DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Estratto dell’articolo di Monica Guerzoni per il “Corriere della Sera”
GIORGIA MELONI LUCA ZAIA MATTEO SALVINI
Giorgia Meloni: «Siamo una famiglia affiatata». Antonio Tajani: «Andiamo d’amore e d’accordo». Matteo Salvini: «In Giorgia ho trovato un’amica». Ventiquattr’ore dopo le promesse solenni scandite sul palco di Cagliari, la foto della tregua elettorale è già in pezzi. Il voto con cui il Senato ha bocciato il terzo mandato e spaccato la maggioranza, rivela il vero stato dei rapporti nel governo. Le tensioni tra i leader, la competizione per il consenso, la battaglia tra e dentro i partiti. Lo scenario La Lega ha forzato e ha perso.
Una sconfitta che brucia e costringe gli alleati a interrogarsi sui veri obiettivi di Salvini.
Perché ha tirato dritto, nonostante Meloni gli avesse intimato di fermarsi? Perché è andato testardamente alla conta sapendo che, per dirla con un meloniano, «si sarebbe schiantato contro un muro»?
Il sospetto dei patrioti è che il regolamento di conti non sia solo tra Lega e FdI, quanto dentro al Carroccio. Uno scenario che aggiungerebbe legna al fuocherello che minaccia le fondamenta dell’alleanza di governo. […] se la premier e i suoi fratelli sono a dir poco spiazzati, è perché i conti non tornano. Lei in tv sdrammatizza, assicura che lo scontro sul terzo mandato non crea al governo problema alcuno, eppure i suoi parlamentari sono pieni di sospetti sulle vere intenzioni del ministro delle Infrastrutture.
[…] i meloniani pensano che la partita del Senato sia tutta interna al Carroccio e che Salvini abbia lavorato non per difendere Zaia, bensì per affossarlo: «Mettendo una croce sul suo nome come prossimo candidato alla presidenza del Veneto, il segretario della Lega lo costringe a correre per un seggio alle Europee». Una scelta che impedirebbe al presidente del Veneto di contendere all’attuale segretario la leadership del partito.
[…] La Lega promette che la battaglia continuerà in Aula, il che allarma ancora di più gli inquilini di Palazzo Chigi e via della Scrofa. Se l’emendamento sarà ripresentato, spiegano dentro FdI, verrà di nuovo bocciato e «sarà un’altra sfiducia a Luca Zaia». In commissione non sono sfuggite a nessuno le parole con cui il meloniano Andrea De Priamo ha dato voce a quel che la premier pensa sulla necessità di «riequilibrare» al Nord i rapporti di forza tra i partiti di maggioranza: «Anche se passasse il sì al terzo mandato, chi lo dice che troveremmo l’accordo per ricandidare Zaia?».
L’impressione, tra i senatori di opposizione, è che mentre Salvini lavora per logorare Meloni, a sua volta lei non perde occasione per indebolire il suo vice e consentire la scalata di Zaia al vertice della Lega: senza Salvini il partito potrebbe svoltare su posizioni più centriste, lasciando campi aperti per Meloni a destra. […]
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