ALTRO SCHIAFFO A PITTIBIMBO - ANCHE IN FINMECCANICA I FONDI BOCCIANO I CRITERI DI ONORABILITA' FISSATI DAL TESORO. LA SETTIMANA SCORSA ERA GIA' ACCADUTO CON L'ASSSEMBLEA DI ENI

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G. Dragoni per il "Sole 24 Ore"

C'è un effetto Scaroni anche su Finmeccanica. Come già avvenuto all'Eni l'8 maggio, la clausola di onorabilità degli amministratori proposta dal ministero dell'Economia non è stata approvata neppure dall'assemblea degli azionisti di Finmeccanica. Le assise dei soci ieri hanno rinnovato il consiglio di amministrazione e sancito il passaggio di consegne da Alessandro Pansa a Mauro Moretti. Pansa è uscito dal gruppo.

La clausola proposta dall'azionista di controllo (il Mef ha il 30,2% del capitale) ha ottenuto il voto favorevole del 66,10% del capitale presente. Ma non basta, perché per modificare lo statuto della società occorre il voto favorevole del 75% del capitale presente in assemblea straordinaria. C'erano 884 azionisti, con il 59,9% del capitale, perciò i voti favorevoli corrispondono al 39,6% del capitale. Sono stati i fondi, soprattutto esteri, a bocciare la proposta.

La clausola di onorabilità era prevista dalla direttiva dell'ex ministro Saccomanni del 24 giugno 2013. La direttiva prendeva spunto dall'inchiesta giudiziaria per corruzione internazionale su Finmeccanica che il 12 febbraio 2013 aveva portato all'arresto dell'allora presidente e a.d., Giuseppe Orsi, compromettendo la reputazione del gruppo.

Secondo la clausola proposta dal Mef è causa di ineleggibilità o decadenza degli amministratori una sentenza di condanna, anche non definitiva, per reati in materia finanziaria, societaria, tributaria, contro la pubblica amministrazione o reati associativi particolarmente infamanti, tra cui prostituzione minorile, pornografia minorile, associazione mafiosa.

La clausola rafforzata di onorabilità è stata contestatata pubblicamente da Paolo Scaroni, l'ex a.d. dell'Eni che il governo non ha confermato. Il 22 maggio toccherà all'assemblea dell'Enel pronunciarsi.
Per il resto l'assemblea non ha riservato novità, salvo l'apparizione nel libro soci di una società dello Stato francese, con l'1,5%: è la Caisse des depots et consignations, simile alla Cdp italiana. Tra gli azionisti la libica Lia (2,01%).

Il bilancio 2013 è stato approvato con il 99% dei consensi. Il consolidato espone un utile netto di competenza di 28 milioni di euro, dopo due anni in rosso per oltre 3 miliardi. Non c'è dividendo. L'utile è stato raggiunto grazie a 695 milioni di plusvalenze da cessioni. Il bilancio di Finmeccanica Spa, la capogruppo, invece è in perdita per 355,4 milioni.

Il rappresentante del ministero dell'Economia, Stefano Di Stefano, ha espresso «un ringraziamento particolare all'a.d. Alessandro Pansa per l'impegno profuso in un contesto caratterizzato da profonde criticità».

L'assemblea ha eletto il nuovo cda di 11 componenti, confermando presidente Gianni De Gennaro. Oltre a Moretti, gli altri componenti sono Marta Dassù, Alessandro De Nicola, Guido Alpa, Marina Calderone, Fabrizio Landi (tutti lista Mef), più i candidati dei fondi:

Paolo Cantarella, Dario Frigerio, Marina Rubini e Silvia Merlo. In serata il cda ha nominato Moretti a.d. e direttore generale, confermando a De Gennaro le deleghe attuali, comprese cui le relazioni esterne (senza spacchettamenti) da esercitare in coordinamento con l'a.d. Moretti ha detto alle agenzie che la prima riunione del cda «è andata bene». Moretti ieri si è dimesso da a.d. delle Ferrovie dello Stato, ma non è stato sostituito. L'assemblea degli azionisti di Fs si è riunita in prima convocazione, ma ha rinviato la nomina del successore alla settimana prossima.

Il candidato di Moretti è Michele Mario Elia, a.d. della controllata Rfi. Ma circolano anche altri nomi, dall'a.d. di Invitalia Domenico Arcuri al presidente Anas, Pietro Ciucci. Circola anche il nome di Guido Improta, ex direttore rapporti istituzionali di Alitalia, sottosegretario ai Trasporti nel governo Monti, ora assessore alla Mobilità al Comune di Roma.

 

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