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Carlotta Scozzari per Dagospia
Può sembrare incredibile, ma è in corso uno scontro tra il premier Matteo Renzi e il suo braccio destro Marco Carrai. Una battaglia tra i due fiorentini doc che ha preso il via proprio quando Renzie è salito al potere spodestando Enrico Letta e diventando presidente del Consiglio italiano al suo posto.
E il terreno sul quale si consuma l'inconsueto scontro tra i due amici per la pelle è la società quotata in Borsa Aeroporto di Firenze (Adf), che gestisce l'"Amerigo Vespucci" e di cui è presidente "Marchino" Carrai, legato al premier a tal punto da pagare al suo posto, in passato, l'affitto di una casa. Nello stesso tempo, tra i soci forti di Adf, con una quota del 2,18%, c'è anche il Comune del capoluogo toscano, guidato proprio dal sindaco Renzie prima di sottrarre a Letta nipote la guida del paese.
Non a caso, la presidenza di Adf è espressione proprio dei soci pubblici e para-pubblici: oltre al Comune di Firenze, ci sono anche la Regione Toscana al 5%, le Camere di commercio di Prato e Firenze con un 20,5% complessivo e la Fondazione Ente cassa di risparmio di Firenze con il 17,5 per cento.
Il primo socio è invece il gruppo argentino Corporacion America, che, dopo avere rilevato il controllo dal fondo F2i guidato da Vito Gamberale, ha da poco lanciato un'Opa (offerta pubblica di acquisto) sulle azioni di Adf, che si concluderà tra due giorni. Il gruppo argentino che fa capo a Eduardo Eurnekian, allo stesso tempo, ha lanciato un'Opa sulla Sat, che gestisce l'aeroporto di Pisa, con l'obiettivo finale di far convolare a nozze i due scali toscani.
In attesa che l'offerta lanciata dagli argentini ridisegni gli equilibri dell'azionariato di Adf, il bilancio del gruppo presieduto da Carrai riferisce tutta una serie di contenziosi legali del valore di qualche milione che vedono lo Stato, e quindi il governo di Renzie, dall'altra parte della barricata. Basti pensare che, all'interno della voce "liquidità ", vengono conteggiati sia 1 milione di euro depositato su un conto corrente in forma di pegno a garanzia di un finanziamento a medio termine con Mps e Intesa Sanpaolo, sia 2,2 milioni di euro incassati nel marzo del 2012 dal ministero dei Trasporti, e dunque dal governo.
In quest'ultimo caso, si tratta, come spiega il bilancio del 2013 di Adf, di un "risarcimento dei danni patiti per il mancato adeguamento dei diritti aeroportuali negli anni 1999-2005, oltre a rivalutazione monetaria e interessi di legge". Ma lo Stato ha già fatto ricorso in appello, motivo per cui i 2,2 milioni non hanno avuto né avranno alcun impatto sul conto economico della società aeroportuale "fino all'ultimo grado di giudizio".
E non è tutto, perché Adf ha chiesto al ministero anche il pagamento dei danni, sempre per il mancato adeguamento dei diritti aeroportuali, relativi agli anni 2006-2008, che in primo grado sono già stati quantificati in 1,65 milioni. L'udienza, fa sapere il bilancio della società toscana, è stata rinviata per la precisazione delle conclusioni al primo giugno del 2016. Manca quindi ancora un po' di tempo.
C'è poi il contenzioso legale sui cosiddetti "requisiti di sistema", le cui disposizioni stabiliscono i criteri di calcolo dei diritti aeroportuali più altre norme che, a detta di Adf, "comportano una significativa riduzione dei ricavi della società di gestione aeroportuale". A tali leggi, del 2005, hanno fatto seguito alcuni atti amministrativi attuativi e interpretativi che il gruppo toscano ha impugnato davanti al Tar del Lazio, così come del resto hanno fatto anche altre società di gestione.
Lo scorso febbraio, il Consiglio di Stato ha sospeso il giudizio a ha rimesso alla Corte Costituzionale alcune questioni di illegittimità della normativa sui requisiti di sistema. A giugno dell'anno scorso, Adf si è costituita in giudizio presso la Consulta depositando la propria memoria. In questo caso, la prima udienza non è stata ancora fissata.
Aeroporto di Firenze, si legge sempre sul bilancio, ha, inoltre, impugnato dinanzi al Tar le linee guida sui criteri applicativi con cui il Comitato interministeriale per la programmazione economica (Cipe) ha regolamentato i servizi aeroportuali offerti in regime di esclusiva. Insomma, i presupposti per litigare con Renzie non mancano a Carrai. Certo, sempre che con l'arrivo degli argentini al potere il Gianroberto Casaleggio di Matteo Renzi non sia costretto a fare un passo indietro nel gruppo degli aeroporti.
NARDELLA RENZI CARRAIRENZI CARRAIaeroporto-firenze
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