DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”
GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI
[...] Giorgia Meloni ha combattuto per anni il Mes, ma ha impiegato pochi mesi a capire che non c'è alternativa. Il cosiddetto fondo Salva Stati va ratificato. […] Nella sua mutazione europeista, la premier ha progressivamente lasciato le ragioni del No alla Lega. Ora si tratta solo di costruire la migliore via d'uscita, quella che minimizzerà l'effetto dirompente che avrà il via libera al Mes.
Matteo Salvini ha chiesto garanzie. E Meloni è pronta a offrirgli un doppio compromesso. Quasi un mese fa l'ex ministro Pd degli Affari europei Enzo Amendola aveva proposto di approvare una «clausola tedesca» vincolando il futuro accesso al Meccanismo a un voto parlamentare a maggioranza qualificata.
Un'idea che piace molto a Giovanbattista Fazzolari, sottosegretario e principe consigliere di Meloni, e che i vertici di Fratelli d'Italia vorrebbero integrare con un altro testo per precisare che mai e poi mai l'attuale maggioranza, e dunque l'attuale governo, chiederanno di accedere al Mes. Essendo un trattato internazionale a normarlo, la legge di ratifica non può contenere al suo interno un impegno politico.
Palazzo Chigi e il ministero dell'Economia, infatti, stanno studiando un Ordine del giorno (o in alternativa una risoluzione) con cui il Parlamento impone all'esecutivo di impegnarsi a non utilizzare il fondo.
Un escamotage che dà il senso dell'imbarazzo che si vive tra gli uomini di Meloni. Il voto è una certezza. Si tratta solo di capire quando e come. Di rinvio in rinvio si potrebbe anche arrivare all'inizio del 2024, ma a costo di far innervosire ancora di più i partner europei e Bruxelles. Di certo, si attende di conoscere il finale delle trattative sulla riforma del Patto di stabilità.
giorgia meloni giancarlo giorgetti raffaele fitto
«Il ragionamento più ampio» di cui ieri parlava il ministro agli Affari europei Raffaele Fitto è nient'altro che la logica di pacchetto rivendicata da Meloni: il Mes come strumento negoziale sul tavolo a cui si decidono le future regole di bilancio europee. Il governo italiano aspetta di sapere se l'ultima versione della riforma del Patto che si discuterà al Consiglio europeo di giovedì e venerdì conterrà nel calcolo del deficit non solo lo scorporo delle spese per gli investimenti ma anche l'alleggerimento degli oneri da interessi sul debito.
Se così sarà, Meloni potrà avere più spazio di manovra per convincere i suoi elettori e i riluttanti parlamentari della Lega ad aver ceduto in cambio di una buona vittoria. Sarà una mezza verità per mascherare una giravolta obbligata, ma al momento non ci sono piani B.
MATTEO SALVINI GIORGIA MELONI - MEME BY OSHO
Nei prossimi giorni la premier si dovrà solo assicurare che la Lega e il suo segretario in campagna elettorale permanente non voteranno diversamente dagli alleati di FdI e Forza Italia. Tolta l'irriducibile pattuglia del Carroccio guidata da Claudio Borghi, a Palazzo Chigi comunque sono ottimisti e non temono strappi più ampi: la stabilità dell'esecutivo […] rischierebbe di essere compromessa, e si aprirebbe uno scenario di crisi, con inevitabile verifica di maggioranza. […]
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