FLASH! - FERMI TUTTI: NON E' VERO CHE LA MELONA NON CONTA NIENTE AL PUNTO DI ESSERE RELEGATA…
Lettera di Giampiero Mughini a Dagospia
Caro Dago, naturalmente sono ben contento che il premier Matteo Reni abbia abbracciato Benjamin Netanyahu nel confermargli quanto a noi italiani sta a cuore la sorte della gente di Israele, e ci mancherebbe altro. Non esco dal seminato se ti dico che a me, e penso alla stragrande maggioranza degli italiani, sta molto a cuore anche la sorte della gente dell’Iran.
Te ne parlo dopo avere visto ieri sera “Taxi Teheran”, la toccante testimonianza cinematografica del regista iraniano Jafar Panahi. Panahi è un regista che in Iran ha patito e sta patendo le pene dell’inferno. Lo hanno tenuto in carcere e non lo hanno trattato con i guanti bianchi. Adesso è sotto sorveglianza, e non può girare dei film. E allora che cosa ha fatto?
E’ montato su un taxi a modo di un taxista, ha piantato una camera da presa lì dove c’è il cruscotto e s’è messo a girare per Teheran e mentre quella camera da presa inquadrava le vie di Teheran, la gente iraniana per le strade, ragazze con il velo e i tacchi altissimi, gente in jeans e che hanno l’aria esattamente di quelli che noi incontriamo ogni giorno per i quartieri di Roma.
E tutto questo mentre di tanto in tanto sul taxi salivano dei personaggi – ovviamente degli attori – che ciascuno a loro modo raccontava qualcosa ancora di come sono e come vivono gli abitanti di Teheran. La gente dell’Iran. Tra i quali non devono essere pochi quelli che in nome di Allah minacciano e colpiscono.
A un certo punto Panahi (che nel film interpreta se stesso) riconosce per strada la voce di quello che in carcere lo aveva “torchiato”. Ovvio che in Iran di questi fondamentalisti farabutti ce ne sono molti, né io dimentico quel precedente presidente iraniano che aveva pubblicamente maledetto Israele e ne aveva invocato la distruzione. Un presidente diverso da quello che c’è oggi.
Ebbene io penso che l’accordo sul nucleare fra Usa e Iran – un accordo significa un’intesa tra due parti politiche diverse se non proprio opposte – vada in aiuto alla gente dell’Iran che è e vive come noi, a Panafi, alla sua meravigliosa nipotina (anche lei un’interprete del film, è stata lei a ritirare a Berlino il premio per lo zio), a quelli per le strade di Teheran che vendono e comprano copie dei film occidentali e smaniano di assomigliare a noi occidentali, alla ragazza che camminava sul velo ma coi tacchi a spillo, al personaggio maschile (un amico di Panafi) munito di un tablet Apple esattamente come il mio e avvolto esattamente nella stessa custodia.
la nipote di jafar panahi ritira l orso d oro per taxi teheran
Come sempre in politica è un scommessa, può riuscire oppure no. La gente dell’Iran ha festeggiato gioiosa la notizia dell’accordo. Credo che se potesse, Panafi direbbe mille volte di sì a quell’accordo, al fatto che l’Occidente e il suo Paese smettano di guardarsi in cagnesco.
Che tra noi e loro ci sia sempre più una compravendita di idee, merci, abiti, film, petrolio anche. Che ci si conosca e rispetti a vicenda sempre più. Speriamo speriamo speriamo. E che altro avremmo dovuto fare, caro Netanyhau, riempire di bombe l’Iran pur di stroncare sul nascere l’ipotesi che anche quel Paese un giorno disponga del nucleare?
GIAMPIERO MUGHINI
il presidente iraniano rohani si gode l iran ai mondialiRENZI NETANYAHU
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