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DAGOREPORT – GENERALI DELLE MIE BRAME: L’AGO DELLA CONTESA POTREBBE ESSERE ANDREA ORCEL, BANCHIERE…
CE LO IMPONE L'EUROPA. E INFATTI ARRIVERA' UNA NUOVA MAZZATA PER I DIFENSORI DEI BALNEARI - DOPO L'ULTIMA SENTENZA (LA SECONDA IN POCHI MESI) DEL CONSIGLIO DI STATO ITALIANO, IL 20 APRILE SARÀ PUBBLICATA LA NUOVA SENTENZA DELLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA - L'ORIENTAMENTO DEI GIUDICI È CHIARO: SARA' SOTTOLINEATA L'INADEMPIENZA DELL’ITALIA DA 15 ANNI, OVVERO DA QUANDO LA DIRETTIVA BOLKENSTEIN SULLA CONCORRENZA È PARTE DELLE REGOLE UE - SARÀ IL COLPO DI GRAZIA A CHI NELLA MAGGIORANZA SPINGE PER LA PROROGA DELLE CONCESSIONI BALNEARI…
giorgia meloni matteo salvini silvio berlusconi al compleanno di salvini
Estratto dell’articolo di Alessandro Barbera per “la Stampa”
[…] Con il passare dei giorni la vicenda della mancata messa a gara delle concessioni balneari avvicina Giorgia Meloni ad una sconfitta politica. Dopo l'ultima sentenza (la seconda in pochi mesi) del Consiglio di Stato italiano, la prossima puntata della saga politico-giuridica è prevista giovedì 20 aprile.
Quella mattina è fissata la pubblicazione della nuova sentenza della Corte di giustizia europea. […] l'orientamento dei giudici del Lussemburgo è scritto: tutta la giurisprudenza lamenta l'inadempienza di Roma da tre lustri, ovvero da quando la direttiva Bolkenstein sulla concorrenza è parte delle regole dei Ventisette. Dopo la sentenza, nell'agenda della Commissione di Bruxelles è già pronto un parere motivato che darà il colpo di grazia a chi nella maggioranza il mese scorso ha votato l'ennesima proroga per legge al termine tassativo del 31 dicembre, fissato (contro ogni proroga) sempre dal Consiglio di Stato italiano.
Per comprendere il paradosso, basti qui raccontare per sommi capi le origini dell'intervento dei giudici europei. La vicenda risale allo scorso maggio, e a un'ordinanza del Tribunale di Lecce seguita all'intervento dell'Autorità (italiana) per la concorrenza contro le proroghe concesse da Ginosa, un piccolo comune della costa tarantina. Ebbene, nelle intenzioni dei difensori dello status quo sarebbe impossibile immaginare che le norme europee abbiano la meglio su quelle nazionali. E invece è ormai vero l'esatto contrario. […]
[…] Il voto imposto in Parlamento il mese scorso dall'asse fra Forza Italia e Lega (in sostanza il rinvio di ogni decisione al 2025) ha tagliato le gambe ad ogni diplomazia: a Bruxelles sono ormai decisi a parlare per atti formali, e costringere l'Italia a chiudere una volta per tutte la questione. I tentativi della maggioranza di fermare l'onda in difesa della lobby sembrano ormai vani. […]
La tesi dei difensori dei no alle gare (e dei canoni spesso risibili chiesti ai concessionari) è che le spiagge non sarebbero una risorsa «scarsa»: l'Italia avrebbe molte spiagge libere e una puntuale verifica delle concessioni lo proverà. Una volta dimostrato questo, verrebbe meno l'obbligo della Bolkenstein. E però sono sempre meno quelli convinti che ciò basterà a fermare la prevalenza del principio europeo.
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