DAGOREPORT - ORA CHE IL PAPA HA IN MANO IL ‘DOSSIER VATILEAKS’ TOCCA CHIARIRE ALCUNE COSE: PERCHÉ IL SILURATO GOTTI È STATO IN SILENZIO PER NOVE MESI SENZA DIFENDERSI? BERTONE NON NE SAPEVA NULLA? - PERCHÉ LA COMMISSIONE CARDINALIZIA SULLO IOR PER NOVE MESI E PER TRE VOLTE NON HA RATIFICATO LA SFIDUCIA A GOTTI? - UN PAPA COSÌ LONTANO DAI CAVALIERI DI COLOMBO, DALL’ORDINE DI MALTA E DA COMUNIONE E LIBERAZIONE: EL JESUITA HA SPARIGLIATO LE CARTE IN CURIA

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Le "Consultazioni" vaticane iniziano domani. Papa Francesco - dopo aver preso ufficialmente il comando di Santa Romana Chiesa - ha bisogno di creare rapidamente la sua "agenda operativa": ecco perché, per tre giorni e fino a venerdì, incontrerà i principi del potere vaticano. Ieri l'incontro con Bertone, poi ci saranno quelli con Bagnasco, con i curiali fino ai prefetti delle Congregazioni e i presidenti dei pontifici Consigli per capire, conoscere, riflettere.

El Jesuita - che ha ricevuto dai Herranz, Tomko e De Giorgi il rapporto su Vatileaks - ha preso tempo per calibrare le sue mosse per dare al suo ministero una vera svolta "pauperista" e francescana.
Sabato - a Castelgandolfo - ci sarà la sintesi nello storico incontro con Joseph Ratzinger. Non che Bergoglio sia all'oscuro di tutto, anzi. Padre Georg ha già avuto modo di riferirgli una serie di informazioni ‘riservate' sul passato recente della Curia e i suoi equilibri di potere.

I due Vescovi di Roma avranno comunque l'opportunità di confidarsi, scambiarsi opinioni. E il "Papa emerito" potrà consigliare. Persone da evitare e mosse da fare.

D'altronde l'elezione al Soglio pontificio di un candidato imprevisto ha sparigliato le carte in Curia. Imprevisto sia per i giornalisti che per i maxi-esperti, che non pensavano sarebbe stato scelto un candidato così lontano dai Cavalieri di Colombo, da quelli di Malta o da Comunione e Liberazione.

Bergoglio - per volontà di Benedetto XVI - è stato l'unico a poter leggere il rapporto Vatileaks. Ma con il livello di burocratizzazione in cui è sprofondata la Curia Romana, sembra difficile comprendere come il prossimo Segretario di Stato possa affrontare il problema Ior senza sapere cosa sia realmente accaduto nella "Banca di Dio".

Come potrà - ad esempio - confermare il Consiglio di Sovrintendenza dello Ior ed aver fiducia nel suo operato se non conosce la verità? D'altronde nessuna Commissione d'inchiesta è stata istruita sul caso nonostante l'ex presidente Gotti Tedeschi l'abbia richiesta più volte.

Il nuovo Segretario di Stato non può che partire da un quesito-chiave: perché - dopo aver subito una "sfiducia tecnica" - Gotti è stato in silenzio per nove mesi senza difendersi né replicare?

In Vaticano nessuno ha voluto verificare quali intrecci e giochi di potere abbiano causato il suo allontanamento. Tarcisio Bertone - primo indiziato a dare risposte - si è limitato a dire e a far scrivere che "non è stata una decisione politica e lui non ne sapeva nulla". Ma come? Il Segretario di Stato - che sullo Ior ha messo bocca più volte, fino ad approvare una nuova direttiva che cancellava i poteri di ispezione sui conti dello Ior dell'Autorità di informazione finanziaria, subordinandoli a un suo nulla osta - può davvero non sapere o semplicemente non dice?

Perché la Commissione Cardinalizia di Vigilanza sullo Ior (Bertone, Nicora, Tauran, il brasiliano Scherer e l'indiano Telesphore Placidus Toppo) per nove mesi e per tre volte non ha ratificato la sfiducia che il board della Banca di Dio aveva rifilato - all'unanimità - a Ettore Gotti Tedeschi?
E perché per nominare il nuovo presidente Ernest von Freyberg, s'è prima dovuto assistere alla sostituzione di Attilio Nicora con Domenico Calcagno all'interno della Commissione? E perché tutto è avvenuto solo dopo le dimissioni di Papa Benedetto? E perché gli altri quattro membri sono stati confermati "al buio", senza cioè averne prima verificato comportamenti e operato?

Perché nessuno in Curia ha mai verificato la "solidità" del documento in nove punti con cui è stato motivato il benservito a Gotti Tedeschi: 1) non aver svolto le funzioni base che spettano al presidente; 2) l'incapacità di essere informato e di informare il board rispetto all'attività dell'Istituto; 3) aver abbandonato o non aver preso parte a riunioni del board; 4) aver mostrato poca prudenza in dichiarazioni sull'Istituto; 5) non aver potuto fornire giustificazione formale per la diffusione di documenti in possesso del presidente; 6) aver diffuso informazioni non accurate sull'Istituto; 7) non aver difeso l'Istituto rispetto ad articoli di stampa inappropriati; 8) aver creato divisioni nell'Istituto; 9) aver tenuto un comportamento personale non coerente («erratico»))?

Bergoglio attraverso il suo nuovo Segretario di Stato - coerentemente con l'idea di Chiesa che intende realizzare - non può evitare di far luce sulle ombre vecchie e nuove dell'Istituto Opere religiose. Perché alle semplici questioni finanziarie, sullo sfondo della vicenda Ior, si mescola di tutto: presunti complotti giudaico-massonici (denunciati dallo stesso Gotti nelle persone di Carlo Maria Marrocco e Michele Briamonte), dossier sulla sanità mentale dell'ex presidente dello Ior a firma dello psicoterapeuta Pietro Lasalvia e finito sulla scrivania di Bertone, la recente attività di discredito di monsignor Viganò e poi gli interessi di 25 mila correntisti e 9 miliardi di euro di depositi...

 

 

INAUGURAZIONE DI PAPA FRANCESCO BERGOGLIO Tarcisio Bertone gotti tedeschi jpeg