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antonio tajani giorgia meloni matteo salvini
1. DAGOREPORT - IL GIORNO DEL GIUDIZIO PER IL GOVERNO MELONI SARÀ QUANDO SI APRIRANNO LE URNE EUROPEE DEL GIUGNO 2024 - CHE FARÀ SALVINI, SBATTUTO A DESTRA, CHE PIÙ DESTRA NON SI PUÒ, SE LA LEGA NON RIUSCIRÀ A RECUPERARE UN PO’ DEI VOTI PERDUTI RAGGIUNGENDO QUEL MINIMO CHE SI È PREFISSO PER LA SUA LEADERSHIP (12%)? - CHE NE SARÀ DI FORZA ITALIA, IN CASO DI TRACOLLO SOTTO IL 6%? CHE SUCCEDERÀ SE LA CAMALEONTE GIORGIA VOTASSE, CON FORZA ITALIA, INSIEME AI SOCIALISTI, LIBERALI E POPOLARI PER LA "MAGGIORANZA URSULA", MENTRE LA LEGA, VOTANDO CONTRO, RESTASSE FUORI DALLA COMMISSIONE EUROPEA?
TAJANI SFIDA SALVINI MURO ALLE ULTRADESTRE "IL VOTO CI DARÀ RAGIONE" IL LEADER AZZURRO " L'EVENTO
Estratto dell’articolo di Francesco Moscatelli per “la Stampa”
Un vice presidente del Consiglio contro l'altro. Matteo Salvini organizza il raduno degli euroscettici di "Identità e Democrazia" a Firenze? Antonio Tajani, dopo aver messo in sicurezza Forza Italia in attesa del congresso, ne approfitta per scorrazzare nel lombardo-veneto e sottolinea con i fatti di voler occupare ogni millimetro lasciato libero dall'alleato-avversario.
MATTEO SALVINI - ANTONIO TAJANI
Chi ha visto in azione Tajani a San Giorgio alle Pertiche, Padova, dove venerdì sera accompagnato da Flavio Tosi si è trattenuto fino a tardi con i trecento soci della cooperativa sociale "Il Graticolato", e ieri mattina al Kilometro Rosso di Bergamo, […] giura che il ministro degli Esteri e coordinatore nazionale di Forza Italia, una vita politica tra Roma e Strasburgo, a recitare il ruolo dell'anti-Salvini fra imprenditori, partite Iva, agricoltori e Terzo Settore della fu Padania, ci stia prendendo gusto.
giorgia meloni ursula von der leyen
Anche se, un po' per evitare fibrillazioni nel governo, un po' perché è convinto che entrare in polemica diretta darebbe eccessiva rilevanza al progetto salviniano, lascia che a picchiare duro contro le «derive sovraniste» siano soprattutto i suoi fedelissimi.
«Io penso che sbagli Salvini ad andare appresso a personaggi che sono un po' particolari, se vogliamo usare un eufemismo…. » ha detto ieri il portavoce di Forza Italia Raffaele Nevi. «FI è parte integrante e fondante del Ppe, noi siamo europeisti, atlantisti e quindi non condividiamo assolutamente un nostro futuro con chi non vuole l'Europa […]» ha ribadito il capogruppo alla Camera Paolo Barelli.
ROBERTA METSOLA E ANTONIO TAJANI A CATANZARO
E pazienza se Salvini, nelle stesse ore in trasferta a Bruxelles «per evitare una nuova tassa europea, questa volta sui porti italiani», abbia alzato ulteriormente la posta attaccando su X la presidente dell'Europarlamento Roberta Metsola che «ripropone l'inciucio con le sinistre, che ha portato l'Europa ai problemi di oggi».
Roberta Metsola che, in contemporanea, si faceva fotografare a Lecce con il ministro meloniano agli Affari europei Raffaele Fitto e che domani sarà a palazzo Chigi per un faccia a faccia con Giorgia Meloni.
Tajani, che rischiava di finire in un angolo, ieri sera si è fatto sentire da Milano, dove ha partecipato a un evento dell'American Chamber of Commerce in Italy e poi all'assemblea lombarda di FI al grand hotel Villa Torretta di Sesto San Giovanni. «Salvini è un alleato e può esserlo anche in Europa, ma noi non faremo mai un'alleanza con Afd e con la signora Le Pen - ha esplicitato -. Questo è noto e non ha nulla a che vedere con l'Italia e con il governo. Nessun inciucio, ma dobbiamo dare stabilità all'Europa ed essere realisti».
E ancora: «Ragioneremo dopo il voto, l'Europa riserverà sorprese a chi non la conosce». Una frase che dice tutto del clima quasi euforico che da qualche settimana accompagna la nuova narrazione del partito orfano di Silvio Berlusconi. Che soprattutto al Nord, complici l'attivismo di Tosi e i grattacapi del Doge Luca Zaia in Veneto, la vittoria alle suppletive di Monza di Adriano Galliani, il ritorno di Letizia Moratti e il rafforzamento del gruppo consigliare al Pirellone passato da sei a otto unità in Lombardia, sta facendo di tutto per cancellare il nomignolo di «partito di plastica» e le polemiche sulle assenze di Marta Fascina in Parlamento.
[…] Gli obiettivi, oggi, sono tanti e ambiziosi: schierare candidati di qualità per le Europee di giugno (che farà Roberto Formigoni?), farsi trovare pronti nel caso la situazione in Veneto precipitasse (Tajani ha già messo sul piatto il nome di Flavio Tosi), sfruttare il fatto di essere il volto italiano del Ppe per intercettare sempre di più l'elettorato moderato. Il sogno, inconfessabile, sarebbe pure quello di rubare qualche voto anche a Fratelli d'Italia.
Nella prospettiva azzurra lo spazio ci sarebbe perché i meloniani […] si starebbero dimostrando troppo lenti nell'adattarsi a una gestione più «moderata» della macchina statale e ad assumere il volto di una destra moderna e conservatrice.
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