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DAGOREPORT - SE IN FORZA ITALIA IL MALCONTENTO SI TAGLIA A FETTE, L’IRRITAZIONE DI MARINA E PIER…
ORMAI CONTRO L'OMOTRANSFOBIA STANNO FACENDO DI PIÙ I CANTANTI DEI POLITICI - DOPO ELODIE E FEDEZ ANCHE MAHMOOD, PAOLA TURCI E LEVANTE SI VESTONO DA ATTIVISTI E PROMUOVO LA LEGGE ZAN - E IL PARLAMENTO CHE DICE? LA LEGA FA MELINA E LA MELONI FA CACIARA: "È UNA QUESTIONE DIVISIVA, CHIEDO A DRAGHI DI OCCUPARSI DEVI VERI PROBLEMI DEGLI ITALIANI COME IL RECOVERY PLAN. VOGLIONO INTRODURRE L'IDEOLOGIA GENDER NELLE SCUOLE ELEMENTARI..."
Flavia Amabile per “La Stampa”
Occuparsi di questioni urgenti e non dell'omotransfobia e della discussione del disegno di legge (ddl) Zan, chiede la leader di Fratelli d'Italia Giorgia Meloni al presidente del Consiglio Mario Draghi evidenziando una frattura che divide non solo il suo partito dalle forze di governo ma che può provocare fratture anche all'interno della maggioranza.
La discussione sulla legge approvata dalla Camera ferma in commissione Giustizia del Senato. Il presidente Andrea Ostellari della Lega finora aveva preso tempo per la calendarizzazione del provvedimento. Dopo le proteste dei parlamentari di Pd, Movimento 5 Stelle, Italia Viva, gruppo Misto e Autonomie Locali ha deciso che l'ufficio di presidenza si riunirà il 7 aprile alle 14.
Una decisione che comunque rappresenta un passo avanti ancora molto timido. E la questione sta uscendo dai confini politici. Il mondo della musica sta prendendo posizione. Dopo Fedez, Elodie e Paola Turci, anche Mahmood è sceso in campo.
«È di fondamentale importanza approvare la legge Zan. Ho sempre pensato che episodi di discriminazione basati sul sesso, sull'identità di genere e sull'orientamento sessuale debbano essere condannati», ha scritto il cantante nelle sue stories su Instagram.
Oppure la cantante Levante che sui suoi profili social ha avvertito che «Ognuno ha il diritto di essere chi vuole».
Giorgia Meloni ha deciso, però, di combattere la sua battaglia fino in fondo. «Rivolgo un appello al presidente del Consiglio Mario Draghi affinché il Parlamento discuta dei problemi reali degli italiani piuttosto che occuparsi di questioni divisive come il ddl Zan che, tra le altre cose, vorrebbe introdurre l'ideologia gender nelle scuole elementari. Più urgente e più sensato sarebbe che le istituzioni facessero altro, come votare il testo definitivo del Recovery plan, che invece la maggioranza vorrebbe presentare all'Europa senza il vaglio delle Camere. Questa sarebbe una scelta di buonsenso fatta nell'interesse dell'Italia e non dei partiti della sinistra che sostengono l'esecutivo», sostiene la presidente di Fratelli d'Italia confermando una posizione già sostenuta dal senatore Simone Pillon che qualcuno con un gesto ben studiato vorrebbe nominare relatore della legge in Senato.
A rispondere è stato innanzitutto Alessandro Zan, deputato del Pd da cui prende nome la proposta di legge che da anni la destra sta ostacolando. «Meloni chiede a Draghi di opporsi al ddl Zan perché secondo lei è divisivo. Ovvero per Giorgia Meloni i diritti e la dignità delle persone sono divisivi? Draghi è Presidente del Consiglio, non del Senato, dove si discute la legge. Forse occorre rileggersi la Costituzione», ha scritto sul suo profilo Twitter.
Per Monica Cirinnà, senatrice del Pd: «Non è mai troppo tardi per fare una legge che difende le persone dall'odio e dalle violenze perché chi viene discriminato per omolesbobitransfobia va protetto dallo Stato».
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