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1 - ESPOSTO DI PALAMARA CONTRO DAVIGO
Luca Palamara va all'attacco. E dopo le ultime evoluzioni del caso Amara e le dichiarazioni di Piercamillo Davigo al «Corriere della sera», annuncia un esposto sia contro Davigo sia contro il presidente del collegio che lo ha rimosso dalla magistratura, Fulvio Gigliotti, perché avrebbe dovuto astenersi.
«Emerge che i verbali dell'avvocato Amara sulla Loggia Hungaria - denuncia la sua difesa - erano anche nella disponibilità di Fulvio Gigliotti, presidente del collegio della sezione disciplinare che ha rimosso il dott. Palamara dalla magistratura. Le nuove e coraggiose dichiarazioni del dottor Davigo impongono ora di comprendere per quale motivo il dott. Gigliotti non si sia astenuto pur conoscendo quei verbali e abbia ugualmente partecipato alla espulsione di Palamara dalla magistratura. Per questo motivo depositeremo un esposto alla Procura della Repubblica».
2 - IL VERBALE DI DAVIGO: «ERMINI DISSE DI AVER INFORMATO IL COLLE»
SERGIO MATTARELLA PIERCAMILLO DAVIGO
Luigi Ferrarella per il "Corriere della Sera"
Nel maggio 2020 «il vicepresidente del Csm, David Ermini, mi disse di avere informato il presidente della Repubblica». Piercamillo Davigo, l'ex consigliere del Csm al quale nell'aprile 2020 il pm Paolo Storari consegnò i verbali segreti del dichiarante Piero Amara sull'associazione segreta «Ungheria» come reazione all'asserita inerzia investigativa dei capi della Procura meneghina, lo ha affermato nel verbale di sommarie informazioni reso il 5 maggio alla Procura di Roma, quand'era testimone e non ancora coindagato a Brescia di Storari per rivelazione di segreto d'ufficio.
Rispetto a quanto sinora si era già ricostruito in una intervista al Corriere , l'ex pm di Mani pulite, oltre a confermare al procuratore di Roma, Michele Prestipino, e ai pm Rosalia Affinito e Fabrizio Tucci, di aver a inizio maggio informato del contenuto dei verbali Ermini quale presidente del Comitato di presidenza del Csm (composto dai poi pure informati procuratore generale e presidente della Cassazione, Giovanni Salvi e Pietro Curzio), ma ha anche aggiunto che raccomandò a Ermini la massima circospezione: addirittura invitandolo a scendere in cortile a parlare, senza cellulare, per paura di intercettazioni fuorilegge.
Ma soprattutto Davigo ai pm romani indica che entrambi, Ermini e Davigo, convennero sul dovere di informare il presidente della Repubblica che è anche il presidente del Csm, nel presupposto che fosse scorretto celargli la situazione. E a questo punto Davigo afferma con nettezza che Ermini gli disse di avere in effetti informato il capo dello Stato.
Ermini, al quale Davigo ha detto di aver poi anche consegnato tutti i verbali stampati di Amara datigli da Storari, interpellato ieri dal Corriere risponde di «non potere dire nulla perché ho riferito alla Procura di Brescia». Analoga risposta arriva da Davigo alla richiesta di spiegare meglio quanto detto il 5 maggio a Roma. E nessun commento anche dallo staff del Quirinale. Ieri Ermini si è astenuto (come altri tre consiglieri Csm informati all'epoca da Davigo) dal collegio disciplinare che domani deciderà se accogliere la richiesta del pg Salvi di trasferire d'urgenza in via cautelare Storari da Milano e togliergli le funzioni di pm.
L'allora segretaria di Davigo al Csm, Marcella Contraffatto è indagata dalla Procura di Roma con l'accusa di aver spedito (a partire da ottobre 2020, cioè da dopo la pensione di Davigo) i verbali di Amara in forma anonima al Fatto Quotidiano , a Repubblica e al consigliere Csm Nino Di Matteo. Su questo il 5 maggio Davigo ha aggiunto due inediti e interessanti dettagli logistici allo stupore già più volte espresso sulla condotta della segretaria, da lui ritenuta affidabile.
Il primo è che Davigo, quando nel lasciare il Csm lasciò anche i verbali di Amara al consigliere Csm Giuseppe Marra nel caso in cui il Comitato di presidenza Csm ne avesse avuto bisogno, lo disse anche a Contraffatto, informandola di dove avesse sino allora nascosto i verbali. L'altro dettaglio può retrodatare la disponibilità dei verbali in mano alla segretaria: infatti Davigo spiega che il 7 aprile 2020, per portarsi dietro senza stamparli i verbali di Amara datigli da Storari, se li era autospediti dalla propria casella mail privata a quella istituzionale del Csm. Posta elettronica alla quale era abilitata ad accedere appunto anche la sua segretaria Contraffatto.
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