ALLEGRIA! FUGA DAL SARKOFAGO: LA DESTRA FRANCESE È IN BANCAROTTA E SARKOZY TORNA ALLA CARICA

Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"

Non sta più nella pelle, l'ex presidente Nicolas Sarkozy. Nei suoi uffici al 77 rue de Miromesnil, poco lontano dall'Eliseo, da mesi riceve ogni giorno una processione di visitatori, li accoglie cominciando a discutere di temi epocali con il respiro dello statista ma poi si lascia catturare dall'attualità: «Come sta Alain Juppé (lo considera il compagno di partito più pericoloso, ndr)? Che intenzioni ha?»; oppure, come riporta L'Express , «ma l'hai visto quel piccolo ciccione ridicolo (Hollande, ndr), come si tinge i capelli? Ne conosci, tu, di uomini che si tingono i capelli?».

Insomma la sconfitta è di 14 mesi fa ma ancora a Sarkozy non è andata giù. E adesso ha l'occasione per tornare a sporcarsi le mani con la politica vera, quella combattuta tutti i giorni, perché c'è una missione che non può attendere: salvare il partito Ump dalla bancarotta (e magari, già che ci siamo, se stesso dalle grane giudiziarie).

Il Consiglio costituzionale ha appena confermato la decisione presa prima di Natale dalla «Commissione dei conti per il finanziamento della vita politica», di non convalidare le spese delle presidenziali perse nel 2012: vuol dire che lo Stato non rimborserà all'Ump gli 11 milioni di euro sperati. Il pessimo risultato alle legislative poi ha fatto arrivare nelle casse del partito solo 20 milioni di finanziamento pubblico rispetto ai 33 degli anni precedenti, e quindi oggi l'Ump rischia di crollare sotto i debiti: 46 milioni di scoperto nei confronti delle banche.

In rue de Miromesnil, giovedì pomeriggio, subito dopo la notizia della bocciatura dei conti, Sarkozy ha convocato il segretario del partito Jean-François Copé e ha deciso di lanciare una sottoscrizione nazionale. Ieri, il presidente emerito si è rivolto alla Francia dalla sua pagina Facebook, attaccando il Consiglio costituzionale di cui pure fa parte (ha provato a dimettersi, ma non può): «Il primo partito di opposizione di Francia non beneficerà di alcun rimborso pubblico. Viene applicato un nuovo principio: per uno sforamento, che noi abbiamo contestato, di 400 mila euro ossia il 2,1% del totale, si applica una sanzione del 100% ossia 11 milioni di euro».

Sarkozy parla di «una situazione inedita» che mette a rischio «l'alternanza così necessaria al socialismo», di «pericoli per il pluralismo» e infine viene a sé: «Devo assumermi le mie responsabilità impegnandomi per la garanzia di una espressione democratica libera nel nostro Paese. Vi domando di aiutarmi mobilitandovi, come io sto per fare, a questo scopo».

Lunedì il 58enne ex capo dello Stato francese parteciperà di nuovo per la prima volta a una riunione ufficiale del suo partito, quella convocata in via straordinaria per affrontare l'emergenza. Sarkozy aveva pensato di ritornare in primo piano solo dopo le elezioni europee (che si preannunciano molto difficili) dell'anno prossimo, perché il traguardo delle presidenziali è ancora molto lontano (2017), ma il disastro finanziario dell'Ump lo costringerà probabilmente ad affrettare i tempi. E potrà così buttare nella mischia politica anche gli scandali che lo coinvolgono: 1) risarcimento record all'amico Bernard Tapie 2) affare Bettencourt 3) sospetti su un finanziamento illecito preso da Gheddafi 4) Karachi e le tangenti per i sottomarini al Pakistan.

La linea di Sarkozy sembra chiara: attaccare, in nome della democrazia, le sentenze a suo sfavore, come ha appena fatto a proposito del Consiglio costituzionale, con il coro degli amici che gridano al complotto e parlano (Brice Hortefeux) di «volontà di togliere l'ossigeno a Sarkozy».

Per questo ieri la ministra della Giustizia, Christiane Taubira, ha chiesto all'ex presidente uno «sforzo di dignità in nome dell'interesse generale»: «Le contestazioni indicano sfiducia nei confronti delle nostre istituzioni, privilegio deleterio riservato ai potenti». E più tardi è intervenuto in prima persona il successore di Sarkozy all'Eliseo, François Hollande, ieri in visita in Tunisia, per dire che «il Consiglio costituzionale deve essere rispettato, pienamente rispettato, interamente rispettato. Nessuno può lanciare sospetti e mettere in discussione questa istituzione». Il presidente di oggi risponde al presidente di prima: la mossa di Sarkozy ha funzionato, il duello può ricominciare.

 

 

NICOLAS SARKOZY FOTOGRAFATO DA PHILIPPE WARRIN jpegNicolas Sarkozy FRANCOIS HOLLANDE NICOLAS SARKOZY NICOLAS SARKOZY Bernard TapieSARKOZY BETTENCOURT