DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Nicola Catenaro per il “Corriere della Sera”
«Non presenterò alcuna denuncia ma di sicuro non ho intenzione di lasciarmi intimidire da minacce e insulti, quelle scritte si commentano da sole». Così Giorgia Latini, fino a pochi mesi fa deputata della Lega e ora assessora alla Cultura, all'Istruzione e alle Pari opportunità della Regione Marche, commenta i cartelli comparsi durante le manifestazioni della rete per la difesa del diritto all'aborto.
Una serie di iniziative organizzate l'altro ieri davanti ai consultori di varie località marchigiane. A Macerata è comparsa la scritta: «La storia ce lo insegna: andiamo a bruciargli la casa». In un altro veniva invece usato l'hashtag «questa è guerra».
Tutto nasce dalla contrarietà espressa di recente da alcuni esponenti del nuovo governo regionale di centrodestra guidato dal presidente Francesco Acquaroli e, in particolare, dall'assessora Latini sulle linee guida ministeriali in merito alla somministrazione della Ru486, la pillola abortiva.
Secondo le indicazioni del ministero della Salute è possibile l'interruzione volontaria di gravidanza con metodo farmacologico in day hospital (ambulatori e consultori compresi) fino alla nona settimana. Un chiarimento conseguente alla decisione della governatrice dell'Umbria, Donatella Tesei, che aveva annullato una delibera della precedente amministrazione che permetteva il day hospital. Anche in altre regioni le nuove linee guida del ministero hanno suscitato dibattiti e iniziative contrarie.
«Non ho mai detto - precisa Giorgia Latini - di non voler rispettare la legge sull'aborto. I messaggi positivi purtroppo vengono strumentalizzati in negativo da una certa politica. Come ho scritto sul mio profilo, sono convinta che ognuno sia libero di scegliere secondo coscienza, ma quando la scelta di abortire è condizionata da mancato sostegno psicologico e da problemi economici, le istituzioni e la società non possono abbandonare la donna in difficoltà e devono fare di tutto per sostenere la maternità e la vita tutelando la salute della donna».
giorgia latini con matteo salvini
Anche il governatore Acquaroli, ieri, è intervenuto esprimendo solidarietà all'assessore Latini, «oggetto di questo violento attacco solo per aver espresso la sua legittima e personale opinione in merito alla difesa della vita e al sostegno alla maternità», e ribadendo sull'argomento che «la Regione Marche è a favore della corretta applicazione della 194».
Al messaggio di solidarietà sono seguiti comunicati di vari rappresentanti politici, dalla Lega a Fratelli d'Italia, Forza Italia e Udc, uniti nel condannare il gesto.
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