
PAROLIN È ENTRATO PAPA ED È USCITO CARDINALE - IN MOLTI SI SONO SBILANCIATI DANDO PER CERTO CHE IL…
ORA NON RESTA CHE GUARDARE IL COMIGNOLO SULLA SISTINA – ALLE 16,30 INIZIA UN CONCLAVE PIU’ INCERTO CHE MAI PER ELEGGERE IL NUOVO PONTEFICE: GLI SCHEMI SONO SALTATI E NESSUNO CONTROLLA PACCHETTI DI VOTI – È QUASI CERTO CHE DAL PRIMO SCRUTINIO DI STASERA ESCA UNA FUMATA NERA. LA PARTE PIÙ RIFORMATRICE POTREBBE SCEGLIERE IL MARSIGLIESE JEAN-MARC AVELINE COME CANDIDATO DI BANDIERA. QUELLA TRADIZIONALISTA L’UNGHERESE ERDO O IL CONGOLESE AMBONGO BESUNGU – GLI SCRUTINI DI DOMANI POMERIGGIO, IL QUARTO E IL QUINTO, POTREBBERO ESSERE INVECE QUELLI BUONI - I CONTI SUI VOTI DI PAROLIN, IL GRANDE FAVORITO…
Articolo di Gian Guido Vecchi per il “Corriere della Sera” - Estratti
E adesso non resta che guardare il comignolo sulla Sistina e l’immancabile gabbiano impegnato a zampettarvi intorno: l’unico e invidiatissimo essere vivente al mondo, fuori dal Conclave, che da questo pomeriggio potrebbe arrivare a cogliere ciò che sta succedendo là sotto. Extra omnes, «fuori tutti».
I cardinali hanno cominciato a entrare ieri sera a Santa Marta, i più ottimisti con un bagaglio leggero. E oggi si comincia, in ordine sparso. Alle dieci di stamattina ci sarà la Missa pro eligendo Romano Pontifice, celebrata nella basilica di San Pietro dal Decano Giovanni Battista Re. Dopo pranzo, gli elettori si muoveranno dall’albergo vaticano e raggiungeranno la Cappella Paolina per la processione che dalle 16.30 li porterà nella Sistina, «invocando col canto del Veni Creator l’assistenza dello Spirito Santo».
CONCLAVE DELLA CHIESA CATTOLICA
Si capisce, in effetti. Mai come questa volta il Conclave sfugge agli schemi. Sulla carta gli elettori erano 135 da 71 Paesi diversi, alla fine ne sono arrivati 133 da 70 Paesi dei sette continenti. Non che sia cambiato granché: il quorum di due terzi è sceso da 90 a 89 voti, la soglia per eleggere il Papa non è mai stata così alta. Dodici giorni di congregazioni generali sono servite almeno a conoscersi.
Ne è risultato un quadro delle questioni che il prossimo Papa dovrà affrontare, e quindi anche una sorta di profilo: capacità pastorale, visione internazionale e così via. Dei nomi si è parlato fuori dalle congregazioni, tra cene e incontri nelle varie residenze. Ma gli schemi sono saltati e tutto è più frammentato rispetto alla contrapposizione, già logora, tra «conservatori» e «progressisti».
Nel conclave multipolare gli stessi gruppi nazionali sono tutt’altro che omogenei, dagli statunitensi ai tedeschi agli italiani. Sono i ventiquattro elettori asiatici, piuttosto, a mostrarsi più compatti: molti guardano al filippino Luis Antonio Tagle ma anche al connazionale Pablo Virgilio Siongco David, vescovo di Kalookan.
A emergere, almeno all’inizio, saranno comunque quelle figure che per la loro storia e il loro ruolo erano già conosciute in partenza da tutti. Si dice che il cardinale Pietro Parolin possa contare in partenza su un consenso teorico di una cinquantina di voti.
Il Segretario di Stato di Francesco, tra l’altro, presiederà le operazioni nella Sistina in quanto Decano del Conclave. È il favorito della vigilia, il nome che ricorre più spesso nei conciliaboli assieme a quelli del patriarca di Gerusalemme Pierbattista Pizzaballa e di Tagle. Anche nel loro caso si parla di qualche decina di voti, peraltro sovrapponibili: ci sono cardinali che entrano in Conclave avendo in mente «terne» o «cinquine».
In ogni caso saranno decisivi i tempi. Sia Benedetto XVI sia Francesco sono stati eletti nel secondo giorno del Conclave. Joseph Ratzinger passò il quorum al quarto scrutinio, il 19 aprile 2005. Jorge Mario Bergoglio al quinto, il 13 marzo 2013.
È probabile, per non dire certo, che dal primo scrutinio di stasera esca una fumata nera. Lo stesso nei primi due scrutini di domattina. I primi due o tre scrutini sono in genere di studio. La parte più riformatrice, per orientarsi, potrebbe scegliere il marsigliese Jean-Marc Aveline come candidato di bandiera. Quella tradizionalista l’ungherese Erdö o il congolese Fridolin Ambongo.
Quindici, venti voti. Gli scrutini di domani pomeriggio, il quarto e il quinto, potrebbero essere invece quelli buoni, com’è accaduto nei due Conclavi precedenti. Se però non accadesse e si arrivasse a venerdì, terzo giorno, allora i candidati forti in partenza potrebbero essersi bloccati, come accade ad Angelo Scola nel 2013. E gli elettori potrebbero passare a sostenere anche altri nomi emergenti, come lo statunitense Robert Prevost.
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jean marc aveline
PIAZZA SAN PIETRO ATTESA PER IL NUOVO PAPA
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