobilitazione e sopporterà anche questo. Insomma, il Capo, le pop star lo chiamano così, ha qualcosa su cui riflettere.
Ma vale la pena punirli troppo? Dopotutto molti residenti del Cremlino sono orgogliosi di conoscerli. E se non li punissi affatto? È chiaro che le loro sono lacrime di coccodrillo, non un vero pentimento. Si può sempre ricorrere all’ispettore delle tasse. Hanno già scoperto inadempienze multimilionarie da parte della stessa Anastasia Ivleeva. […]
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