DAGOREPORT – MATTEO FA IL MATTO E GIORGIA INCATENA LA SANTANCHÈ ALLA POLTRONA: SALVINI, ASSOLTO AL…
Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “la Stampa”
iolanda apostolico alla manifestazione contro salvini nel 2018 a catania
Le sentenze di Firenze e Catania rompono i piani, ma in fondo risolvono un problema. La destra di governo sperava di evitare una polemica aperta con la magistratura, Giorgia Meloni lo ha detto spesso ai suoi, «non deve tornare la stagione berlusconiana di conflitto permanente».
Eppure il video della giudice Apostolico, che manifesta contro Matteo Salvini e si espone politicamente sui social, regala un'opportunità tattica notevole: uscire dalla difficoltà di doversi difendere dai risultati negativi sulle politiche migratorie e poter passare al contrattacco sui giudici faziosi.
E siccome ora si teme che di sentenze ne arrivino altre, allora sarebbe bene, si ragiona nella maggioranza, reagire non solo con dichiarazioni alle agenzie. Per questo nel mirino della destra è finito (ancora una volta) anche Carlo Nordio, il ministro della Giustizia il cui operato viene giudicato troppo passivo nei confronti della «magistratura politicizzata», tanto che da FdI e Lega continuano ad arrivare interrogazioni parlamentari.
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tweet di matteo salvini sulla manifestazione di catania del 25 agosto 2018 con iolanda apostolico
Nei ragionamenti dei dirigenti di Lega e Fratelli d'Italia, (Forza Italia stavolta si mostra più defilata) si fa avanti un sospetto: le sentenze di Catania e di Firenze sono in qualche modo coordinate, fanno parte di un attacco, «la batteria», si sente ripetere a Montecitorio, che vuole smontare l'azione di governo, «sono sentenze in fotocopia da un punto di vista politico, normalmente ci vogliono mesi a scriverle e qui in pochi giorni ne troviamo due».
Giovanni Donzelli, coordinatore di FdI, si mostra scandalizzato dalla decisione del Tribunale del capoluogo toscano che ha considerato la Tunisia un Paese non sicuro: «In democrazia le scelte politiche le prendono il Parlamento e il governo perché rappresentativi della volontà popolare espressa con le elezioni. I giudici devono assicurarsi che vengano rispettate le leggi, non occuparsi di modificarle».
Poi, la conclusione: «Spostare il potere di scelta politica da organi di rappresentanza popolare ad istituzioni non elettive sarebbe una sospensione della sovranità popolare sancita dalla Costituzione». Siamo a pochi centimetri, insomma, dall'accusa di eversione. Fuori microfono altri dirigenti del partito rincarano la dose, accusando di «immigrazionismo» delle toghe.
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giovanni donzelli foto di bacco (1)
Si torna insomma allo stato d'assedio. Mario Sechi, ex capo ufficio stampa del governo, ha descritto in un editoriale su Libero, giornale che ora dirige, l'aria che tira nei palazzi frequentati fino a poche settimane fa: «Il complotto per il governo tecnico? E a che dovrebbe servire? È già tutto sullo scaffale della letteratura del colpo di Stato che non fa un plissé. In Italia c'è un governo democraticamente eletto che per soprammercato è di centrodestra dunque si può rovesciare dolcemente con un'Armata di azzeccarbugli (...) i mandarini che hanno il potere di smontare il programma di governo fino a renderlo un progetto irrealizzabile...». Niente complotto, insomma, o forse un po' sì.
giovanni donzelli matteo piantedosi foto di bacco (3)antonio tajani giorgia meloni matteo salvini giorgia meloni a cutro CARLO NORDIO
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