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Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica”
La grana più grossa è Trieste, con il Movimento locale spaccato in due. La situazione più folle a Cosenza, dove si cercano candidati nella società civile e arrivano autopromozioni a mezzo stampa. E poi c’è il voto di Milano (il gruppo locale non vuole ancora rivelare in quanti abbiano partecipato alle “comunarie”). E la lista dei migliori di Max Bugani a Bologna, che contro ogni abitudine grillina ha deciso di sceglierli di persona (e pare stenti a trovarli, visto che a essere arrabbiati per la vicenda sono i superortodossi come lui).
Va liscia a Torino, con la candidata naturale Chiara Appendino scelta per acclamazione dall’assemblea (l’attuale capogruppo in comune protesta, ma non è nuovo a critiche e distinguo). E per ora a Napoli, dove si lavora alacremente al programma e di nomi non si parlerà prima dell’8 dicembre.
Quanto a Roma, dopo l’annuncio di una cura choc, Beppe Grillo è costretto a precisare: «Non avranno nulla da temere i dipendenti pubblici che svolgono il proprio lavoro con onestà, manderemo a casa chi ha occupato un posto senza averne i meriti». Che suona meglio di «ci saranno i disoccupati per strada», ma arriva pur sempre con quattro giorni di ritardo.
La selezione del successore di Ignazio Marino resta la più osservata dai vertici: non dovrebbe partire prima di gennaio, vede in pole i consiglieri comunali uscenti e dovrà avere la benedizione finale del blog. Nel resto d’Italia, invece, si improvvisa. Milano ha scelto l’urna fisica di un auditorium di periferia e un metodo a punti che dovrebbe consentire la formazione dell’intera lista. Pare abbiano votato in 330, ma è tutto ancora top secret, tranne il nome della vincitrice, la 51enne consigliera di zona Patrizia Bedori, attivista della prima ora a conferma della purezza delle regole.
A Torino Chiara Appendino - 31 anni e un bimbo in arrivo - è colei che negli ultimi cinque anni ha dato più filo da torcere in consiglio comunale a Piero Fassino. Oggi il suo capogruppo Vittorio Bertola scrive amareggiato su Facebook: «Non mi ha voluto come vicesindaco, lascio la politica».
Ma i suoi la difendono: «Abbiamo detto tutti che era prematuro». E preparano i volantini: «L’alternativa è Chiara», con la Mole sullo sfondo. «Per noi lavoro e povertà sono due argomenti che vanno affrontati insieme - dice - perché i poveri da lavoro sono i più deboli tra i deboli. Taglieremo del 30 per cento lo spoil system e useremo 5 milioni per l’inserimento dei giovani nelle pmi».
Idee meno chiare a Trieste, dove la moglie dell’europarlamentare M5S Marco Zullo - Paola Sabrina Sabia - è accusata di aver improvvisato una votazione per farsi eleggere candidata sindaco da 26 persone. Ha già mandato alla Casaleggio la lista per ottenere l’uso del simbolo, ma il consigliere comunale Paolo Menis - colonna locale dal 2005 - ha stilato una lista concorrente. E ogni mediazione è finora fallita.
A Cosenza, infine, si cercano candidature nella società civile: «Dobbiamo essere il più possibile aperti a comitati e associazoni », dice il senatore Nicola Morra. Che però boccia senza esitazioni Mario Corbelli, autocandidatosi a mezzo stampa: «È venuto al nostro incontro, si è presentato. Gli ho risposto: e quindi?». L’ex candidato sindaco Ivan Pastore attacca: «Non si possono fare endorsement negativi», ma è la solita vecchia faida legata ai fuoriusciti calabresi in Parlamento. «Abbiamo asportato un paio di tumoretti - spiega Morra - gli esterni ci servono per ripartire».
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