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DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
Carlo Antonio Biscotto per “il Fatto Quotidiano”
Barack Obama, presidente visibilmente scosso, il giorno dopo la batosta presa alle elezioni di metà mandato ha tentato di rilanciare offrendo ai Repubblicani una sorta di patto di coalizione “nell’interesse dell’America”. La proposta è caduta nel vuoto. I leader del GOP (Grand Old Party) non si sono nemmeno degnati di rispondere: hanno una loro agenda che ha fra i punti principali la cancellazione della riforma della sanità (Obamacare), e il ritorno alla legge sulle banche dopo la crisi del 2008; insomma, all’America ci penseranno loro.
La sequenza degli eventi ha fornito la rappresentazione plastica di uno dei presidenti più soli della storia americana. La pattuglia di congressisti che sbarca a Washington consolidando la maggioranza alla Camera e conquistando quella al Senato dopo molti anni, non ha nulla a che vedere con l’estremismo rozzo della destra reazionaria o con il fanatismo del Tea Party. Proprio per questo, l’ondata che ha spazzato via i Democratici mette più paura. Numerose le figure che si propongono agli elettori americani come il “volto nuovo” del Paese.
IL SENATORE del Kentucky Rand Paul, cinquantenne dall’aspetto “kennediano”, è un oculista affermato che si definisce “conservatore costituzionale”; ha fondato una clinica oculistica che fornisce gratuitamente interventi chirurgici ed esami clinici a persone prive di copertura assicurativa. Nel 2011, fu uno dei nove senatori che votarono contro la legge sui tagli al bilancio il cui scopo principale era quello di impedire, almeno provvisoriamente, il blocco delle attività amministrative e persino del pagamento degli stipendi ai dipendenti pubblici. E non contento, votò anche contro la manovra finanziaria presentata dal suo partito sostenendo, in entrambi i casi, che i tagli erano insufficienti e rimettere in sesto i conti dello Stato.
Rand Paul – vera star in ascesa del partito – è considerato un politico post-ideologico e con le stimmate del “vincente”. Per certi aspetti – ha scritto il Washington Post – è per i Repubblicani nel 2014 ciò che fu per i Democratici Barack Obama nel 2006 per la sua capacità di raccogliere fondi e galvanizzare i giovani. Il suo punto debole è la politica estera, ma il senatore non appare preoccupato e punta deciso alla nomination nel 2016.
Tra i volti nuovi del Partito Repubblicano un posto di spicco spetta a Mia Love, prima rappresentante di colore del GOP in un Congresso che – dopo le elezioni di martedì – conta ben 100 donne. Mia Love, 38 anni, ha tutte le carte in regola per aiutare il suo partito a liberarsi della fastidiosa reputazione di partito di uomini, vecchi e bianchi.
Il senatore Rand Paul chiama Clinton un predatore
Madre di tre figli, Mia Love si è messa in luce per la prima volta, da sindaco di Saratoga Springs, parlando alla Convention di Tampa nel 2012: “Il presidente Obama vuole una America divisa: vuole metterci gli uni contro gli altri facendo leva sulle differenze di reddito, di razza, di genere, di condizione sociale”. Fu sommersa dagli applausi. Con lei il Partito Repubblicano ha definitivamente mandato in soffitta Sarah Palin e ha scelto una donna di ben altra caratura.
Mia Love, nata Ludmya Bourdeau a Brooklyn nel 1975, è figlia di genitori haitiani fuggiti dal loro Paese per sottrarsi alla brutalità del famigerato “Papa Doc” Duvalier; convertita alla fede mormone poco dopo la laurea, si trasferì nello Utah dove incontrò il futuro marito, Jason Love che, quando riuscì a ottenere il primo appuntamento, la portò in un poligono di tiro.
rand paul comincia la campagna hillary s losers
Presentatasi alle elezioni per la prima volta nel 2012 con l’appoggio di Mitt Romney, fu sconfitta dal veterano democratico Jim Matheson. Ora la sua ascesa è inarrestabile. Certamente è una donna abituata a remare controcorrente: è nera e Repubblicana, è nera nello Utah e aderisce alla Chiesa mormone che da sempre è accusata di razzismo e che fino al 1978 non consentiva agli afro-americani di prendere parte alle cerimonie religiose. È una conservatrice intransigente, favorevole alle armi e contro l’aborto. “Per i Democratici sono una sorta di incubo – ha detto – non mi volevano a Washington. Ma ora sono qui. E intendo rimanerci”.
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