PAPA ANTIDROGA – NO ALLA LIBERALIZZAZIONE, SI’ ALL’ABBRACCIO: “ABBIAMO TUTTI BISOGNO DI IMPARARE AD ABBRACCIARE CHI È NEL BISOGNO, COME SAN FRANCESCO”

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Marco Ansaldo per "la Repubblica"

Va bene che «il pastore deve avere l'odore delle pecore», come ha indicato Papa Francesco in una delle sue immagini più riuscite. Ma ieri il corteo papale, prima di immergersi nel bagno di folla al monastero di Aparecida, vicino a San Paolo, ha dovuto vedersela sulla salita con un gruppo di capre che hanno bloccato il passaggio, creando qualche piccolo problema agli addetti della sicurezza subito scesi dalle auto per sgomberare il gregge.

Poi, Aparecida è stato un trionfo. Eppure gli episodi più toccanti si sono vissuti in serata, al rientro a Rio de Janeiro, dove Jorge Mario Bergoglio ha visitato l'ospedale di San Francesco d'Assisi riservato in buona parte al recupero dei tossicodipendenti e degli alcolizzati, in un progetto denominato "Betania" che opera nella favela periferica di "Città di Dio".

Nel discorso, pronunciato davanti a tante persone sofferenti quando in Italia era ormai notte, il Papa argentino ha commosso molti soffermandosi sull'importanza del gesto di abbracciare.

«Oggi, in questo luogo di lotta contro la dipendenza chimica - ha detto Francesco - vorrei abbracciare ciascuno e ciascuna di voi, voi che siete la carne di Cristo. Abbracciare. Abbiamo tutti bisogno di imparare ad abbracciare chi è nel bisogno, come san Francesco. Spesso, invece, nelle nostre società ciò che prevale è l'egoismo. Quanti "mercanti di morte" che seguono la logica del potere e del denaro ad ogni costo! La piaga del narcotraffico, che favorisce la violenza e semina dolore e morte, richiede un atto di coraggio di tutta la società.

Non è con la liberalizzazione dell'uso delle droghe, come si sta discutendo in varie parti dell'America Latina, che si potrà ridurre la diffusione e l'influenza della dipendenza chimica. È necessario - ha aggiunto il Papa - affrontare i problemi che sono alla base del loro uso, promuovendo una maggiore giustizia, educando i giovani ai valori che costruiscono la vita comune, accompagnando chi è in difficoltà e donando speranza nel futuro».

Poi il Papa ha continuato: «Ma abbracciare non è sufficiente. Tendiamo la mano a chi è in difficoltà, a chi è caduto nel buio della dipendenza, magari senza sapere come, e diciamogli: puoi rialzarti, puoi risalire, è faticoso, ma è possibile se tu lo vuoi.

Cari amici, vorrei dire a ciascuno di voi, ma soprattutto a tanti altri che non hanno avuto il coraggio di intraprendere il vostro cammino: sei protagonista della salita; questa è la condizione indispensabile! Troverai la mano tesa di chi ti vuole aiutare, ma nessuno può fare la salita al tuo posto. Ma non siete mai soli! La Chiesa e tante persone vi sono vicine. Guardate con fiducia davanti a voi, la vostra è una traversata lunga e faticosa, ma guardate avanti».

In giornata, ad Aparecida, nel santuario devoto a tanti brasiliani, Bergoglio per lunghi momenti della messa aveva tenuto in mano la madonnina nera lunga solo 40 centimetri. «Il "drago", il male, - ha detto - c'è nella nostra storia, ma non è lui il più forte. Il più forte è Dio, e Dio è la nostra speranza».

Poi rivolto ai giovani, ha invitato «i genitori e gli educatori a trasmettere i valori che li rendano artefici di un mondo più giusto, solidali e fraterni», e li aiutino a non lasciarsi ingannare «dal fascino di tanti idoli che si mettono al posto di Dio e sembrano dare speranza: il denaro, il successo, il potere, il piacere».

Quindi si è concentrato, in un'omelia cruciale dei suoi otto giorni in Brasile, su tre cardini del suo pensiero, frazionati come i tre pezzi della madonnina quando furono ritrovati dai pescatori, secondo la leggenda: «Mantenere la speranza, lasciarsi sorprendere dal Signore, e vivere nella gioia».

E ha ricordato l'importanza della conferenza dei vescovi dell'America Latina svoltasi in questa località nel 2007. Il documento che ne uscì, vide proprio il contributo decisivo del cardinale Bergoglio. E molti situano anzi qui l'attenzione di molti porporati verso quell'arcivescovo di Buenos Aires così impegnato sul fronte sociale, al punto da aver raccolto due anni prima addirittura una quarantina di voti nel Conclave che aveva eletto il tedesco Joseph Ratzinger.

Non è un caso allora se proprio alla madre di Gesù, Francesco ha dedicato ieri un nuovo tweet: «Non dimentichiamolo mai, ragazzi: la Vergine Maria è la nostra mamma ed è con il suo aiuto che possiamo rimanere fedeli a Gesù ». Al balcone ha salutato la folla di fedeli rimasti per ore fuori nonostante il cattivo tempo, ringraziando l'orchestra con il pollice in alto: «Vi affido alla Vergine fino al 2017 - ha detto affacciandosi - quando tornerò».

 

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