bossi salvini

FOGLIO DI VIA PER SALVINI - DAL COMITATO DI BOSSI ALLA RABBIA LEGHISTA IN VENETO, LA PANCIA DEL CARROCCIO E’ IN RIVOLTA CONTRO IL “CAPITONE”: "HA DIMENTICATO L'AUTONOMIA, SERVE UN NUOVO LEADER" - TUTTI NELLA VECCHIA LEGA CHIEDONO CONGRESSI: A PIÙ LIVELLI, PER DETERMINARE CHI GESTISCE IL POTERE: “NON SI PUÒ LASCIARE CHE IL TEMA DELL'AUTONOMIA RESTI FERMO ALL'ESITO DEL REFERENDUM DEL 2017 E POI RIPARLARNE A RIDOSSO DELLE ELEZIONI” - E C’E’ CHI AGITA LO SPAURACCHIO DI UNA SCISSIONE…

Francesca Del Vecchio per “la Stampa”

 

umberto bossi e matteo salvini

«Fare una politica centralista per raccogliere voti, a me che sono un uomo del Nord, non interessa. Perché dovrei applicare la stessa linea della Meloni? Preferisco il 5% del Nord guadagnato perseguendo politiche precise piuttosto che l'8% su scala nazionale ma senza una linea chiara».

 

Il giudizio di Roberto Castelli, ex ministro e storico dirigente della Lega, è inequivocabile e punta il dito contro la linea di Matteo Salvini che «ha dimenticato l'autonomia», puntando su questioni nazionali lontani dai territori di provenienza. La "vecchia Lega" e la pancia del Carroccio sono in rivolta: la sensazione è che la scalata alla segreteria del "Capitano" sia cominciata.

 

LUCA MORISI MATTEO SALVINI UMBERTO BOSSI

Resta cauto Castelli sulla proposta di Umberto Bossi di un Comitato per il Nord: «Voglio capire chi c'è dietro. - commenta - Bossi è una presenza fondamentale, ma bisogna capire come si sviluppa la questione. Ma se il Comitato Nord parte dall'esigenza di portare alla ribalta il dibattito sulla questione settentrionale, ben venga». Castelli aveva fatto dell'autonomia una bandiera fondando nel giugno del 2021 "Autonomia e libertà", per rivendicare «la volontà popolare espressa nei referendum per l'Autonomia del 2017», come si legge sull'atto di fondazione.

matteo salvini e umberto bossi

 

«Non si tratta di una fronda. Penso che aderirò a Comitato Nord costituito da Bossi. S'inserisce all'interno della Lega per Salvini premier, quindi, che male c'è?». Commenta così Francesco Speroni, storico esponente del Carroccio e tra i fondatori della Lega Nord.

 

A una settimana dall'esito disastroso del voto che ha visto la Lega fermarsi sotto il 9%, l'iniziativa ha suscitato un certo interesse, soprattutto tra gli esponenti della "vecchia Lega", da tempo insofferenti a certe posizioni e decisioni di Matteo Salvini. Anche se qualche interno al partito la reputa un'operazione «per recuperare voti», c'è il sospetto che possa trattarsi di una vera e propria "carboneria" anti-salvini.

 

LUCA ZAIA UMBERTO BOSSI MATTEO SALVINI

Castelli, all'indomani del voto aveva detto «Salvini ha ribaltato il partito, ma gli è andata male. Torniamo a occuparci di autonomia, come fa Zaia». E non è il solo a citare o alludere al presidente della Regione Veneto come futuro capo della segreteria. L'ex numero uno lombardo Roberto Maroni, per primo dopo le urne, lo aveva detto ancor più chiaramente: «Serve un cambio di leader. Io saprei chi eleggere ma per ora non faccio nomi. Do solo un indizio: è un governatore». E che sia Zaia o Fedriga poco importa. Anche Bobo, esponente della vecchia guardia, aveva rimproverato al Capitano un'assenza sui temi settentrionali, rimarcando invece quanto «i governatori del Nord legati a Draghi» vogliano l'autonomia.

LA CANOTTIERA DI BOSSI E I BOXER DI SALVINI

 

«Condivido e apprezzo Bossi da trent' anni. Sono favorevole a questo comitato che è figlio di un malessere interno che ha determinato la fuoriuscita di alcuni e i malumori di altri», dice Roberto Mura, ex senatore ai tempi di Bossi, consigliere regionale lombardo e del Comune di Pavia. «C'è il rischio che tutto imploda in una miriade di schegge che vanno ognuna per conto proprio», dice ancora Mura.

 

«Comitato Nord è un'iniziativa che osserviamo con interesse, io come altri colleghi amministratori locali - spiega Andrea Previtali, ex sindaco di Cisano Bergamasco e vice presidente dell'associazione Autonomia e Libertà fondata da Castelli. - Se la segreteria non recepisse le istanze di una parte importante del partito, quella legata ai territori della sua fondazione, non è da escludere una scissione», aggiunge Privitali.

bossi salvini maroni

 

Ma d'altronde, lo dicono in molti, il segnale di qualcosa che non funzionasse nel partito era arrivato alle scorse amministrative. La Lega perse a Milano nell'ottobre scorso, a Monza, Lodi, Como (solo per citarne alcune) a giugno. «Allora abbiamo un po' mentito a noi stessi. Qui nessuno vuole la testa di nessuno, ma bisogna invertire la rotta perché la sfida delle regionali in Lombardia del 2023 non è da sottovalutare e se non si cambia qualcosa, rischiamo di perdere», aggiunge l'ex senatore Mura.

 

salvini al congresso della lega

Tutti, indistintamente, nella vecchia Lega chiedono congressi: a più livelli, per determinare chi gestisce cosa. «Non si può lasciare che il tema dell'autonomia resti fermo all'esito del referendum del 2017 e poi riparlarne a ridosso delle elezioni», è l'opinione comune. Anche dal Veneto arrivano i primi segnali che la proposta di Bossi ha fatto breccia: «Il comitato del Nord è la naturale reazione alla mancanza di risposte da parte dei vertici - fanno trapelare fonti venete - che non fa presagire una fase tranquilla nel partito. Dopodiché ritorna il tema del ruolo identitario della Lega, come più volte sottolineato dal governatore Luca Zaia». Insomma, un periodo piuttosto movimentato attende Matteo Salvini, non solo a Roma. Ma anche nel suo ormai quasi "dimenticato" Nord.

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